Il rapporto del Pentagono che smantellava lo studio di Fauci sul Covid

Di Hans Mahncke

I ricercatori del Dipartimento della Difesa americano hanno categoricamente smontato lo studio Proximal Origin, che è stato utilizzato dal Dr. Anthony Fauci come prova che il virus Covid-19 era di origine naturale.

Il documento datato 26 maggio 2020, è intitolato Critical analysis of Andersen et al. The proximal origin of Sars-CoV-2, ed è stato scritto dal comandante Jean-Paul Chretien, un medico della Marina americana che lavora presso l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della Difesa, e dal dottor Robert Cutlip, ricercatore presso la Defense Intelligence Agency. Il documento è venuto alla luce il 15 maggio, quando è trapelato al pubblico tramite il gruppo di ricerca sulle origini dei virus chiamato Drastic (Decentralized Radical Autonomous Search Team Investigating Covid-19).

Il documento smonta in modo approfondito la teoria sull’origine naturale presentata in Proximal Origin e conclude: «Gli argomenti utilizzati da Andersen et al per supportare uno scenario di origine naturale per Sars-CoV-2 non si basano su analisi scientifiche, ma su presupposti ingiustificati».

L’esistenza di questo documento interno del Pentagono è cruciale, poiché dimostra che i funzionari governativi erano ben consapevoli nei primi mesi della pandemia che non c’erano prove a sostegno di un’origine naturale del virus Covid-19. Inoltre, dato lo schiacciante discredito di Proximal Origin, è evidente che i funzionari del Pentagono erano anche a conoscenza degli sforzi di Fauci per seminare una falsa narrazione sull’origine di Covid-19.

Proximal Origin è stato inizialmente concepito da Fauci durante una teleconferenza segreta tenutasi il 1° febbraio 2020. Lo scopo della teleconferenza era quello di distogliere l’attenzione da una possibile origine di laboratorio del Covid-19 e di spostarla su una teoria di origine naturale. Fauci ha diretto un certo numero di scienziati, guidati da Kristian Andersen della Scripps Research e Robert Garry della Tulane Medical School, per scrivere uno studio che potesse essere utilizzato per screditare la teoria della fuga da laboratorio. Nonostante fosse direttamente coinvolto nella nascita dello studio, così come nella definizione delle sue argomentazioni, il ruolo di Fauci è stato nascosto al pubblico. Fauci in seguito ha concesso ad Andersen e Garry sontuose sovvenzioni finanziate dai contribuenti americani.

Le incongruenze di Proximal Origin sono state immediatamente notate dai revisori della rivista scientifica Nature. Questo fatto è diventato noto solo alla fine dell’anno scorso dalle e-mail ottenute tramite il Freedom of Information Act dal giornalista indipendente Jimmy Tobias. Tuttavia, con l’aiuto di Jeremy Farrar, che ora è il capo scienziato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e che aveva aiutato Fauci a plasmare la narrazione sull’origine naturale, il 17 marzo 2020 Proximal Origin è stato accettato per la pubblicazione su Nature Medicine dove sosteneva coraggiosamente che nessun «scenario basato sul laboratorio è plausibile».

Il 17 aprile 2020, il presidente Donald Trump ha confermato che la pandemia di Covid-19 è probabilmente iniziata in un laboratorio di Wuhan in Cina. Lo stesso giorno, mentre partecipava a una conferenza stampa alla Casa Bianca, Fauci ha categoricamente respinto la possibilità di un’origine di laboratorio del Covid-19, citando Proximal Origin come prova. Fauci ha mentito, dicendo ai giornalisti che non riusciva a ricordare i nomi degli autori. Quello che non si sapeva all’epoca era che Fauci non solo conosceva bene gli autori, ma aveva guidato personalmente lo sforzo per far scrivere Proximal Origin.

Proximal Origin è diventato quindi il punto di riferimento per la propaganda dei media mainstream che ripetevano a pappagallo le parole di Fauci sull’origine naturale del Covid. È diventato anche l’articolo sul Covid-19 più letto e uno dei documenti accademici più citati di tutti i tempi.

