Economista censurato spiega perché l’economia cinese è in difficoltà

Di Jane Tao e Cathy Yin-Garton

Con una mossa che preoccupa gli osservatori cinesi, Pechino sta reprimendo le critiche rivolte all’economia. L’anno scorso si è verificato un notevole aumento della censura degli articoli di notizie finanziarie, e la repressione si è ampliata nel 2024: il Ministero cinese per la Sicurezza dello Stato, in una serie di post sul suo account ufficiale WeChat, ha implorato i cittadini di non ascoltare le «false narrazioni» sull’economia e avvertito dei maggiori sforzi da parte delle agenzie di sicurezza per mettere a tacere i discorsi negativi sull’economia.

Tra coloro che denunciano il declino dell’economia cinese, e per questo vengono censurati, c’è Chen Shouhong, un economista cinese noto per le sue intuizioni sulle tendenze degli investimenti globali.

Comunemente noto come «Ge Long», Chen è il fondatore di Gelonghui, una piattaforma online per informazioni sugli investimenti globali. In un video su Weibo dello scorso autunno, ha evidenziato tre ragioni per cui l’economia cinese è in crisi. Non a caso il video è stato rapidamente rimosso dalla censura del Partito Comunista Cinese (Pcc).

Il 23 febbraio, un fact-check condotto da Epoch Times ha rilevato che l’account Weibo di Chen, con 377.000 follower, era stato sospeso. La spiegazione fornita da Weibo afferma semplicemente: «L’utente è attualmente bannato a causa della violazione delle leggi e dei regolamenti pertinenti».

Tuttavia Chen è una persona credibile che ha conseguito un dottorato di ricerca. Laureato in finanza presso l’Università di Economia e Diritto di Zhongnan, attualmente è presidente e amministratore delegato di Gelonghui Information Technology (Group) Co., Ltd. Con 25 anni di esperienza negli investimenti nazionali ed esteri, le sue opinioni hanno un peso significativo all’interno degli ambienti economici.

Chen ha esaminato la situazione da tre aspetti, alla luce della politica economica del Pcc di «doppia circolazione». È preoccupato per la prospettiva che la Cina adotti un percorso di «isolamento e chiusura interna ed esterna». Ha avvertito che tale traiettoria potrebbe portare l’economia cinese a diventare «un’economia isolata costretta a fare affidamento esclusivamente sulla circolazione interna».

Verso la fine del 2023, all’interno delle comunità online si è discusso della censura del video di Chen.

Pubblicato sul suo canale mediatico personale, Talking About Stocks Today, il video discuteva tre aspetti critici della «circolazione esterna» dell’economia cinese, vale a dire il commercio internazionale e gli investimenti. Questi aspetti sono i turisti, i voli aerei e il capitale.

La circolazione esterna è l’interazione tra domanda e offerta all’interno della catena industriale internazionale. La circolazione interna indica il ciclo interno della domanda e dell’offerta.

I turisti stanno lontani

L’analisi di Chen si è concentrata sulla diminuzione del numero di visitatori stranieri in Cina. Ha osservato che nel primo trimestre del 2019, la Cina ha accolto 3 milioni e 700 mila viaggiatori stranieri, mentre nel corrispondente periodo del 2023 la cifra è crollata a soli 52 mila: un’incredibile diminuzione del 98,6%.

Considerando che gran parte di questi turisti proviene da Hong Kong e Macao, la percentuale dei turisti dal resto del mondo è esigua.

Chen ha avvertito che questa carenza non solo comporta problemi per il settore del turismo in entrata, ma evoca anche paralleli con un quasi isolamento che ricorda gli anni ’70, in cui l’impegno esterno diminuisce non a causa di restrizioni, ma piuttosto per una mancanza di interesse.

Ad aumentare l’apprensione c’è il reindirizzamento degli investitori stranieri verso Paesi come Messico, Vietnam, India e Indonesia. Le ripercussioni di questa tendenza sono di vasta portata.

Un esempio notevole è stato Shanghai, che ospitava una considerevole popolazione di espatriati. La città ha visto partire molti residenti stranieri dopo i lockdown e la politica zero-Covid e ad altre misure. Secondo un rapporto della sezione di Shanghai della Camera di commercio dell’Ue in Cina, la città ha perso circa il 25% della sua popolazione tedesca e il 20% dei suoi residenti francesi e italiani.

I residenti di Shanghai hanno parlato con Epoch Times dell’impatto dell’esodo. Una residente di Shanghai, Chen King (uno pseudonimo), ha dichiarato in un’intervista del 21 febbraio che, prima della pandemia, a volte vedeva così tanti stranieri nel distretto centrale di Huangpu di Shanghai che si sentiva come se fosse all’estero. Ora si lamenta della presenza straniera molto più ridotta nella città: un suo amico tassista va a prendere gli stranieri solo una o due volte alla settimana, mentre prima della pandemia li accompagnava quotidianamente.

Un altro residente a Shanghai, che ha chiesto di restare anonimo, ha sottolineato il profondo tributo psicologico delle politiche zero-Covid della Cina, che hanno instillato paura sia tra la gente del posto che tra gli stranieri.

Pochi voli per la Cina

Chen ha notato l’enorme calo dei viaggi aerei tra gli Stati Uniti e la Cina. Prima della pandemia, ogni mese c’erano circa 1.200 voli tra i due Paesi. Ora ci sono solo circa 70 voli Usa-Cina ogni mese.

