Coronavirus, temi i greci anche quando portano doni

Mentre il numero degli infetti, e purtroppo delle morti da coronavirus, continua ad aumentare nel BelPaese, Epoch Times ha chiesto all’on. Andrea Delmastro, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Esteri, una sua opinione sulle strette relazioni esistenti tra Italia e Pechino: possono aver contribuito alla diffusione del virus nel Paese?

 

Potremmo dire che la troppa fiducia riposta nei confronti di Pechino ha portato alla fine l’Italia a questa spiacevole situazione? La Cina sapeva da tempo dell’epidemia ma non ha detto nulla, eppure ci siamo fidati.

La Cina è stata sicuramente opaca nella comunicazione e in questo non ha fatto distinzioni fra i cosiddetti suoi alleati o certi sciocchi occidentali tra cui c’è stato un certo governo, prima gialloverde adesso giallorosso, che ha sottoscritto la Via della seta, che è una sorta di via della sottomissione. Certo il coronoavirus apre uno scenario inquietante, ci racconta che la interdipendenza dalla Cina può essere un problema non solo economico o industriale ecc., ma anche di sicurezza nazionale, di salute, di profilassi sanitaria nazionale. Io credo e spero che oggi l’Europa comprenda che uno dei problemi per cui le nostre industrie saranno ferme è che siamo interconnessi con la Cina e che noi dobbiamo reindustrializzarci ed essere autonomi dalla Cina. Perché non è un Paese sicuro, non è un Paese trasparente e la sua adesione al Wto fa sì che non rispetti alcuna regola ma che le usi tutte a suo vantaggio. Anche nelle emergenze sanitarie mondiali di un certo tipo.

Hanno mandato anche forniture mediche, mascherine e team di medici esperti, sembra che il governo stia continuando sulla sua linea con Pechino…

Diciamo che mai come adesso vale il principio di Timeo Danaos et dona ferentes [‘Temo i greci anche quando portano doni’, una frase presente nell’Eneide in riferimento al Cavallo di Troia, ndr]. Temiamo comunque questi anche quando ci portano doni; anche perché se non fosse arrivato il coronavirus non avremmo avuto bisogno delle loro mascherine, e avremmo potuto affrontare il coronavirus se avessero raccontato fin da subito la verità di questo demone, che nasce in Cina, alcuni dicono in un mercato…

Potrebbe essere che i troppi contatti durante le continue public relation tra uomini di affari cinesi e italiani possa aver causato la diffusione del virus anche in Italia?

Beh certo. Indubbiamente ci sono troppe e tante interrelazioni politiche ed economiche con la Cina e questo ovviamente ha creato questo problema. Così come sarà un grande problema per l’Africa, ormai già vittima della trappola del debito creata dalla Via della seta, e dove le società cinesi sono più che presenti. E quelli sono Stati che non hanno le certificazioni sanitarie che abbiamo noi; quindi io temo che ci sarà poi da affrontare la ‘bomba’ coronavirus in Africa.

C’è il timore che l’Italia possa fare la stessa fine della Grecia, se continua a fare affidamento sul regime cinese?

Il timore che l’Italia possa fare la stessa fine della Grecia c’è, ma oggettivamente solo se seguiamo a coltivare queste relazioni pericolose. L’italia ha un Pil diverso dalla Grecia, l’Italia ha una struttura industriale diversa dalla Grecia, l’Italia per fortuna non è stata inchiodata come la Grecia dalla troika europea, l’Italia ce la può fare benissimo senza Cina.

C’è però una cosa da dire in favore della Grecia, la quale oggi ha già perso la sovranità nazionale nel momento in cui nelle sedi internazionali non ha più neanche il coraggio di condannare la Cina per la strage degli uiguri (cosa che faceva fino a prima di aver ricevuto i prestiti dalla Cina).

Però c’è da dire che la Grecia è stata inginocchiata dalla troika europea, e in quel momento ha avuto una sponda solo sulla Cina. Una sponda pericolosa che io avrei rifiutato comunque, però questo ci deve ricordare di riflettere sul fatto che [per quel che riguarda l’Europa, ndr] da una parte c’è la Brexit, dall’altra c’è una Grecia che finisce mani e piedi nel cappio cinese perché c’è un’Europa che la abbandona o la stritola, ma non la aiuta.

Vuole aggiungere qualcos’altro?

Abbiamo visto che con la trappola del debito la Via della seta non è una affare per il Paese ma è un affare per la Cina. Non fa fare affari ai Paesi che ospitano le strutture ma solo alla Cina, con la trappola del debito che condiziona governi, o l’esistenza di governi come il Pakistan o lo Sri Lanka per esempio. Abbiamo scoperto con il 5G che non possiamo essere certi in termini di sicurezza politica e industriale dei nostri dati, oggi sappiamo che non possiamo neanche più essere certi in termini di salute, credo che sia il tempo di rivedere completamente, completamente il rapporto con la Cina, e immaginare che l’Europa deve oggi iniettare tanta liquidità sull’economia reale per reindustrializzare l’Europa e renderla indipendente dalla Cina. Domani, terminato il problema dell’emergenza sanitaria del coronavirus, dovremo affrontare il problema delle nostre aziende che non possono più produrre perché pezzi di quella produzione si fanno in Cina, e non deve più accadere.

 
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