Il peso simbolico dell’accordo sui dazi tra Usa e Uk

di Redazione Eti/Andrew Moran
9 Maggio 2025 10:40 Aggiornato: 9 Maggio 2025 12:21

Il recente annuncio di un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito ha suscitato diffuso interesse, delineando una prospettiva di rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali. Presentato dal presidente Trump e dal primo ministro britannico Keir Starmer l’8 maggio, l’accordo viene descritto come un’opportunità significativa per entrambe le nazioni, benché al momento non sia stato siglato alcun documento ufficiale.

Tra i punti salienti figura la riduzione dei dazi su alcuni prodotti britannici esportati negli Stati Uniti. In particolare, i dazi del 25% sull’acciaio britannico saranno azzerati, mentre quelli sulle automobili prodotte nel Regno Unito scenderanno dal 27,5 al 10%. Inoltre, l’intesa prevede una quota annua di 100 mila veicoli britannici che potranno accedere al mercato statunitense con dazi agevolati, con un dazio del 25% per le eccedenze. In cambio, una compagnia aerea britannica acquisterà aerei Boeing per 10 miliardi di dollari, e le aziende britanniche potranno esportare componenti aerospaziali senza dazi.

Sul fronte agricolo, gli Stati Uniti potrebbero incrementare l’accesso al mercato britannico per 5 miliardi di dollari, con 700 milioni in etanolo e 250 milioni in prodotti come la carne bovina. Il Regno Unito, da parte sua, eliminerà i dazi sull’etanolo americano e garantirà una quota esente da dazi per 13 mila tonnellate di carne bovina britannica. Entrambe le parti hanno concordato un accesso reciproco per la carne bovina, un punto sottolineato con enfasi dal ministro dell’Agricoltura, Brooke Rollins, che ha definito la carne americana «il fiore all’occhiello» del settore. Tuttavia, Starmer ha ribadito l’impegno del suo governo a mantenere elevati standard alimentari, escludendo compromessi su pratiche come il lavaggio del pollame con cloro, vietato nel Regno Unito.

L’accordo, secondo quanto dichiarato da Washington, mira anche a ridurre le barriere commerciali, semplificando le procedure doganali e rafforzando la filiera dei settori aerospaziale e farmaceutico. Secondo la Casa Bianca, queste misure chiuderanno scappatoie che penalizzano le aziende americane, favorendo una maggiore competitività nel mercato britannico. L’amministrazione Trump stima che l’intesa genererà 6 miliardi di dollari in entrate da dazi, un dato che suggerisce un tentativo di bilanciare liberalizzazione commerciale e protezione degli interessi nazionali.

Le reazioni dei mercati riflettono un cauto ottimismo. L’8 maggio, l’indice Dow Jones è salito di 500 punti, e le azioni di Boeing hanno registrato un incremento superiore al 3%. Tuttavia, gli analisti invitano alla prudenza. Paul Dales, economista di Capital Economics, ha osservato che l’impatto sull’economia britannica sarà limitato, sebbene settori come l’automotive e l’acciaio possano trarne benefici significativi. Joseph Brusuelas, di Rms, si interroga invece sulla reale capacità dell’accordo di espandere gli scambi, suggerendo che potrebbe limitarsi a mitigare l’effetto dei dazi.

Il progetto Usa-Regno Unito si inserisce in un quadro più ampio di riposizionamento commerciale. Nei prossimi giorni, i ministri americani Scott Bessent e Jamieson Greer incontreranno i loro omologhi cinesi in Svizzera, in un momento in cui i dazi americani sui prodotti cinesi hanno raggiunto il 145%, suscitando una risposta simmetrica da Pechino. Questo contesto evidenzia la complessità di un sistema commerciale mondiale sempre più frammentato.

L’intesa Usa-Regno Unito, se finalizzata, potrebbe rafforzare i legami tra due economie già strettamente integrate – gli Stati Uniti rappresentano il 16% del commercio britannico, con un surplus commerciale di 11,9 miliardi di dollari nel 2024. Sebbene i dettagli definitivi siano ancora in fase di definizione, il progetto delineato offre spunti per riflettere sulle dinamiche del commercio internazionale e sulle sue implicazioni.

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