Redattore cinese si ritira sotto pressione, forse per mano di Jiang Zemin

Recentemente in Cina il direttore di una nota rivista politica liberale si è dimesso, dopo che gli antagonisti politici hanno esercitato nel corso degli anni una crescente pressione.

Yang Jisheng è un noto studioso 75enne e autore di una storia seminale sulla carestia di massa della Cina, provocata da Mao alla fine degli anni 50. Poco tempo fa Yang ha scritto due lettere per annunciare le sue dimissioni. 

Le sue dichiarazioni scritte e le interviste rilasciate alla stampa, hanno messo in luce le frustrazioni che possono vivere anche coloro che hanno profondi legami con il Partito Comunista Cinese (Pcc), se tentano di divulgare qualcosa che si allontana dalla rigida ortodossia del Partito. 

Oppressione e lotta politica, ecco cosa hanno notato alcuni osservatori in Cina in queste lettere, tutte cose che interpretano come tentativi di un gruppo di funzionari di mettere pressione sulle autorità centrali del Partito. 

Il 16 luglio 2015 su internet sono stati rivelati gran parte dei dettagli della pressione esercitata sulla rivista – cose che solitamente vengono nascoste al resto del mondo – pochi giorni dopo le dimissioni di Yang Jisheng avvenute il 30 giugno. Yang ha detto Radio Free Asia che lui non ha fatto trapelare le lettere – tuttavia nell’insieme hanno rivelato l’intensa pressione esercitata da dietro le quinte sul giornale. 

Yanhuang Chunqiu, la rivista da cui Yang si è dimesso, è conosciuta come ‘la Cina attraverso i secoli in lingua inglese’. Il mensile è nato nel 1991, ed famoso per sfidare le versioni ufficiali della storia approvate dal Partito – in particolare quelle sull’ossessione politica maoista che ha scosso la Cina nei decenni passati. 

Le pressioni non hanno fermato questo giornale, che va avanti da due decenni grazie alla tiratura limitata, i contenuti specialistici e il sostegno ricevuto da un gruppo di anziani riformisti del Partito. 

Ad esempio all’inizio del 2015 questa rivista è stata costretta ad annullare la cena annuale a causa della pressione esercitata dalle autorità. Prima di questa vicenda, gli editori avevano riferito di essere stati sottoposti a un controllo molto più stretto da parte dei funzionari della propaganda, che includeva l’approvazione degli articoli. Yang ha detto che dal 2010 al 2014 gli hanno pubblicato solo sono un quinto degli articoli. 

Yang ha detto di essersi dimesso a causa dell’ingerenza dall’Amministrazione statale di stampa, pubblicazioni, radio, film e televisione (Sapprft), l’organo di censura del Partito. 

I contenuti pubblicabili erano strettamente limitati, ma da aprile 2015 la Sapprft aggiunto altri15 argomenti. Oltre a non poter già parlare del Massacro di Tiananmen, del Falun Gong, dei leader politici e delle loro famiglie ecc.,  hanno proibito temi quali la ‘difesa militare e le operazioni militari storiche’, ‘i documenti importanti riguardanti al Partito e allo Stato e ‘le etnie e le religioni’. 

In quello stesso mese la rivista aveva ricevuto un severo avvertimento per la pubblicazione di decine di articoli non sottoposti alla cernita – di fatto, Yang ha detto che molti erano stati stampati precedentemente, indicando che le rimostranze della Sapprft non erano altro che un tentativo di attribuire delle colpe. 

Tuttavia, secondo quanto ha scritto Yang nella sua prima lettera in un discorso di addio al personale e ai lettori del Yanhuang Chunqiu, è stata un’altra parte degli organi di propaganda ad aver forzato in definitiva la sua mano. Yang ha raccontato che nel mese di aprile, un gruppo di funzionari della Xinhua News Agency, l’agenzia di stampa ufficiale della Cina, era andato a parlare con lui e lo aveva messo sotto pressione. 

«I tempi stanno cambiando», ha scritto Yang. «Forse un giorno, sotto la pressione dei nostri antagonisti, allo Yanhuang Chunqiu non rimarrà altra scelta che perire». 

Considerata l’opacità della politica e della propaganda in Cina, è difficile sapere pubblicamente chi abbia messo pressione a Yang. Di solito in questi casi, in Cina, la colpa viene attribuita alla direzione centrale del momento. Ma un autorevole quadro in pensione del Pcc ha recentemente esposto una teoria alternativa all’emittente radiofonica australiana Sbs e potrebbero esserci più responsabili. 

Ma un ex funzionario nel sistema di propoganda la pensa in un altro modo. Xin Ziling, ex capo della redazione dell’Università della Difesa nazionale e membro anziano del Partito, crede che dietro a questo caso di pressione ci sia la mano di Jiang Zemin

Jiang è stato a capo del Partito Comunista dal 1989 fino al 2002, tuttavia nel decennio successivo è rimasto una sorta di padrino nella politica cinese. Pertanto, senza occupare alcuna carica formale, ha inserito i suoi compari in posizione chiave ed esercitato un’enorme influenza. 

«Gli osservatori stranieri e i cinesi comuni spesso considerano che Xi Jinping diriga le politiche buone e cattive», ha detto Xin Ziling in un’intervista. «Ma non sanno che ci sono alcune cose che non sono frutto di decisioni prese da Xi Jinping. Alcune di queste sono state deliberatamente attuate dall’opposizione con lo scopo di infangare il suo nome». 

Secondo Xin «il giro di vite sul Yanhuang Chunqiu» è un «qualcosa predisposto dai suoi antagonisti» come parte di un tentativo generale di aprire più fronti di battaglia contro Xi, e rendere più difficile per lui l’attuazione dell’epurazione politica anti-corruzione che ha pesantemente preso di mira la rete politica Jiang. «Gli avversari di Xi Jinping vogliono trascinarlo in queste altre questioni, per proteggere la ‘fazione di Jiang’», ha detto. 

«In futuro, la storia dimostrerà che lo Yanhuang Chunqiu è nel giusto…», ha aggiunto Xin Ziling. «Finché la Cina continuerà a non cambiare la sua ideologia e a orientarsi sulla base del marxismo-leninismo, non arriverà da nessuna parte». 

Articolo in inglese: ‘Esteemed Chinese Editor Quits Amid Political Pressure, but It’s Unclear Who’s Behind the Pressure

 
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