Usa, il Parlamento sollecita il regime cinese a rilasciare una praticante del Falun Gong

Di Vincent Zhao

Un gruppo governativo statunitense chiede l’immediato rilascio di una praticante del Falun Gong che sta scontando una lunga pena carceraria come parte della campagna in corso da parte del regime comunista cinese per eliminare il gruppo di fede.

Cui Fenglan, bibliotecaria scolastica della città di Harbin, nel nord della Cina, è imprigionata dalle autorità cinesi dal maggio 2016 a causa della sua fede. Sei mesi dopo, un tribunale del distretto di Harbin l’ha condannata a 15 anni di carcere.

«Otto anni fa, oggi, #CuiFenglan è stata arrestata e poi condannata a una dura pena di 15 anni semplicemente perché è una praticante del #Falun Gong», ha dichiarato la Commissione esecutiva del Congresso sulla Cina (Cecc) in una dichiarazione del 16 maggio su X, ex Twitter. Pechino «dovrebbe rilasciarla immediatamente e porre fine alla sua campagna di 25 anni per sradicare il #Falun Gong».

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un’antica pratica spirituale che incorpora esercizi di movimento lento e insegnamenti morali incentrati sui principi di verità, compassione e tolleranza. I benefici della pratica per la salute fisica e mentale hanno portato a una vasta popolarità, con almeno 70 milioni di persone che l’hanno seguita alla fine degli anni ’90, secondo le stime ufficiali di allora.

Il Partito Comunista Cinese (Pcc), tuttavia, ha visto la popolarità del Falun Gong come una minaccia al suo controllo totalitario sul popolo cinese. Nel 1999, ha scatenato una vasta campagna per eliminare la pratica, mobilitando gli organi di sicurezza del Paese per individuare e colpire gli aderenti.

La signora Cui è una delle vittime della persecuzione in corso.

Secondo quanto riportato nel database dei prigionieri politici del Cecc, la signora Cui è stata portata via da agenti di polizia in borghese nel maggio 2016 mentre ritirava dei pacchi nella città di Harbin. Le autorità cinesi hanno affermato che i regali ornamentali che la signora Cui cercava di ritirare erano contrassegnati da tre caratteri cinesi: verità, compassione e tolleranza.

Nel novembre 2016, il tribunale del distretto di Xiangfang ha tenuto un processo per la signora Cui senza informare nessuno dei suoi familiari o il suo avvocato, costringendola a difendersi da sola in tribunale, secondo quanto riportato da Minghui.org, un sito web con sede negli Stati Uniti che documenta la persecuzione del Pcc contro questa pratica. In seguito è stata condannata a 15 anni di carcere per la sua fede. Nel 2017 la signora Cui ha presentato ricorso contro la decisione, ma è stato respinto dal tribunale distrettuale di Harbin che, come altri tribunali in tutto il Paese, opera sotto lo stretto controllo del Pcc.

La signora Cui è attualmente imprigionata nel carcere femminile di Heilongjiang, una delle più note strutture di detenzione della Cina, dove il regime perseguita brutalmente le aderenti al Falun Gong, ricorrendo anche a tutte le forme di tortura, secondo quanto riportato da Minghui.

Non è la prima volta che la signora Cui viene presa di mira per la sua fede. Secondo un articolo di Minghui del febbraio 2017, Cui è stata arrestata e imprigionata in diverse occasioni e nel 2001 è stata condannata a un anno nel campo di lavoro di Wanjia, che sarebbe «noto per l’uso di vari metodi di tortura nel tentativo di costringere i praticanti del Falun Gong a rinunciare al loro credo».

In un caso, la guardia l’ha colpita al volto con una panca, lasciandole una cicatrice all’angolo della bocca, si legge nel rapporto.

Continua la persecuzione

Negli ultimi 25 anni, milioni di praticanti del Falun Gong come la signora Cui sono stati rinchiusi in campi di lavoro forzato, centri di lavaggio del cervello e prigioni in tutto il Paese, secondo il Falun Dafa Infocenter. Secondo quanto riportato, oltre 100 mila sono stati sottoposti a torture e abusi durante la detenzione, nel tentativo di costringerli a rinnegare il loro credo.

Aderenti del Falun Gong si riuniscono in una veglia a lume di candela in memoria dei praticanti del Falun Gong deceduti a causa dei 24 anni di persecuzione della disciplina spirituale lanciata dal Partito Comunista Cinese, presso il National Mall di Washington, il 20 luglio 2023. (Madalina Vasiliu/The Epoch Times)

Secondo i dati raccolti da Minghui, solo nel 2023 i tribunali cinesi hanno condannato al carcere o imposto altre pene a 755 aderenti, quasi il 70% in più rispetto all’anno precedente. Molti dei condannati hanno ricevuto sentenze lunghe.

Finora, secondo le statistiche raccolte da Minghui, più di 5.000 praticanti sono stati uccisi a causa della persecuzione. Si ritiene tuttavia che il numero reale di morti sia molto più alto, data la difficoltà di ottenere informazioni correlate fuori dalla Cina e il prelievo forzato di organi supportato dallo Stato. 

Un numero crescente di legislatori a Washington, Bruxelles e altri Paesi ha condannato la brutale campagna del Pcc contro il Falun Gong, che alcuni sostenitori dei diritti hanno invitato a riconoscere come genocidio.

A gennaio, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna la persecuzione in corso di questa pratica, chiedendo «il rilascio immediato e incondizionato» dei praticanti del Falun Gong in Cina e invitando l’Ue e i suoi Stati membri a «sostenere e facilitare un’indagine internazionale sulla persecuzione».

 

Articolo in lingua inglese: Congressional Commission Urges Chinese Regime to Release Falun Gong Adherent

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