Spazzata via la rete di fedelissimi dell’ex boss della sicurezza cinese

«Un albero grande, ha radici profonde», recita un proverbio cinese. Si è visto di recente, quando gli investigatori del Pcc hanno arrestato una rete di funzionari corrotti nella provincia occidentale del Sichuan. Oltre la metà avevano in comune una ‘radice’ politica: l’ex capo dell’enorme apparato di sicurezza interna del Partito, Zhou Yongkang.

Zhou ha abbandonato la sua carica a fine 2012, ed è stato condannato all’ergastolo a giugno 2015 dopo una lunga indagine. Gli esperti di politica cinese hanno solitamente interpretato la caduta di Zhou Yongkang come una conseguenza della sua ribellione politica nei confronti della leadership del Partito, piuttosto che della sua (per quanto indiscutibile) corruzione.

La notizia che 13 dei 22 quadri recentemente indagati e licenziati nel Sichuan erano uomini di Zhou Yongkang, mostra la longevità del clientelismo politico in Cina. La notizia indica anche come i potenti funzionari cinesi siano capaci di costruire reti di fedeli, facilitando così il flusso di denaro, potere e relazioni.

L’ultimo dirigente purgato nello Sichuan è stato Li Kunxue, il 24 novembre: era stato vice segretario generale del Partito Comunista per la sezione della città di Chengdu. Per il suo rapido avanzamento di carriera, secondo i media cinesi, era debitore nei confronti di Zhou: durante i tre anni di regno di Zhou come segretario del Partito a Sichuan (1999-2002), Li era stato promosso da segretario di una commissione locale a segretario di  commissione principale a Chengdu, e infine all’ultimo incarico del 2012, quando Zhou Yongkang era a capo della Commissione politica e Affari legali, che controlla l’apparato di sicurezza interno cinese.

La rete di potere di Zhou in Cina è difficile da schematizzare, ma sembra aver ottenuto e mantenuto amicizie dovunque: nel Sichuan, nel settore petrolifico e in quello della sicurezza. Secondo Wang Dongming, segretario generale della provincia del Sichuan, Zhou ha «interferito con gli affari politici del Sichuan per un lungo periodo e ha avuto un grave impatto sull’ambiente politico locale», riporta il Notiziario di Pechino.

Anche un altro funzionario fatto fuori lo scorso anno, aveva stretti legami con la famiglia e gli amici di Zhou, riporta il Notiziario di Pechino. Zhao Miao, membro del comitato permanente del Partito a Chengdu, si incontrava regolarmente con famigliari di Zhou Yongkang, secondo l’articolo.

Oltre ai legami con Zhou, 10 dei 22 funzionari caduti erano anche dei protetti di Li Chuncheng, un importante alleato di Zhou, (per inciso, dai media cinesi non è emerso chiaramente quanto le reti dei fedelissimi di Zhou Yongkang e di Li Chuncheng si sovrapponessero tra loro) condannato a 13 anni di reclusione a ottobre. Il suo crimine? «Aver aiutato terzi a ottenere benefici illegali e aver causato grave danno ai fondi pubblici, sotto li comando di Zhou Yongkang». 

Articolo in inglese: Network of Loyalists of Former Chinese Security Boss Rooted Out

 
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