Ucciso l’attentatore di Berlino, era a Milano

L’attentatore di Berlino, Anis Amri, che ha assassinato 12 persone investendole con un camion in un mercatino di Natale, è stato ucciso a Milano in uno scontro a fuoco con la polizia alle 3 della notte tra il 22 e il 23 dicembre. Non era la sua prima volta in Italia.

Il terrorista tunisino aveva tirato fuori una pistola nel corso dei controlli della polizia a Sesto San Giovanni, urlando «Allah Akbar» e ferendo alla spalla un agente. Il successivo scontro a fuoco ha portato alla sua morte. L’uomo aveva 24 anni.

Gli studi autoptici e il riconoscimento del volto hanno portato all’identificazione certa dell’attentatore. Secondo Repubblica, era arrivato in Italia con un treno partito dalla Francia.

In Italia, ha affermato il neo ministro dell’Interno Marco Minniti citato da Ansa, sussiste un «livello elevato di controllo del territorio che consente, nell’imminenza dell’ingresso di un uomo in fuga perché ricercato, di identificarlo e neutralizzarlo. Questo vuol dire che c’è un sistema di sicurezza che funziona».

Secondo Associated Press, Amri aveva almeno sei diversi nomi e tre nazionalità, da usare nei suoi viaggi in Europa; e in Sicilia era stato più volte in carcere, dove trattava male gli altri detenuti e cercava di organizzare insurrezioni.

Le autorità tedesche avevano emesso un mandato di cattura per il tunisino in tutta Europa, con una taglia di 100 mila euro in cambio di informazioni che avrebbero portato al suo arresto.

 
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