Perseguiti due funzionari legati all’ex zar della sicurezza cinese

Due uomini associati a Zhou Yongkang, ex capo della sicurezza, saranno portati a giudizio nella provincia di Hubei, lo ha annunciato, giovedì, il Pubblico Ministero cinese.

I due uomini – Li Chuncheng e Jiang Jiemin – formavano parte della vasta rete di potere e di influenza di Zhou. Quest’ultimo, epurato dal Partito a dicembre dello scorso anno, verrà processato. Li, un ex vice-segretario del Partito della provincia di Sichuan, era noto per essere un ‘faccendiere’ di Zhou; Jiang era invece un ex direttore e vice-segretario del Partito della Commissione statale delle attività di supervisione e amministrazione, l’ente governativo che sovrintende tutte le società statali. Prima di assumere quell’incarico Jiang era stato il presidente della PetroChina e l’ex direttore generale della China National Petroleum Corporation (Cnpc), oltre che la figura cardine del controllo di Zhou sul settore petrolifero negli anni Novanta.

Li e Jiang erano stati inizialmente bersagliati dagli investigatori anticorruzione, rispettivamente alla fine del 2012 e del 2013. Erano stati tra i primi a venire epurati durante le indagini su Zhou Yongkang, capo di una vasta rete creata da ex colleghi e solidali. La carriera di Zhou prevedeva incarichi nella provincia di Sichuan, ricca di fonti energetiche, e nel settore petrolifero, che essendo di monopolio statale permette a chi lo controlla di ricavarne grossi profitti.

Nell’annuncio che gli uomini sarebbero stati perseguiti, la Procura Suprema del popolo ha pubblicato due dichiarazioni quasi uguali: entrambi i casi venivano consegnati dall’alto ufficio della procura agli uffici della provincia di Hubei, dove si sarebbero svolti i processi ai tribunali intermedi del popolo nelle città di Hanjiang e Xiangning.

Jiang Jiemin veniva accusato di «usare la sua posizione per ricavarne benefici per altri, richiedendo e ricevendo illegalmente vaste somme» e di «possedere beni e spese che superavano con ogni evidenza il reddito dichiarato, senza alcuna spiegazione circa le provenienze».

Anche Li Chuncheng veniva dichiarato colpevole di ricevere mazzette e di abuso di potere. «Questo ha portato a grosse perdite del patrimonio statale», riferiva la nota della Procura. «Le circostanze sono state particolarmente gravi».

Solo pochi giorni prima della recente dichiarazione, alcuni investigatori del Partito si erano mossi per eliminare Liao Yongyuan, un ex solidale di Jiang Jiemin, dichiaratosi colpevole per l’esplosione di un oleodotto nel 2010 per salvare la carriera di Jiang, secondo la Phoenix Television di Hong Kong.

Jiang Jiemin era fondamentale per Zhou Yongkang come fonte di contanti: secondo l’Apple Daily, media hongkonghese, Jiang permetteva a Zhou e alla sua famiglia di accedere a circa 10 miliardi di dollari, che transitavano attraverso le banche svizzere.

Jiang era stato nominato presidente della China National Petroleum Corporation (Capogruppo della PetroChina) nel 2006, diventando una figura chiave dell’azienda, nella quale i massimi incarichi vengono distribuiti pressoché sempre a coloro vicini ai funzionari potenti. Alcune fonti della Sichuan e della PetroChina hanno riferito a Epoch Times che dopo essere diventato l’aiutante politico di Zhou, Jiang ha beneficiato dell’immenso supporto finanziario grazie a vaste somme delle quali si è appropriato indebitamente.

Li Chuncheng, l’altro funzionario, ha goduto dei legami con Zhou che tendevano a concentrarsi sulla violenza piuttosto che sulla ricchezza.

Oltre a essere indagato per corruzione, Li è infatti anche sospettato di avere legami più sinistri in un diretto coinvolgimento nella persecuzione dei cittadini cinesi che praticano i lenti movimenti degli esercizi meditativi del Falun Gong. La persecuzione contro il gruppo è iniziata nel 1999. Quando Li era sindaco della città di Chengdu dal 1999 al 2002 era un fedele amico intimo di Zhou, e questi era il capo del Partito della provincia di Sichuan.

Una relazione investigativa rilasciata dall’Organizzazione Mondiale per indagare sulla persecuzione del Falun Gong, un’associazione di ricerca no-profit con sede negli Usa, suggerisce che sia Li che Zhou fossero coinvolti nella detenzione dei praticanti del Falun Gong nei depositi militari e in altre strutture a Sichuan e Chongqing, con il rischio per le vittime di essere uccise così che i loro organi potessero venire venduti per il trapianto.

Il 12 marzo Zhou Qiang, capo della Corte Suprema cinese, ha riferito che si stanno preparando i processi per 28 funzionari di alto rango, incluso Zhou Yongkang.

La relazione annuale della Corte ha anche annunciato che il caso di Zhou va oltre la corruzione, sottintendendo che Zhou, insieme a Bo Xilai – ex membro del Politburo – ha partecipato alla formazione di una fazione politica per accumulare potere.

Un ex vice direttore del People Daily, portavoce ufficiale del Partito, è andato un passo oltre in una recente intervista con il quotidiano economico Caijing. Ha riferito che la relazione tra Zhou Yongkang, Bo Xilai, Xu Caihou (precedentemente il secondo uomo più potente dell’esercito) e Ling Jihua (assistente di Hu Jintao, ex leader del Partito) è «complessa e intrecciata».

Con l’aggiunta di uomini quali Jiang Jiemin – che sovrintendeva il settore finanziario dello stato – e Li Dongsheng – un tempo nella propaganda e più tardi nell’apparato di sicurezza – il gruppo aveva formato una «gigantesca rete di corruzione».

Arrivata al punto che «potrebbero perfino oscurare il Cielo e coprire la Terra», ha spiegato.

Il 15 marzo il media statale ha riferito che Xu Caihou, un membro di questa cerchia e l’ex vice presidente della Commissione militare centrale, era morto di cancro. L’annuncio è arrivato precisamente un anno dopo il giorno in cui era stato arrestato con accuse di corruzione.

Con ricerche di Frank Fang.

 Articolo in inglese: Powerful Former Official Now Said to Be Under Investigation

 
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