Grande vittoria in un piccolo Paese: Cipro mostra all’Europa la via

Di Peter Dahlin

Peter Dahlin è il fondatore della Ong Safeguard Defenders e il co-fondatore della Ong cinese China Action con sede a Pechino (2007-2016). È autore di «Trial By Media» e collaboratore di «The People’s Republic of the Disappeared». Ha vissuto a Pechino dal 2007, fino a quando è stato rinchiuso in una prigione segreta nel 2016, e successivamente deportato e bandito. Prima di vivere in Cina, ha lavorato per il governo svedese su problemi di uguaglianza di genere e ora vive a Madrid, in Spagna.

 

Le festività sono arrivate in anticipo in Europa, con un dono per lo Stato di diritto e la protezione dei diritti umani offerto non da un uomo barbuto vestito di rosso, ma piuttosto da un tribunale di Cipro.

Il 23 dicembre, il tribunale, che sta elaborando la prima richiesta di estradizione del regime cinese da quando ha ratificato un trattato di estradizione, ha raggiunto un verdetto molto schiacciante per la Cina.

Il tribunale cipriota non è certo il primo tribunale in Europa a negare le estradizioni in Cina, ma il verdetto in sé, e il tipo di caso che lo riguarda, non fa solo costituire un precedente a Cipro, ma probabilmente influenzerà i tribunali nei 46 Paesi in tutta Europa, vincolati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu).

In precedenza, nelle rare occasioni in cui le estradizioni venivano negate, i tribunali si basavano costantemente sui rischi politici delle persone, come l’adesione al Falun Gong o il rischio più generale di tortura. Però in questo caso, e per quella che è (per quanto si sa) la prima volta in Europa, il tribunale ha respinto anche le richieste di estradizione per mancanza di equi processi in Cina. A molti osservatori sembrerebbe un dato di fatto data la natura del sistema di giustizia penale cinese. Tuttavia, i tribunali sono stati costantemente riluttanti ad affrontare la questione, forse temendo che potesse essere utilizzata per casi in altri Paesi con note interferenze politiche nei loro sistemi giudiziari. In questo caso, il giudice ha deciso di impedire l’eventualità – ad alto rischio – di privazione di un giusto processo dovuto al sistema di giustizia generale in Cina.

Inoltre, il tribunale cipriota ha anche citato l’alto rischio di detenzione arbitraria, un’altra disposizione chiave che dovrebbe, se tale rischio esiste, bloccare qualsiasi estradizione da qualsiasi Paese europeo vincolato dalla convenzione (Cedu).

Analogamente alla Corte Suprema svedese, il tribunale cipriota ha anche stabilito che le rassicurazioni diplomatiche della Cina non costituiscono una reale garanzia contro l’alto rischio di tortura, detenzione arbitraria e mancanza di un processo equo. In effetti, la mancanza di una base legale per la Cina nell’offrire tali assicurazioni è stato un punto chiave nella testimonianza del sottoscritto all’udienza e nello scontro con il pubblico ministero. L’accusa, che ha agito solo in base a ciò che era stato loro detto dall’ambasciata cinese, ha fornito una dichiarazione fattualmente errata dopo l’altra e potrebbe, francamente, essere demolita. Un punto chiave è che né l’ambasciata né il Ministero degli Esteri hanno la legittimazione ad offrire garanzie legalmente vincolanti e, di conseguenza, le loro parole sono prive di merito.

Il caso in Svezia, che riguardava l’allora «uomo più ricercato» dalla Cina, ha visto una linea di argomentazioni simile. Ero lì, insieme al gruppo per i diritti umani Safeguard Defenders, per chiarire il punto della testimonianza. In quel caso, l’accusa svedese ha effettivamente cercato di ottenere assicurazioni dagli unici due organi con la legittimazione ad emetterle – la Procura Suprema e la Corte Suprema – ma la parte cinese non ha mai risposto e ha affossato il proprio stesso caso.

Tuttavia per Cipro, un piccolo Paese che dipende economicamente da Paesi come Russia e Cina e che ha recentemente ratificato un trattato di estradizione, prendere una decisione così forte e chiara nel suo primo caso di estradizione, è una grande vittoria per la nazione insulare. Ciò è particolarmente importante in quanto Pechino ha intrapreso una serie di azioni per minare il processo giudiziario cercando di costringere la vittima a rinunciare alla resistenza, arrestando diversi membri della famiglia in Cina, minacciando sua moglie (a Cipro) e, più recentemente, emettendo attraverso l’Interpol un Avviso rosso su sua moglie. Questa decisione chiarisce che tali tentativi di sovvertire la sovranità giudiziaria di un Paese europeo sono inaccettabili.

Con altri due casi pendenti a Cipro, con uno non del tutto concluso in Polonia, e altri in Italia, Portogallo e Spagna, tutti anch’essi vincolati dalla Cedu, il piccolo tribunale distrettuale di Larnaca ha fatto all’Europa e all’Unione Europea un grande favore, e ha davvero offerto a tutti noi un regalo di Natale per la tutela dei diritti umani.

Ora è tempo che i Paesi europei più grandi seguano l’esempio e onorino i loro impegni legalmente vincolanti per lo Stato di diritto e la protezione dei diritti umani e rifiutino le richieste di estradizione cinesi. L’unico modo per ottenere influenza per convincere Pechino a migliorare il suo abissale sistema legale è sostenere i nostri standard più elevati e costringere il regime cinese ad adattarsi ad essi se vuole perseguire i criminali e cercare la cooperazione giudiziaria.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times

Articolo in inglese: A Major Victory in a Small Country: Cyprus Shows Europe the Way Forward in Dealing With China

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