I numeri dei nuovi dazi americani sui prodotti europei

di Redazione ETI/Reuters
24 Maggio 2025 13:34 Aggiornato: 24 Maggio 2025 13:34

Le nuove misure commerciali annunciate dal presidente statunitense Donald Trump l’introduzione di un dazio del 50% sui beni provenienti dall’Ue a partire dal primo giugno segna una nuova fase di inasprimento nei rapporti trasnazionali inteso a ristabilire un equilibrio commerciale da troppo tempo compromesso, e che ha provocato un immediato crollo delle Borse europee.

Nel 2024, gli Stati Uniti hanno rappresentato il principale mercato di esportazione per l’Unione Europea, con una quota pari al 20,6% dell’export totale, secondo i dati di Eurostat.

I medicinali e i prodotti farmaceutici hanno costituito la voce principale dell’export europeo verso gli Stati Uniti, seguiti da autoveicoli, aeromobili e componentistica. I tre maggiori esportatori europei verso gli Usa sono stati Germania (161 miliardi di euro, pari a 182,62 miliardi di dollari), Irlanda (72 miliardi) e Italia (65 miliardi).

Nel 2024 l’Unione Europea ha esportato negli Stati Uniti prodotti farmaceutici per un valore di circa 120 miliardi di euro. Sebbene l’amministrazione Trump avesse inizialmente escluso il settore farmaceutico dai dazi reciproci, l’eventualità di un’estensione dei dazi anche a questo comparto non è esclusa.

Nel settore automobilistico, gli Stati Uniti hanno rappresentato il secondo mercato per le esportazioni automobilistiche europee, con una quota pari al 22% del valore complessivo, secondo i dati forniti dall’associazione dei costruttori europei Acea. Marchi come Mercedes-Benz, Stellantis e Volvo Cars hanno ritirato le previsioni finanziarie per il 2025, citando le incertezze legate alla politica commerciale statunitense. Il gruppo Volkswagen, in particolare, risulta fortemente esposto ai possibili dazi: il marchio premium Audi, infatti, non produce sul suolo statunitense, sebbene sia previsto l’annuncio, entro l’anno, di una nuova sede per assemblare i modelli di punta destinati a quel mercato.

Analogamente il settore aereospaziale, Airbus, con sede a Tolosa, è il secondo maggiore esportatore della Francia e destina agli Stati Uniti circa il 12% della propria produzione di jet, parte della quale viene assemblata localmente, secondo i dati forniti da Cirium. Tra i principali fornitori sia di Airbus sia di Boeing figura CFM International, primo produttore mondiale di motori per numero di unità, società partecipata dal gruppo francese Safran e da GE Aerospace.

Oltre ad autoveicoli e aeromobili, l’Unione Europea esporta verso gli Stati Uniti anche una considerevole quantità di componentistica e motori. Tra le imprese potenzialmente coinvolte dai dazi rientra MTU Aero Engines, attiva sia nella produzione di motori per aerei militari, sia nella manutenzione di quelli civili.

Per quanto riguarda le bevande alcoliche, secondo l’associazione di categoria SpiritsEurope, nel 2024 l’Unione Europea ha esportato negli Stati Uniti bevande alcoliche per circa 9 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi rappresentati da superalcolici europei. SpiritsEurope ha evidenziato che molte aziende statunitensi operano lungo la filiera produttiva del settore anche in Europa: un eventuale aumento dei dazi, pertanto, metterebbe a rischio numerosi posti di lavoro.

Secondo i dati del database Comtrade delle Nazioni Unite, anche le esportazioni europee verso gli Stati Uniti di profumi, oli essenziali, cosmetici e prodotti per l’igiene personale hanno raggiunto nel 2024 un valore di 10,47 miliardi di dollari. Di questa cifra, le esportazioni francesi – trainate da aziende come L’Oréal – rappresentano circa 2,5 miliardi di euro all’anno.

Infine tocca ai principali gruppi del settore del lusso che ricavano dagli Stati Uniti circa un quarto del fatturato complessivo. La dipendenza varia invece tra i marchi minori, con una quota pari al 14% per l’azienda di abbigliamento Moncler, e fino al 46% per Birkenstock, specializzata in calzature. L’industria francese del lusso – la più importante al mondo – dà lavoro a oltre 600 mila persone, secondo i dati del ministero dell’Economia. Francia e Stati Uniti si contendono il primato nell’export globale di beni di lusso. Secondo un’analisi pubblicata dagli esperti dell’agenzia di rating S&P, il comparto del lusso risulta tra i più esposti ai dazi statunitensi, in quanto le aziende del settore hanno margini ridotti per trasferire la produzione in territorio americano.

 

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