Il ministero degli Esteri russo ha annunciato che proseguono i lavori per la redazione di un memorandum che delinei i principi per un possibile accordo di pace con l’Ucraina. Lo ha comunicato martedì la portavoce del ministero, Maria Zakharova, nel corso di una conferenza stampa a Mosca, come riportato dall’agenzia di stampa russa Tass. All’inizio del mese, dopo un colloquio telefonico con Donald Trump, Vladimir Putin si era dichiarato pronto a collaborare con l’Ucraina per la stesura di un documento di questo tipo, precisando che il memorandum avrà l’obiettivo di definire i principi, i dettagli e le tempistiche di un possibile accordo.
«Stiamo continuando a lavorare alla bozza del memorandum per il futuro trattato di pace, definendo aspetti come i principi dell’intesa, la tempistica dell’eventuale accordo e la possibilità di un cessate il fuoco temporaneo, qualora si raggiungano intese pertinenti» ha dichiarato la Zakharova, «non appena il documento sarà pronto – e mi preme sottolineare che il ministro degli Esteri Sergey Lavrov segue quotidianamente il processo di redazione – verrà trasmesso a Kiev. Ci auguriamo che anche la parte ucraina stia lavorando a una propria bozza e che ce la invii non appena riceverà il nostro testo».
Il 16 maggio si sono tenuti i primi colloqui diretti tra Mosca e Kiev dopo oltre tre anni di guerra, ma l’incontro non ha portato a una sospensione delle ostilità.
Nel frattempo, la Zakharova ha accusato l’Occidente di spingere la Finlandia verso un’escalation del conflitto con la Russia. Helsinki, che questo mese ospita esercitazioni navali, sarebbe, secondo la portavoce russa, oggetto di pressioni da parte della Nato per alimentare un confronto diretto con Mosca:«queste esercitazioni, con il pieno consenso delle autorità finlandesi, stanno rapidamente diventando un ulteriore strumento utilizzato dalla Nato per inasprire le tensioni lungo il confine russo», ha affermato la Zakharova, accusando le élite di Helsinki di essere «contagiate dal virus della russofobia». La Finlandia è entrata nella Nato nel 2023, abbandonando una politica di equidistanza che manteneva da decenni.
Martedì, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in visita in Finlandia per un incontro con i leader dei Paesi nordici (Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda), ha espresso pessimismo sulla possibilità di una rapida conclusione del conflitto ucraino. Durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro finlandese Petteri Orpo a Turku, nel sud-ovest della Finlandia, Merz ha infatti dichiarato: «Le guerre di solito terminano per l’esaurimento economico o militare di una o entrambe le parti, e in questo conflitto siamo ancora lontani da una situazione del genere. Dobbiamo prepararci a una durata più lunga».
Parole che giungono all’indomani di un’altra dichiarazione significativa: durante un forum organizzato dall’emittente pubblica Wdr il 26 maggio, Merz aveva confermato che l’Ucraina è ora autorizzata a colpire obiettivi militari in profondità nel territorio russo utilizzando le armi fornite dall’Occidente:«non ci sono più restrizioni sull’uso delle armi consegnate all’Ucraina […] Un Paese che può affrontare un aggressore solo sul proprio territorio non si sta difendendo adeguatamente».