La connettività che piace al regime cinese

I cittadini cinesi sono ora più che mai connessi a Internet, ma questo significa anche molto più controllo da parte del regime comunista cinese.

Secondo un recente rapporto del China Internet Network Information Center (Cnnic), la Cina ha oggi 688 milioni di utenti Internet, il 50,3 per cento dei suoi 1,37 miliardi di abitanti. Dal 1997, data in cui è iniziato il monitoraggio dei dati, questa è la prima volta in cui più della metà della popolazione del Paese risulta usufruire dell’online.

Nove utenti cinesi su dieci, o 620 milioni di persone, accedono al web attraverso piattaforma mobile, rende noto il rapporto consultando i dati di fine 2015. La maggior parte degli accessi a Internet da piattaforma mobile in Cina avviene tramite smartphone, che rappresentano il 71,5 per cento degli utenti.

La Cina detiene la leadership mondiale per ciò che concerne il numero di utenti Internet, con un comodo margine sugli Stati Uniti, che occupano il secondo posto con 279 milioni di utenti Internet nel 2014. Con un tasso di accesso a Internet così alto, non c’è da meravigliarsi se personaggi del calibro di Mark Zuckerberg per Facebook, e Larry Page e Sergey Brin per Google, siano ansiosi di ingraziarsi il regime cinese e far approdare i loro business in Cina continentale.

Rimanendo connessi, tuttavia, i cittadini cinesi stanno in realtà consentendo alle misure di controllo della popolazione del Partito Comunista Cinese di sorvegliarli liberamente.

La polizia di Internet del regime cinese conta oltre due milioni di persone impegnate nella censura dell’opinione pubblica online, secondo un rapporto del 2013 del Beijing News, un organo di stampa semi-ufficiali. Lo scorso luglio, il regime ha approvato una nuova legge sulla sicurezza online che gli consente di rafforzare il suo controllo su tecnologia e industria Internet. Un mese dopo, il regime ha annunciato che avrebbe incrementato le unità di polizia per la sicurezza informatica su grandi aziende Internet e siti web.

E proprio questo mese, gli utenti cinesi hanno definito un nuovo gruppo di volontari della polizia Internet le «moderne guardie rosse» o anche dei «teppisti nazisti», perché i loro membri sono essenzialmente informatori per l’Ufficio di pubblica sicurezza di Pechino.

Allo stesso modo, il Cnnic, l’agenzia statale online che ha pubblicato il nuovo rapporto sulla popolazione Internet in Cina, non è un semplice sito innocuo dell’autorità di certificazione.

Il Cnnic è guidato da un leader della propaganda del Partito comunista nonché membro ufficiale della censura: Lu Wei. Lu è anche vice capo del Dipartimento centrale di propaganda, e direttore dell’ufficio generale del Gruppo leader Centrale per la Sicurezza Internet e Informatizzazione, un’organizzazione chiave del Partito che controlla l’Internet in Cina.

Il Cnnic è noto anche per la produzione di potenti malware, e si crede abbia sfruttato la vulnerabilità della rete per aiutare il regime cinese nel cyber-spionaggio e nei suoi attacchi informatici.

Così, quando il Cnnic afferma nei suoi rapporti che il 91,4 per cento delle aziende cinesi di Internet sono state dotate di «software antivirus e firewall» nel 2015, è più probabile che si tratti di sorveglianza, piuttosto che di protezione.

Articolo in inglese ‘Over Half of China Uses Smart Phones, and Most Are Surveilled by the State

 
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