Paura recessione in Germania

di Redazione ETI/Reuters
27 Maggio 2025 15:54 Aggiornato: 27 Maggio 2025 15:54

La Germania si avvia verso il terzo anno consecutivo di contrazione economica. Secondo la Camera di Commercio e Industria Tedesca, il prodotto interno lordo registrerà nel 2025 un calo dello 0,3%. Si tratta del periodo di debolezza economica più lungo dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Sebbene il rischio recessione resti concreto, la previsione è apparsa più ottimistica rispetto alla stima precedente di un -0,5% formulata lo scorso febbraio. Il primo trimestre dell’anno ha infatti mostrato una crescita superiore alle attese, trainata da un incremento delle esportazioni e dell’attività industriale, favorito dal timore di nuovi dazi statunitensi.

Nel 2024, gli Stati Uniti si sono confermati primo partner commerciale della Germania, con uno scambio di merci pari a 253 miliardi di euro. Tuttavia, le prospettive restano deboli: la Camera di Commercio e Industria Tedesca prevede un calo delle esportazioni tedesche del 2,5% nel 2025, segnando il terzo anno consecutivo di flessione.

Un’indagine condotta su 23 mila aziende in tutti i settori e regioni ha evidenziato che il 29% degli intervistati prevede un’ulteriore diminuzione dell’export nei prossimi 12 mesi. Solo il 19% si attende invece una ripresa. Il clima di fiducia rimane negativo, come mostra l’indice congiunturale fermo a 94,9 punti: un valore sotto quota 100 riflette una prevalenza di aspettative pessimistiche.

«Le imprese attendono ancora segnali di progresso — ha dichiarato Helena Melnikov, direttrice generale della Camera di Commercio e Industria Tedesca. — Impulsi positivi per l’economia devono arrivare rapidamente, prima della pausa estiva, le imprese li stanno aspettando».

L’indagine della Camera di Commercio e Industria Tedesca è stata realizzata tra fine marzo e fine aprile (prima dell’insediamento del nuovo governo) e servirà come riferimento per valutare la reazione delle imprese alle prime misure adottate dalla nuova coalizione, formata da conservatori e socialdemocratici. Rilanciare un’economia stagnante sarà uno dei compiti prioritari dell’esecutivo.

Secondo il sondaggio, il principale ostacolo per le imprese è rappresentato dalle condizioni di politica economica, indicate come fattore critico dal 59% delle aziende. A pesare ulteriormente sono i costi del lavoro elevati e la debolezza della domanda interna. Quasi un terzo delle imprese prevede di ridurre gli investimenti nei prossimi mesi.

«Senza cambiamenti positivi, una ripresa autosostenuta è improbabile», ha concluso la direttrice Melnikov.

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