Parla il no Green Pass Marco Liccione: «Giletti continuava a tapparmi la bocca»

Di Gigi Morello

Viviamo un momento di apparente sdoganamento mediatico del movimento No Green Pass dopo gli avvenimenti di Roma, che sono seguiti da un fiume mediatico di condanna unilaterale generalizzata dell’intera manifestazione. In Tv nazionale iniziano a trovare spazio, infatti, non solo i politici consolidati, ma anche gli attivisti meno noti.

L’opinione pubblica è divisa riguardo ai recenti avvenimenti e il messaggio veicolato dalla maggior parte della stampa risulta essere in netto contrasto con la classifica di Sentiment Negativo riscontrato dall’opinione popolare secondo dati dell’Agenzia Socialcom.

Evidente segno di contrasto con l’informazione mainstream, per esempio, il Sentiment Negativo su Maurizio Landini, segretario della Cgil che che dopo gli avvenimenti del 9 ottobre cresce nel suo indice di sentimento negativo passando da un 50% ad un astronomico 91,21% in solamente due giorni.

Ma Landini non è l’unico ad essere malvisto: Draghi acquista un 18%, superando per la prima volta il 50% del sentiment negativo, e questo aumenta anche per Matteo Salvini (+9%), Giorgia Meloni (+11%), Enrico Letta (+24%) e Giuseppe Conte (+22%).

In tutto questo, alla trasmissione di Giletti su La7 di mercoledì 13 ottobre 2021 è stato presente uno dei principali attivisti No Green pass piemontese, il leader de «La Variante Torinese» Marco Liccione, mentre presenti in studio siedono altri ospiti più blasonati tra i quali la vice questore Schilirò, Gianluigi Paragone, l’Avvocato Taormina, il direttore del Tempo ed altri.

Ad un certo punto il Liccione saluta ed abbandona la trasmissione affermando che Giletti non l’ha lasciato parlare.

Epoch Times lo ha quindi intervistato per permettergli di esprimere quello che ritiene di non aver potuto comunicare in Tv.

Buongiorno signor Liccione, posso chiederle cosa è successo da Giletti?

Innanzitutto grazie per avermi concesso di parlare. Per me è importante potere parlare qui perché in TV mi sono trovato a non potere dire quello che pensavo né a potere fare un ragionamento completo, e mi sono sentito come se venissero accettate solo risposte che piacessero al conduttore, e tutto il resto considerato come non importante o superfluo. Se iniziavo a spiegare qualcosa iniziando da un ragionamento di principio venivo brutalmente attaccato e maltrattato dal conduttore.

Quali sono le parole che non è riuscito a dire?

Principalmente che noi come Variante Torinese non siamo mai andati a Roma per manifestare accanto a Forza Nuova. Non saremmo mai scesi in campo con Forza Nuova in quanto è un movimento politico e non ci riconosciamo nelle loro idee.  Ma penso anche che in questo momento storico le ideologie non siano altro che uno strumento usato per dividere il popolo. Per me Castellino non era nessun leader della piazza ma semplicemente uno dei tanti che manifestava contro il Green Pass. Ma non accetto che mi si etichetti come «fascista», anche implicitamente perché in mezzo al popolo ci sono anche persone di estrema destra. Perché nel popolo ci sono persone che hanno le proprie idee politiche. Ed è giusto che sia così. Io non sono fascista e sono per la non violenza. Sono apertamente contro fascismo e nazismo. Sono contro la violenza, sia che essa venga dal popolo che dalle forze dell’ordine. E con me sono molti a pensarla in questo modo. Penso che chi sbaglia usando violenza debba pagare il giusto prezzo.

Durante la trasmissione Giletti continuava a puntare sull’attacco alla Cgil e l’accusava di non rispondere. Perché non ha risposto a quella domanda?

In verità io ho risposto a Giletti, io ho detto sin dal principio che io non ero lì in quel momento e non ho preso parte a nessun attacco in quel luogo. Lui continuava a chiedermi di qualcosa che non avevo visto e che quindi non potevo riportare di prima persona. Era come se nonostante io avessi detto sin dall’inizio che non sapevo a sufficienza, lui volesse farmi dire qualcosa di specifico che voleva io dicessi. Ma io ho risposto alla domanda subito, dal principio. Se ho detto da subito di non essere lì non capisco perché continuasse a farmi sempre la stessa domanda come se io non volessi rispondervi, rispondervi non sarebbe stato riportare dei fatti, ma solo delle mie opinioni personali, e da quello che capisco del vero giornalismo, quelle dovrebbero essere le vere cose importanti.

