La giornata mondiale della Falun Dafa a New York

di Di Redazione Eti/ Catherine Yang
10 Maggio 2025 8:39 Aggiornato: 10 Maggio 2025 8:39

Il 9 maggio, migliaia di praticanti della Falun Dafa hanno attraversato le strade di Manhattan in una parata colorata e pacifica, celebrando il 33° anniversario dell’introduzione pubblica di questa disciplina spirituale, nota anche come Falun Gong. L’evento, che ha coinciso con la Giornata mondiale della Falun Dafa, ha offerto uno spunto per riflettere sui valori universali di verità, compassione e tolleranza, promossi dalla pratica, ma anche sulle sfide che i suoi praticanti affrontano in un contesto di repressione.

Il corteo, partito sotto la pioggia da Dag Hammarskjöld Plaza, vicino alle Nazioni Unite, ha percorso il cuore di Manhattan, concludendosi nei pressi del consolato cinese. La parata ha messo in scena un variopinto mosaico di bande musicali, danze tradizionali, striscioni multilingue e dimostrazioni degli esercizi meditativi che caratterizzano la Falun Dafa.

La Falun Dafa, introdotta in Cina nel 1992, ha conosciuto una rapida diffusione e, secondo stime ufficiali dell’epoca, ha raggiunto in poco tempo circa 70 milioni di praticanti. I suoi principi fondamentali – verità, compassione e tolleranza – e i suoi esercizi meditativi hanno attirato persone in oltre 100 Paesi. Tuttavia, la crescente popolarità della disciplina ha suscitato la reazione della dittatura comunista cinese, che nel 1999 ha avviato una campagna persecutoria contro i praticanti. Tale repressione, che comporta detenzioni, torture e prelievi forzati di organi, è stata più volte condannata a livello internazionale, con recenti proposte di legge negli Stati Uniti volte a sanzionare chiunque sia coinvolto in tali atrocità.

Durante la parata, i partecipanti hanno condiviso testimonianze personali sui benefici della disciplina. Rakesh Nayak, un praticante di origine indiana, ha raccontato come l’adesione ai principi della Falun Dafa abbia trasformato il suo carattere, portandolo a vivere con maggiore serenità e attenzione verso gli altri. «Voglio che le persone conoscano la verità: la Falun Dafa si basa su verità, compassione e tolleranza. Desidero mostrare quanto sia meravigliosa questa pratica e come io stesso ne abbia tratto beneficio seguendo questi principi», ha dichiarato Nayak in un’intervista a The Epoch Times durante la parata. Cresciuto come indù a Mumbai, in India, Nayak ha raccontato di aver visitato innumerevoli templi senza mai ricevere insegnamenti autentici.

Quindici anni fa, quando ha scoperto il Falun Gong, viveva in un appartamento pieno di figure religiose, ma era un uomo irascibile e spesso arrabbiato. L’incontro con i principi del Falun Gong gli è sembrato la cosa più naturale, ha spiegato, e ha iniziato a vivere secondo questi valori. Dopo aver abbracciato la pratica, è cambiato profondamente, tanto che sua madre e sua sorella, sorprese dalla trasformazione, si sono interessate alla disciplina. Nayak ha aggiunto che questi principi lo spingono a dire sempre la verità, a pensare agli altri con compassione e a vedere le difficoltà sotto una nuova luce. Sostenendo uno striscione con i tre principi fondamentali, Nayak ha espresso il desiderio che le persone possano conoscere il Falun Gong per ciò che è veramente, senza lasciarsi ingannare dalla propaganda del Partito comunista cinese.

Olivier Chartrand e sua moglie Maud Bertholet, anche loro praticanti, hanno raccontato di aver tratto grandi benefici dalla disciplina e di volerli condividere con gli altri attraverso la parata. «Questa pratica riguarda davvero l’autocoltivazione, un percorso profondamente personale», ha affermato Chartrand. «Mi ha aiutato a essere più concentrato, più calmo, ma anche a trovare uno scopo e a elevare costantemente i miei valori morali. È un metodo per spingermi a essere una persona migliore». Maud Bertholet ha aggiunto che la Falun Dafa le ha permesso di comprendere più profondamente il senso della vita. «Sento una connessione con qualcosa di superiore, e questo mi aiuta a migliorare me stessa, a capire chi sono e ad apprezzare di più gli altri, pensando a loro con compassione», ha spiegato.

«Questa pratica è straordinariamente bella, ma è stata perseguitata per così tanti anni, e molte persone continuano a soffrire», ha aggiunto la donna. Chartrand ha sottolineato che l’autocoltivazione è una tradizione millenaria in Cina, ma a causa della popolarità del Falun Gong negli anni ’90, il Partito comunista cinese l’ha preso di mira. «Organizziamo parate così grandi per mostrare la bellezza della pratica e i benefici che porta, ma anche per sensibilizzare sul fatto che, mentre parliamo, in Cina ci sono persone che muoiono», ha dichiarato. «È importante che la gente si chieda come mai così tante persone, provenienti da ogni estrazione sociale, la pratichino».

Chartrand, originario del Canada, e Bertholet, francese, vivono a New York, ma hanno sottolineato che il Falun Gong è praticato da persone di ogni parte del mondo, dalla Russia all’Africa, perché tocca il cuore e trasmette il significato di tornare a vivere con dignità la nostra condizione umana, un valore comune a ogni cultura e percorso spirituale.

Li Ming, una praticante, ha raccontato che il Falun Gong le ha salvato la vita. Quando ha conosciuto la disciplina nel 1997 in Cina, era in condizioni critiche dopo un incidente stradale che le aveva causato un trauma cranico. Costretta a letto e incapace di camminare, a soli 40 anni veniva scambiata per una settantenne. Un giorno, spinta da un impulso improvviso, è uscita di casa e una persona le ha parlato del Falun Gong, una pratica meditativa nota per i suoi benefici sulla salute. Incuriosita, il giorno successivo si è fatta accompagnare in un parco per imparare gli esercizi. Oggi, a 76 anni, vive in America ed è piena di energia. Durante la parata, ha partecipato come membro della banda dei tamburi da cintura, uno strumento tradizionale usato per trasmettere la bellezza del Falun Dafa.

Poco dopo aver iniziato a praticare, il regime cinese ha lanciato la persecuzione, e Li Ming è stata tra i numerosi praticanti imprigionati illegalmente. In seguito è fuggita in Thailandia, e poi si è trasferita in Malesia, dove ha preso parte per la prima volta a una parata per la Giornata mondiale della Falun Dafa con il gruppo dei tamburi. Da quando si è stabilita a New York nel 2013, ha continuato a farlo. «Voglio che le persone sappiano che il Falun Gong è una cosa buona», ha dichiarato. «Non credete al Partito comunista cinese, che può solo condurre le persone alla rovina».

La parata non è stata solo una celebrazione, ma anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei praticanti in Cina e per contrastare la propaganda diffamatoria del Pcc. Nora Ravitzki, una spettatrice, ha espresso apprezzamento per l’impegno dei praticanti nel promuovere valori universali e nel denunciare le ingiustizie, definendo l’iniziativa molto significativa. «Trovo commovente che stiano lottando contro la persecuzione, e spero che il loro messaggio raggiunga le persone giuste», ha affermato. Verità, compassione e tolleranza sono valori di cui il mondo ha bisogno oggi, ha aggiunto, sottolineando: «È molto ispirante, e spero che tutti seguano queste tre parole».

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