Expo, non più vietate specialità giapponesi come il pesce palla

Che per Expo venissero cibi da tutto il mondo era risaputo, ma il via libera dichiarato a due cibi vietati in Europa è una notizia fresca. Verranno infatti eliminati temporaneamente (per tutta la durata dell’Esposizione Universale) i limiti sulle importazioni del katsuobushi e del fugu, due piatti tipici giapponesi. L’informazione giunge ad Expo dall’edizione online dello Yomiuri Shinbun, il quotidiano nipponico più diffuso al mondo.

Dal Sol Levante giungono dunque due pietanze della cucina tradizionale. Il katsuobushi è un ingrediente fondamentale nella preparazione di molte ricette: sono fiocchi di tonno striato, che dopo essere stati grattugiati, affumicati e fermentati, si possono trovare in famosi piatti come la soba e la zuppa di miso. Il fugu, da noi pesce palla, è un piatto molto particolare, poiché necessita di una minuziosa ed esperta preparazione al fine di evitare che il suo veleno ne contamini la carne.

«E’ un piatto buonissimo. Mio padre aveva un ristorante in Giappone dove si preparava questa specialità. E quando torno ancora oggi lo mangio volentieri», queste le parole riportate ad Adnkronos dal titolare del ristorante giapponese Hamasei di Roma, Kazue Nobuyasu. «Può essere cucinato solo da cuochi esperti e certificati – ha continuato – Lo chef deve avere almeno 10 anni di esperienza, ed avere l’autorizzazione che si rilascia dopo un esame. Il veleno è molto pericoloso, per questo è vietato il consumo a casa».

Questa eccezione ottenuta per Expo 2015 – oltre che portare risvolti economici strategici per produttori ed importatori giapponesi (che già ringraziano il commissario unico Giuseppe Sala) – darà la possibilità a chiunque, soprattutto a chi non è mai andato dall’altra parte del globo, di fare un ulteriore passo verso la cultura culinaria nipponica. 

 
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