Google è di sinistra?

Un video registrato di nascosto nel quartier generale di Google, e poi diffuso sulla stampa, mostra i grandi capi che si lamentano della sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni del 2016. Durante la riunione si afferma anche come l’elezione del presidente Donald Trump fosse in conflitto con «molti» dei valori della compagnia.

Il video completo è stato pubblicato da Breitbart che l’ha ottenuto da una fonte anonima. La riunione mostrata nel video era il primo incontro settimanale di tutto il personale, dopo le elezioni presidenziali del 2016. Gli interventi dei maggiori leader dell’azienda, che evidentemente non hanno sentito di dover nascondere le proprie opinioni politiche, riflettevano un umore depresso – alcuni erano quasi in lacrime – e al contempo mostravano però il desiderio di combattere le politiche di Trump e di influenzare l’opinione pubblica in senso inverso.

Larry Page e Sergey Brin (co-fondatori di Google), Kent Walker ed Eileen Naughton (vice presidenti), Ruth Porat (direttore finanziario) e Sundar Pichai (amministratore delegato) hanno tutti parlato a lungo, durante la riunione durata un’ora, alternando tristezza e combattività, e discutendo possibili piani su come utilizzare le potenti risorse dell’azienda: «Certamente trovo questa elezione profondamente offensiva, e so che anche molti di voi la pensano così – ha affermato il co-fondatore Sergey Brin – È in conflitto con molti dei nostri valori».

La direttrice finanziaria Ruth Porat ha affermato di sentire il dovere di «lottare per quello che è giusto e di non fermarsi mai nel combattere per quello che è giusto».
«I nostri valori sono forti– ha aggiunto – Lotteremo per proteggerli e utilizzeremo la grande forza, le grandi risorse e il grande pubblico che abbiamo, per continuare a portare avanti questi valori davvero importanti».
La Porat è sembrata anche quasi in lacrime a un certo punto, mentre ricordava il momento in cui si è resa conto che Hillary Clinton avrebbe potuto perdere.

Il video è emerso in un periodo in cui i social media sono sotto particolare attenzione mediatica, per via delle accuse di manipolare i risultati delle ricerche o di censurare alcune voci, specialmente sul lato dei conservatori. Anche Trump ha lanciato questo genere di obiezione e il suo consigliere economico, Larry Kudlow, ha detto ai giornalisti che la Casa Bianca condurrà «delle indagini e delle analisi» su Google.

Un comportamento organizzato?

Il dottor Robert Epstein, psicologo ricercatore dell’Istituto Americano per la Ricerca e la Tecnologia del Comportamento, ha commentato il video definendolo «inquietante».
«Quando un massimo dirigente di Google dice una cosa del genere, la cosa è molto spaventosa – ha affermato Epstein – In pratica stanno dicendo: “Utilizzeremo gli strumenti di cui disponiamo per promuovere i nostri valori”. A me questo sembra significare che [Google, ndr] interferirà nelle elezioni. È altamente problematico».

Brad Parscale, membro della squadra di Trump, ha definito questa una «minaccia alla Repubblica» e ha chiesto ulteriori indagini sulla compagnia.

Un portavoce di Google, rispondendo a Epoch Times per email, ha dichiarato che i prodotti dell’azienda vengono creati «senza tenere in conto i punti di vista politici».
«Alcuni impiegati e dirigenti di Google hanno espresso le loro opinioni personali a seguito di una stagione elettorale lunga e conflittuale – ha affermato il portavoce – Non è stato detto nulla, né in quell’incontro né in altri, che suggerisse l’influenza di un pregiudizio politico nel modo in cui progettiamo e facciamo operare i nostri prodotti».

Una ricerca di Harvard ha tuttavia concluso che i risultati di ricerca di Google non sono obiettivi, al contrario di quanto affermato dall’azienda, che nel 2017 è stata anche multata per 2 miliardi e 700 milioni di dollari dall’Unione Europa per lo stesso motivo.

Epstein, che ha studiato per anni i metodi di influenza, afferma che Google ha il potere di influenzare milioni di votanti mediante il «search engine manipulation effect» e il «search suggestion effect». Nel 2016, ha condotto un progetto di monitoraggio segreto che ha mostrato come Google, mesi prima delle elezioni, abbia nascosto dal completamento automatico, nella barra della ricerca, i risultati che mostravano in luce negativa Hillary Clinton [il completamento automatico è la funzione di Google che mostra dei suggerimenti automatici, nel momento in cui si digita nella barra della ricerca, ndr].

«Un conto è mostrare il potere che hanno i risultati di ricerca; nel nostro progetto, tuttavia, abbiamo mostrato che i risultati di ricerca di Google favorivano un candidato».

Una ricerca di Epstein (oggetto di valutazione inter-pares) ha scoperto che gli algoritmi di Google possono facilmente spostare il 20 per cento dei voti o anche più, e all’interno di specifici gruppi demografici persino l’80 per cento. Ha anche rilevato che i suggerimenti di ricerca di Google possono trasformare la situazione dei votati indecisi da 50/50 a 90/10 in una specifica direzione.

Secondo Epstein, il problema di Google è che utilizza tecniche invisibili che non possono essere monitorate facilmente: «Non producono documentazione cartacea che le autorità possano controllare […] Se prima c’erano dei dubbi, ora non ci sono più».

Un recente studio ha scoperto che oltre il 90 per cento della donazioni politiche degli impiegati di Alphabet (che include Google e Youtube), dal 2004 al 2018, sono andate ai democratici.

Kent Walker, vice presidente per gli Affari Globali, ha parlato di «tribalismo auto-distruttivo nel lungo termine», in riferimento all’elezione di Trump. «La storia – ha affermato – è dalla nostra parte».

Eileen Naughton, vice presidente del reparto People Operations, ha ammesso che degli impiegati di Google di ideologia conservatrice avevano affermato di «non essersi sentiti pienamente a proprio agio». La Naughton ritiene che l’azienda dovrebbe essere più tollerante, inclusiva e civile.

Ma non molto dopo questa dichiarazione, Google ha licenziato l’ingegnere James Damore per via di un documento che aveva fatto circolare in cui metteva in dubbio alcune restrizioni alla libertà di parola nell’azienda, e in cui suggeriva di promuovere la diversità in modi alternativi, e non mediante la discriminazione nelle assunzioni.

Inoltre, quando un membro del personale ha invitato ad aumentare le donazioni private degli impiegati di Google nei confronti di gruppi di sinistra, il vice presidente Sergey Brin ha affermato: «È un buon suggerimento».

Secondo Epstein, i capi di Google non hanno nessuno che ponga limiti al loro potere: «Non devono dare conto a nessuno se non a loro stessi».

 

Articolo in inglese: Leaked Video Shows Google Leadership Express Left-Leaning Bias

 
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