Negli ultimi 70 anni, il 70% del surplus commerciale della Cina nella produzione del commercio estero è venuto dagli Stati Uniti. Cosa implica questo in assenza dell’epidemia, con solo pochi voli al giorno tra la Cina e gli Stati Uniti?

Frank Xie, professore di economia presso la Aiken School of Business dell’Università della Carolina del Sud, ha analizzato la situazione economica della Cina in un’intervista con Epoch Times del 22 febbraio. La riduzione dei visitatori stranieri, dei voli e dei capitali sono tutti collegati. Sono legati alla separazione dell’economia cinese da quella dell’Europa e degli Stati Uniti, al trasferimento dell’intera catena industriale e al ritiro dei capitali occidentali dalla Cina: «Le misure regressive del Pcc, i suoi metodi di repressione utilizzati a Hong Kong e nello Xinjiang, sono visibili anche ai turisti stranieri. Pertanto, gli uomini d’affari non vanno e i turisti non osano andare».

Xie ha indicato che oltre a uomini d’affari e turisti, molti di coloro che viaggiano avanti e indietro verso la Cina dagli Stati Uniti sono studenti e persone coinvolte in programmi di scambio accademico. Poiché i programmi di scambio accademico sono diminuiti a causa della pandemia e delle tensioni geopolitiche, ciò ha avuto un impatto significativo anche sul numero di voli.

Riduzione degli investimenti esteri

Il terzo fattore discusso da Chen è stato la riduzione degli investimenti esteri. Nel primo trimestre del 2022, gli investimenti diretti delle società straniere in Cina sono stati pari a 101,2 miliardi di dollari; tuttavia, nel secondo trimestre del 2023, tale cifra ha subito un calo impressionante a soli 4,9 miliardi di dollari, il livello più basso dalla crisi fiscale del Sud-est asiatico del 1998.

Un’altra serie di dati mostra che nel 2022, in Cina sono stati raccolti 114 fondi in valuta estera, una riduzione di oltre il 40% rispetto al 2021. Nella prima metà del 2023, ci sono stati solo 87 casi di fondi in valuta estera che hanno investito in Cina, in calo rispetto a 2022 più dell’87% in numero e più del 57% in valore. Nella prima metà del 2023, i fondi di private equity focalizzati sulla Cina hanno raccolto solo 1,4 miliardi di dollari.

Chen ha nominato tre elementi fondamentali nello sviluppo economico: persone, logistica e flusso di capitali. I dati chiave del ciclo esterno sopra menzionati si sono tutti contratti. Se la contrazione è dovuta alla pandemia, c’è ancora una possibilità di correzione.

Tuttavia, se la contrazione è dovuta a guerre commerciali e geopolitica, le prospettive sono molto più pessimistiche per l’attuale generazione, a causa di un’inversione strutturale a lungo termine dell’economia cinese.

L’analista ha inoltre sottolineato che la Cina è stata uno dei maggiori beneficiari della globalizzazione negli ultimi decenni. Se la Cina si muove verso «l’isolamento interno ed esterno, i blocchi interni ed esterni» e la sua economia diventa nuovamente una «economia insulare», le conseguenze saranno inimmaginabili. Se non verranno apportati cambiamenti fondamentali, «soffriremo enormi perdite difficili da compensare».

Xie ha attribuito in parte il calo degli investimenti esteri alla soppressione delle informazioni e del dissenso da parte del Pcc con il pretesto della sicurezza nazionale.

Alcune aziende straniere che valutano e ricercano la Cina sono state costrette a ritirarsi. Senza le informazioni di queste aziende, gli investitori stranieri vanno alla cieca, per così dire. Incapaci di valutare il vero stato della società e dell’economia cinese, hanno paura di investire: «Dal 2017, gli Stati Uniti hanno continuato la loro guerra dei dazi contro il Pcc […] Dopo il 2020, c’è stato un blocco tecnologico. Essendo la fabbrica del mondo, la Cina ha chiuso i battenti».

Xie ritiene che «le misure regressive del Pcc, la sua ostilità verso gli uomini d’affari stranieri, insieme al contenimento occidentale del Pcc, il blocco tecnologico e lo scontro generale in politica, economia, esercito, cultura, istruzione e tutti gli altri aspetti, hanno portato il Pcc a diventare il figlio abbandonato della comunità internazionale, un’isola».

Xie ritiene che l’entità del declino economico cinese sia molto peggiore di quanto riportato, forse fino al «-5, -6%». «Penso che l’economia cinese stia ora complessivamente regredendo alla situazione precedente all’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001, e il declino economico durerà almeno fino al 2025».

Il Pcc continua a «vantarsi e ingannare» riguardo alla sua crescita economica, eppure nessuno, nemmeno il popolo cinese, crede che l’economia cinese sia cresciuta del 5,2%.

«Le tre forze trainanti dell’intera economia del Pcc – esportazioni, investimenti e consumi – sono tutte in fase di stallo… La popolazione cinese sta diminuendo, e anche la sua forza lavoro sta diminuendo».

Considerati questi fattori, «Come potrebbe la sua economia continuare a crescere in questo modo?».

 

Versione in inglese: Censored Economist Explains Why Chinese Economy Is Flailing

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