Gli agricoltori europei protestano contro le politiche del Green Deal

Di Kos Temenes

Giovedì, gli agricoltori si sono diretti verso la Camera del Parlamento a Parigi. Le riprese dei droni mostrano la portata della protesta, con un enorme convoglio di trattori su un’autostrada vicino a Jossigny. Sono state bloccate anche diverse autostrade dentro e intorno a Parigi.

Venerdì, gli agricoltori francesi stavano smantellando molti dei loro posti di blocco costituiti da balle di fieno in decine di siti in tutta la Francia, comprese diverse autostrade che portano alla capitale francese, mettendo in pausa le loro proteste dopo aver ricevuto ulteriori impegni da parte del governo.

«I blocchi stradali vengono rimossi regione per regione. Alcuni sono ancora al loro posto, ma poco a poco, nel corso della mattinata, verranno rimossi», ha annunciato alla radio France Info, Jerome Despey, un alto funzionario del sindacato degli agricoltori Fnsea.

Gli agricoltori affermano che la recente implementazione di tasse verdi più elevate in Europa ha avuto un impatto devastante sui loro mezzi di sussistenza e che non ricevono un risarcimento adeguato e devono inoltre affrontare la concorrenza sleale dei Paesi extra-Ue.

Il 1° febbraio è poi scoppiato il caos fuori dal Parlamento europeo a Bruxelles, quando gli agricoltori hanno lanciato uova e pietre contro l’edificio e hanno appiccato incendi e fatto esplodere fuochi d’artificio nelle vicinanze.

All’enorme manifestazione hanno partecipato agricoltori provenienti da diversi Paesi europei, tra cui Italia e Spagna, mentre contemporaneamente continuavano le proteste nei rispettivi Paesi d’origine. Gli agricoltori portoghesi si sono diretti verso il confine spagnolo nelle prime ore del mattino nel tentativo di bloccare le strade che collegano i due Paesi.

La protesta ha visto anche piccoli gruppi tentare di abbattere le barriere erette davanti al Parlamento, situato a pochi isolati da dove si svolgeva il vertice.

I manifestanti sono stati accolti con gas lacrimogeni e idranti da parte della polizia antisommossa, mentre il personale di sicurezza in tenuta antisommossa faceva la guardia dietro le barriere dove i leader si incontravano presso la sede del Consiglio europeo.

Durante la protesta, una statua sulla piazza è stata danneggiata. Diverse delle principali arterie stradali della città sono state bloccate dai trattori, che la polizia stima fossero circa 1.300.

«Se vedete con quante persone siamo qui oggi, e se vedete che è in tutta Europa, allora dovete avere speranza», ha dichiarato Kevin Bertens, un agricoltore appena fuori Bruxelles. «Hai bisogno di noi. Aiutaci!».

Elezioni europee

Le proteste sono già state fruttuose per quanto riguarda la garanzia di diverse misure, comprese le proposte della Commissione esecutiva del blocco per limitare le importazioni agricole dall’Ucraina e allentare alcune norme ambientali sui terreni incolti. Ciò è stato accolto con favore da diversi leader dell’Ue al loro arrivo al vertice.

Le proteste in Francia, che vanno avanti da settimane, hanno visto il governo francese abbandonare i piani per ridurre gradualmente i sussidi sul diesel agricolo, oltre a promettere maggiori aiuti. Nuove misure sono state annunciate dal primo ministro Gabriel Attal il 1° febbraio.

In ogni caso, secondo gli agricoltori questa è solo la punta dell’iceberg e chiedono ai loro leader azioni più decisive: «Sapete cosa sta succedendo: si avvicinano le elezioni europee e i politici sono molto nervosi, così come la Commissione europea. E penso che questo sia il momento migliore in cui tutti gli agricoltori europei scendono in strada insieme», ha affermato Jose Maria Castilla, un agricoltore che rappresenta il sindacato degli agricoltori spagnoli Asaja.

Un trattore esponeva uno striscione con la scritta «Se ami la terra, sostieni chi la gestisce» mentre gli agricoltori del Belgio e di altri Paesi europei cercavano di farsi sentire dai leader dell’Ue presenti al vertice.

Un altro striscione diceva: «Niente agricoltori, niente cibo».

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato: «Agli agricoltori che sono fuori: vi vediamo e vi sentiamo».

Il primo ministro ungherese Viktor Orban, che è spesso in disaccordo con molte delle politiche attuate dai leader dell’Ue, ha ritenuto importante incontrare gli agricoltori durante la notte: «Dobbiamo trovare nuovi leader che rappresentino veramente gli interessi del popolo», ha detto il suo portavoce, riferendosi alle elezioni del Parlamento europeo.

E il primo ministro belga Alexander De Croo, al suo arrivo al vertice ha spiegato che le lamentele degli agricoltori dovrebbero essere discusse. «Offrono prodotti di alta qualità, dobbiamo anche assicurarci che possano ottenere il giusto prezzo per i prodotti di alta qualità che forniscono».

Colloqui commerciali del Mercosur

Un’altra richiesta fondamentale per gli agricoltori è un emendamento all’attuale bozza dell’accordo Mercosur, che mira a offrire la libera circolazione delle merci dai Paesi membri partecipanti, vale a dire Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.

All’attuale bozza si sono già opposti il ​​primo ministro francese Emmanuel Macron e il primo ministro irlandese Leo Varadkar.

Le proteste sembrano avere risonanza con alcune figure di spicco del Parlamento europeo, ma le azioni intraprese per offrire soluzioni concrete sono ancora in ritardo.

Ciononostante, l’impatto dei blocchi è stato notevole, in particolare in Francia, dove gli agricoltori hanno intensificato le manifestazioni all’inizio della settimana.

Secondo Eric Hemar, capo della federazione dei datori di lavoro dei trasporti e della logistica, gli effetti di decine di blocchi cominciano a farsi sentire: «Abbiamo condotto un sondaggio tra i membri della nostra federazione: tutte le aziende di trasporto sono colpite [dalla protesta degli agricoltori, ndr] e hanno perso negli ultimi 10 giorni circa il 30% delle loro entrate, perché non siamo in grado di consegnare in tempo», ha riferito a France Info.

 

Articolo in inglese: European Farmers Mount Widespread Protests Over Taxes, Climate Policies

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