L’Ue esenta la maggioranza delle imprese dalla tassa sulla Co2

di Redazione ETI/Reuters
27 Maggio 2025 15:57 Aggiornato: 27 Maggio 2025 15:57

L’Unione europea si prepara a ridimensionare l’impatto della sua tassa sul carbonio alle frontiere. Martedì 27 maggio, i ministri dei Paesi membri hanno approvato un piano che ne limita l’applicazione al 10% delle imprese inizialmente coinvolte, puntando a quelle responsabili della quasi totalità delle emissioni coperte dal meccanismo.

La misura, concepita per tutelare le imprese europee dalla concorrenza di produttori stranieri attivi in Paesi con regole climatiche meno rigorose, entrerà in vigore nel 2026. Imporrà un costo sulle merci importate, equivalente al prezzo del carbonio già sostenuto dalle aziende dell’Ue in base alle normative comunitarie sulle emissioni di Co2. Con l’approvazione politica ottenuta durante un incontro a Bruxelles, l’esenzione diventa altamente probabile per la maggior parte dei circa 200mila importatori originariamente interessati. Il testo dovrà ora passare al vaglio del Parlamento europeo, che ha già espresso sostegno alle modifiche proposte.

La Commissione europea aveva avanzato la proposta a febbraio, sostenendo che l’esclusione delle imprese minori avrebbe ridotto gli oneri burocratici senza compromettere l’efficacia ambientale della politica. Secondo Bruxelles, il 10% degli importatori che resterebbe soggetto alla tassa è responsabile di oltre il 99% delle emissioni incluse nel sistema.

Con le nuove soglie, la tassa si applicherà solo a chi importa più di 50 tonnellate metriche l’anno di beni ad alta intensità di carbonio, come acciaio, cemento, alluminio e fertilizzanti. Questa soglia sostituirà il precedente criterio, che prevedeva l’obbligo per chiunque importasse tali beni per un valore superiore a 150 euro. Dal 2027, le imprese dovranno acquistare permessi per compensare le emissioni legate alle importazioni registrate a partire dal 2026.

La riforma rappresenta un compromesso tra gli obiettivi ideologico-climatici e le necessità economiche e punta a semplificare l’attuazione della prima tassa mondiale sull’anidride carbonica alle frontiere.

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