Durante l’intervista lei ha citato un avvenimento che è sembrato cogliere di sorpresa Giletti, che ha commentato in diretta che avrebbe voluto esserne informato prima. Di che avvenimento ha parlato?

Ho parlato di un avvenimento accaduto e documentato dove una camionetta della polizia, quella che è stata ripetutamente mostrata nella trasmissione come scossa dei manifestanti, prima di essere scossa ha continuato a proseguire trasportando con il suo movimento alcuni pacifici manifestanti. Io ero lì e ho visto tutto. Insieme ad alcuni poliziotti lì presenti, che avevano colto la pericolosità della situazione, abbiamo tolto le chiavi dal quadro perché il guidatore aveva perso il controllo. Dopodiché alcuni manifestanti presenti agli avvenimenti si sono arrabbiati. Hanno incominciato a scuotere il veicolo. C’è un video che mostra che una camionetta prima trascina i manifestanti davanti alla stessa, e poi i manifestanti la scuotono. Io però non ero tra essi. C’è anche un video riportato da Repubblica dove un manifestante viene investito da un’altra camionetta, sfiorando una possibile tragedia. Ma quelle parti di video sono state omesse, e venivano mandati in continua visione in trasmissione immagini di violenze da parte dei manifestanti tagliando altre scene dove avvenivano brutali pestaggi da parte delle forze dell’Ordine su cittadini inermi. Ho visto personalmente fumogeni sparati ad altezza d’uomo  quando davanti c’erano donne e bambini. Non ho mai vissuto una scena così drastica in vita mia. Volevo poterlo dire, ma Giletti continuava a tapparmi la bocca.

Ma il video in questione è stato poi mostrato nella diretta?

Chiunque può riguardare il video presentato nella trasmissione. Quando ho visto che era completamente sfocato e praticamente irriconoscibile ho capito che il messaggio che si voleva trasmettere era a senso unico. Perché il video in questione dove si vede quello che ho dichiarato in diretta esiste e non è per nulla sfocato come è stato presentato in Tv. La sequenza che veniva proposta non era quella. A quel momento mi sono chiesto se Giletti fosse un giornalista o qualcuno che voleva accettare solamente un messaggio che andasse nella direzione che aveva stabilito in anticipo. Praticamente un politico. A questo punto ho smesso di andargli dietro e lui ha cominciato ad insultarmi e a trattarmi come un completo ignorante.

Ma in questo modo lei si esprime contro le forze dell’Ordine?

Assolutamente no. Io ho un grande rispetto per le forze dell’Ordine. Penso che anche le forze dell’Ordine siano persone del popolo, per cui chi sbaglia deve pagare personalmente, senza fare di tutta un’erba un fascio, rendendo tutta una categoria sbagliata. Come non tutto il popolo no green pass è violento, non lo è nemmeno tutto il popolo appartenente alle Forze dell’Ordine.

Questa situazione romana ha visto una grande diatriba che ha coinvolto la ministra Lamorgese, accusata di non avere preso in considerazione a sufficienza del fattore sicurezza. Cosa ne pensa?

Io penso che queste siano questioni politiche. Penso che i partiti approfittino della situazione per farsi la guerra appena hanno un pretesto per poterlo fare.  Personalmente io non ho nemmeno le competenze necessarie per stabilire quali sono le regole per i permessi necessari affinché qualcuno possa o meno organizzare una manifestazione. Non me ne sono posto nemmeno il problema. Quello che posso dire dal mio lato che a Torino ci siamo sempre ben guardati da trasformare una manifestazione in qualcosa di violento. Io era a Roma per essere parte del popolo che manifestava pacificamente ma con fermezza. Non mi interessavano e non mi interessano le etichette.

E l’uscita dalla trasmissione come è avvenuta?

Un dato che forse non conoscete è che la Variante Torinese non sono solo io, ma siamo un bel team affiatato di persone che lavorano insieme. Facciamo riunioni, organizziamo gli eventi insieme. Ci sentiamo tutti i giorni. Ognuno ha un ruolo preciso. Io non sono il dittatore. Sono anche io un membro del team e svolgo il ruolo di portavoce. Quindi ad un certo punto quando ci siamo resi conto che Giletti non aveva nessun desiderio di lasciarmi parlare, e soprattutto quando ha incominciato ad insultarmi pesantemente, ci siamo coordinati durante la pubblicità e insieme abbiamo deciso che rimanere lì senza parlare e a farsi insultare non era corretto, quindi sono uscito. Il mio team era lì a guardarmi e a vivere con me questa esperienza. Per me era la prima volta, grazie a loro sono riuscito a non arrabbiarmi e a rimanere dalla parte del giusto, senza cadere nel tranello di iniziare ad insultare anche io. Senza di loro non ce l’avrei fatta.

 
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