Tuttavia, mentre Fauci e i media pubblicamente sostenevano che Proximal Origin aveva risolto il dibattito sull’origine, i ricercatori del Pentagono sono giunti a una conclusione molto diversa.

Chretien e Cutlip hanno scoperto che le caratteristiche del Covid-19, che Proximal Origin ha attribuito all’evoluzione naturale, erano in realtà «coerenti con un altro scenario: che Sars-CoV-2 è stato sviluppato in un laboratorio, con metodi che i principali ricercatori di coronavirus usano comunemente per indagare su come i virus infettano le cellule e causano malattie. Valutano anche il potenziale rischio della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani e sviluppano farmaci e vaccini».

Una di queste caratteristiche è il sito di scissione della furina, che rende il virus particolarmente contagioso negli esseri umani. Questa caratteristica non è mai stata osservata in nessun betacoronavirus presente in natura. Proximal Origin ha affermato che questa caratteristica non faceva parte di nessun virus generato in laboratorio, quindi doveva essere sorta attraverso un «processo evolutivo naturale». Come sottolineano Chretien e Cutlip, questa argomentazione «non si basa su un’analisi scientifica ma sul presupposto che studi precedenti, qualora esistessero, sarebbero stati pubblicati».

Secondo il rapporto del Pentagono, un’argomentazione simile fatta in Proximal Origin sul receptor binding domain del Covid-19, la parte di un virus che gli consente di attraccare alle cellule negli esseri umani o negli animali, non era «un argomentazione scientifica».

Il rapporto del Pentagono evidenzia anche un grave difetto logico in Proximal Origin in quanto si basa sulla mancanza di pubblicazioni su aspetti particolari dell’ingegneria del coronavirus come motivo per concludere che tale ingegneria non abbia avuto luogo. Ad esempio, Proximal Origin afferma che «i dati genetici mostrano inconfutabilmente che Sars-CoV-2 non deriva da nessuna base virale utilizzata in precedenza». Come sottolineano Chretien e Cutlip, «l’assenza di una pubblicazione non significa che la ricerca non sia stata fatta».

In quella che è forse la parte più notevole dell’articolo di Chretien e Cutlip, gli autori fanno notare la collaborazione tra Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord, un pioniere degli esperimenti di guadagno di funzione, e Shi Zhengli, direttore dell’Istituto di Virologia di Wuhan. Come sottolineano Chretien e Cutlip, Baric e Shi hanno condotto un esperimento nel 2015 che rispecchiava il modo in cui il virus Covid-19 sarebbe stato progettato in laboratorio. Il collegamento diretto tra l’Istituto di Virologia di Wuhan e il know-how necessario per produrre Covid-19 non è stato menzionato in Proximal Origin.

Sebbene Chretien e Cutlip non abbiano offerto una risposta definitiva sull’origine di Covid-19, hanno concluso che nessuna delle argomentazioni in Proximal Origin ha diminuito la plausibilità di un’origine di laboratorio. Proximal Origin invece sosteneva di aver fatto l’esatto contrario.

Data la portata generale delle critiche mosse a Proximal Origin, è lecito domandarsi: perché il pubblico non è stato informato sulla pubblicazione del documento del Pentagono, che è stato finanziato interamente dai contribuenti?

Il Pentagono, che all’epoca era guidato dall’incaricato di Trump Mark Esper, ha permesso che la narrazione sulla falsa origine di Fauci peggiorasse. Uno dei due autori, Cutlip, ha lasciato il Dipartimento della Difesa nel 2021. Non si conoscono le circostanze della sua partenza. La biografia di Cutlip afferma che attualmente è professore in visita presso la Fairmont State University in West Virginia. La biografia afferma anche che Cutlip faceva parte della «Corona Virus Task Force, che forniva informazioni al presidente degli Stati Uniti». Non è noto se Cutlip abbia condiviso le sue intuizioni con Trump o con il presidente Joe Biden.

 

Articolo in inglese: EXCLUSIVE: Leaked Pentagon Report Forensically Dismantled Fauci-Led Natural Origin Study

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