Gli agricoltori europei bloccano le strade nazionali mentre aumentano le proteste a Bruxelles

Di Adam Morrow

Gli agricoltori spagnoli hanno bloccato le strade di tutto il Paese per protestare contro il costante aumento dei costi del carburante e le politiche commerciali impopolari dell’Unione Europea che stanno distruggendo la vitalità delle loro imprese.

Le proteste in Spagna seguono azioni simili da parte degli agricoltori in diversi altri Stati dell’Ue, tra cui Germania, Francia, Belgio, Polonia e Paesi Bassi.

«Noi [agricoltori, ndr] affrontiamo gli stessi problemi in tutta l’Ue», ha spiegato Donaciano Dujo, vicepresidente di Asaja, una delle principali associazioni di agricoltori spagnole, in Tv.

Il 6 febbraio, migliaia di agricoltori spagnoli, alla guida dei loro ormai familiari trattori verdi, hanno bloccato autostrade e strade in diverse parti del Paese per far valere le loro richieste.

Come le recenti proteste in altre parti dell’Ue, la maggior parte dei trattori portava cartelli con la scritta «Niente agricoltori, niente cibo».

Le proteste hanno interrotto il traffico nelle città meridionali di Siviglia e Granada e nella città nordorientale di Girona, vicino al confine con la Francia.

Secondo i dati sul traffico, più di una decina di arterie principali sono state interrotte nelle regioni spagnole dell’Andalusia, Castiglia-La Mancia, Catalogna e Valencia.

Come i loro colleghi di altri Paesi dell’Ue, gli agricoltori spagnoli lamentano l’aumento dell’inflazione e quella che considerano una concorrenza commerciale sleale da parte dei Paesi extra-Ue.

Respingono anche l’eccessiva burocrazia dell’Ue e le politiche «climate friendly» sposate dall’Unione che creano vantaggi ingiusti per i produttori stranieri.

«Passiamo più tempo ad occuparci delle pratiche burocratiche che sul campo», ha spiegato a Reuters Eva Garcia, una manifestante della città settentrionale di Vitoria, aggiungendo che la politica agricola comune dell’Ue sta «soffocando» gli agricoltori spagnoli e altri lavoratori agricoli.

Manuel Zamudio, un manifestante di 46 anni della città di Ronda, ha accusato le catene multinazionali di vendita al dettaglio di approfittare della situazione per manipolare il mercato, a danno sia degli agricoltori che dei consumatori: «I politici si preoccupano solo delle grandi catene. Noi agricoltori siamo stati svenduti».

La protesta, sostenuta da Asaja e da altre associazioni di agricoltori, sembra stare avendo gli effetti sperati.

Poco dopo la protesta, il Ministero dell’Agricoltura spagnolo ha annunciato l’intenzione di stanziare 269 milioni di euro di assistenza aggiuntiva per gli agricoltori della nazione.

Tuttavia, le proteste sono ancora in corso con i trattori che hanno bloccato il porto di Castellon e i convogli di agricoltori che si sono diretti verso la città di Barcellona.

Gli agricoltori europei si uniscono

Con la caratteristica dell’uso di veicoli agricoli per bloccare le strade, le proteste degli agricoltori europei sono apparse per la prima volta nei Paesi Bassi nel 2019.

Da allora, si sono diffuse in molti altri Paesi dell’Europa occidentale, dove gli agricoltori nutrono molte delle stesse lamentele.

Il mese scorso, gli agricoltori tedeschi hanno bloccato le strade a livello nazionale – e si sono impegnati in altri atti di disobbedienza civile – nell’ambito di uno sciopero durato una settimana. Lo sciopero è culminato in una massiccia protesta a Berlino, dove il 15 gennaio migliaia di agricoltori hanno parcheggiato trattori e camion vicino all’iconica Porta di Brandeburgo.

L’azione è stata motivata dai piani del governo di aumentare le tasse sul settore agricolo tedesco ed eliminare i sussidi agricoli.

Gli agricoltori tedeschi lamentano che le misure, se attuate, porterebbero la maggior parte di loro al fallimento.

Il governo di coalizione tedesco favorevole all’Ue afferma che le misure sono necessarie per compensare un deficit di 17 miliardi di euro nel bilancio statale per il 2024.

All’inizio di quest’anno Berlino aveva cercato di sedare la rabbia degli agricoltori promettendo di mantenere in vigore le esenzioni fiscali e di eliminare gradualmente i sussidi nell’arco di tre anni.

Tuttavia, gli agricoltori che protestano sostenuti dalla principale associazione degli agricoltori tedeschi, chiedono che le misure siano completamente abolite.

Alla fine del mese scorso, anche gli agricoltori francesi sono scesi in strada, bloccando le strade in tutto il Paese, anche a Parigi e dintorni, per diversi giorni.

Come i loro omologhi in altri Stati dell’Ue, gli agricoltori francesi chiedono che il governo adotti misure per frenare l’inflazione e proteggere l’agricoltura locale dalla concorrenza straniera.

Anche in Francia, i trattori degli agricoltori portavano cartelli con slogan che dicevano: «Troppe tasse, troppe regole e nessun reddito con cui vivere».

Nella speranza di evitare un’escalation, Parigi ha abbandonato i piani per eliminare gradualmente i sussidi al diesel e si è impegnata ad allentare le restrizioni ambientali sulla produzione agricola. Tuttavia, gli agricoltori hanno affermato che le iniziative non sono state sufficienti, promettendo di continuare le loro proteste fino a quando le loro lamentele non saranno affrontate seriamente.

Vertice Ue assediato

Le proteste in Francia si sono presto estese al vicino Belgio, dove il 30 gennaio gli agricoltori frustrati si sono riuniti nel porto di Zeebrugge, il secondo porto marittimo più grande del Paese.

«Gli agricoltori sono davvero disperati», disse all’epoca Mark Wulfrancke, portavoce dell’Associazione generale degli agricoltori belga. «Avevamo avvertito il governo che ciò sarebbe accaduto».

Lo stesso giorno, centinaia di agricoltori hanno parcheggiato con aria di sfida i loro trattori davanti al palazzo del Parlamento Europeo a Bruxelles.

Sono rimasti nella capitale fino al 1° febbraio, quando si è svolto il vertice dei leader europei.

Durante il vertice, i manifestanti davanti al palazzo del Parlamento europeo hanno bruciato balle di fieno e hanno colpito la polizia con uova.

Nella speranza di disinnescare la situazione, i leader europei in visita hanno espresso simpatia per la difficile situazione degli agricoltori, ma hanno offerto poco in termini di soluzioni pratiche.

Le proteste in Francia si sono calmate brevemente dopo che il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato l’intenzione di fornire agli agricoltori agevolazioni fiscali e ulteriori aiuti governativi.

Tuttavia, Parigi si sta preparando a una nuova ondata di proteste, mentre sono emerse notizie di azioni simili da parte di agricoltori sia in Grecia che in Italia.

 

Articolo in inglese: Spanish Farmers Block Roads Nationwide as Europe Protests Gather Steam

NEWSLETTER
*Epoch Times Italia*
 
Articoli correlati