La geopolitica delle religioni nel 2023

Di Ezequiel Toti

L’autore dell’articolo, Ezequiel Toti, è nato a Buenos Aires, Argentina. Editorialista per vari media europei ed americani, ha formazione in comunicazione di emergenza e comunicazione strategica. È vice presidente internazionale del Movimento Culturale Croce Reale – RnT e corrispondente della sua Agenzia di stampa in Argentina.

 

La geopolitica delle religioni è intesa nell’attuale contesto secolare come la lotta o l’interferenza di influenze nei territori fisici o umani, che vanno dal locale, regionale, nazionale e persino continentale.

Il Popolo in generale, anche sotto la secolarizzazione dominante, è capace di comprendere che culturalmente è partecipe di questa competizione, e ancor di più, tutti noi che professiamo una Fede spiritualista, vediamo in questa competizione non solo una lotta per la nostra identità ma anche per le nostre anime, qualcosa che la scienza non può dimostrare, ma che nonostante ciò determina la volontà dei cittadini, il loro atteggiamento nei confronti della concezione della vita e della morte (di offrirla o toglierla), la loro concezione della storia (ad esempio lineare in Occidente, circolare in alcuni Paesi orientali), il loro atteggiamento attivo o passivo nei confronti delle profezie, eccetera.

Pertanto, in un’analisi di stampo geopolitico e olistico in cui si parla di religione, non possiamo lasciare da parte l’ampio fenomeno della teologia politica nella sua concezione più alta e autentica, nella cui ampiezza può essere intesa come trasferimento o applicazione di concetti teologici al mondo politico.

Un esempio in questo senso dal punto di vista cristiano è Gueydan de Roussel (1908-1996) che, come sottolinea il prof. Rafael Breire Obeid venne dalla mano del concetto di ‘rigenerazione di tutte le cose’ nella Bibbia cristiana dove Dio stesso concentra l’intero messaggio cristiano sull’opportunità di riparare. Anche le nazioni in declino.

Le 3 visione sulla politica

Partendo dal presupposto del de Roussel che la politica può avere tre visioni applicabili, e cioè la politica agonale, che risale ai Greci e la sua essenza è lo spirito di vincere, di sconfiggere il male, dall’altro abbiamo la politica intesa come gioco di potere dove il potere prevale come bene in sé e non come ricerca del bene morale come vincitore e soprattutto del bene comune, infine abbiamo la politica ‘metafisica’ dove gli interessi passano in secondo piano e gli attori principali sono i testimoni che portano queste idee e credenze.

Quest’ultimo comporta il sacrificio personale del testimone il quale si sacrifica con il martirio quotidiano, la derisione, la segregazione e perfino soffrendo la violenza (senza che ciò implichi assenza di legittima difesa o guerra giusta) ma proprio quel sacrificio è di tipo personale e non l’esercizio della violenza verso terzi, poiché il modello è Cristo stesso, testimone supremo, che, una volta sconfitto, supera la propria ‘reversibilità’.

Nell’attuale contesto delle guerre che hanno colpito il periodo che va dall’anno scorso a quello in corso, la secolarizzazione della società che non ha rispettato i simboli religiosi, li ha relativizzati e strumentalizzati, è stata compartecipe degli estremismi violenti e delle loro imitazioni nel mondo: dalle vignette umoristiche offensive contro l’Islam, al politicamente corretto dell’Europa che silenziosamente segrega la sua antica identità culturale e storica cristiana, ai pregiudizi (nel migliore dei casi) della stampa, che omette la parte religiosa del discorsi negli attentati o rende invisibili gli attentati delle chiese incendiate in un contesto in cui ogni cinque minuti muore un cristiano (2011.OSCE).

Le recenti rivolte cristianofobe avvenute in Francia lo scorso anno non vanno lette solo in termini di politica interna ma anche di progressiva sostituzione demografica (sine iniuria) in tutta Europa. La Francia è un ottimo esempio perché da questa nascono i fondamenti secolari laici e repubblicani. 

L’Europa – Barriera

Fin dalla battaglia di Lepanto del 1571, l’Europa cristiana, che aveva monarchie attive e attraverso la Lega Santa, garantì una certa barriera all’Impero Ottomano, facendo dell’ortodossia e delle identità balcaniche una chiave fondamentale per le rivolte sorte a partire dalla fine del Medioevo in Serbia, le più importanti tra 1804-1813 con base locale che raggiunse una persistente e forte diffusione.

Tra gli altri ricordiamo il serbo bosniaco Vid Bilanovich, principe di Svinjara, che attraverso le rotte commerciali facilitò l’instaurazione di collegamenti con i serbi più colti dell’epoca, incontrando il principe Milan Obrenovich, il ministro Jovan Ristich e il metropolita Mihajlo, trovandosi anche lui in Russia e Bulgaria.

Verso una visione geopolitica più ampia

Tornando al presente, la propagazione delle idee, ad esempio quelle di Difesa nazionale da parte della popolazione civile, sono minacciate da attacchi informatici, campagne di disinformazione e fake news, perfino dalla ”guerra memetica” che attraverso la propagazione dei meme compie un’operazione psicologica attraverso i social.

Infine, possiamo invitare dalla geopolitica delle religioni ad analizzare al massimo il panorama completo con il minimo pregiudizio possibile, poiché è impossibile non averlo, a denunciare gli abusi contro i diritti umani e soprattutto nelle popolazioni civili minori, di qualunque schieramento, che si trovino e difendere la nostra identità e cultura che da due millenni sono indissolubilmente legate al cristianesimo; d’altra parte, dalla teologia politica ogni cristiano nel mondo deve essere testimone, con la sua preghiera e la propria coerenza di vita.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 
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