Governo libico: Tripoli ormai è sicura e stabile

di Agenzia Nova
13 Maggio 2025 11:52 Aggiornato: 13 Maggio 2025 11:52

Il ministero dell’Interno del Governo di unità nazionale della Libia (Gun) ha dichiarato che «la situazione nella capitale Tripoli è sicura e stabile», aggiungendo che tutte le forze di sicurezza «stanno svolgendo il proprio compito con efficienza nel mantenimento dell’ordine pubblico». In un comunicato diffuso nelle scorse ore, il dicastero ha invitato tutti i cittadini, in particolare i dipendenti della pubblica amministrazione, a riprendere il lavoro e a contribuire al ritorno della normalità nella capitale. L’appello è stato esteso anche a tutti i membri del ministero, che sono stati sollecitati a tornare nei rispettivi incarichi «per garantire la continuità dei servizi e rafforzare la stabilità».

Secondo quanto appreso da Agenzia Nova da fonti libiche sul posto, la tensione a Tripoli appare in forte calo: i blocchi stradali sono presidiati esclusivamente dalle forze ufficiali, le milizie si sono ritirate nei propri quartieri generali e non si registrano movimenti anomali nelle principali aree della capitale. Le pattuglie della polizia presidiano gli incroci nevralgici, ma l’atmosfera in città è simile a quella di una giornata festiva, con traffico assente, scuole chiuse e negozi parzialmente aperti. Fonti locali riferiscono che la morte di Abdulghani al Kikli, detto «Ghnewa», ex comandante dell’Apparato di supporto alla stabilizzazione (Ssa), ha segnato la fine di una fase di potere informale e centralizzato nella zona di Abu Salim, dove secondo le stesse fonti Ghnewa avrebbe gestito in prima persona affari immobiliari e imposte su attività commerciali, imponendo affitti statali rivisti al rialzo.

Dietro la rapida caduta di Ghnewa, secondo fonti locali, vi sono tensioni accumulate nel tempo, alimentate da una crescente percezione di abuso di potere. La gestione «parallela» di spazi pubblici e attività economiche avrebbe provocato crescenti malumori, culminati in uno scontro interno legato, secondo indiscrezioni, a un importante affare immobiliare su cui Ghnewa avrebbe agito contro il parere di livelli superiori, determinando la rottura definitiva. A imprimere la svolta sarebbe stata la Brigata 444, fedele al premier Abdulhamid Dabaiba. Fonti riservate riferiscono che Ghnewa si sarebbe presentato presso i vertici della brigata per tentare un accordo o un riavvicinamento politico-militare. Il tentativo si sarebbe rivelato fatale: «lo hanno attirato a un incontro e si sono sbarazzati di lui», riferisce una fonte ben informata. La Brigata 444, da parte sua, ha negato ogni responsabilità.

Secondo osservatori regionali, l’eliminazione di Ghnewa non rappresenta solo una vittoria militare, ma un segnale politico preciso: rafforzare l’autorità centrale, rimuovendo figure autonome che avevano trasformato il potere armato in rendita personale. In questo contesto, il premier Dabaiba potrebbe ora trovarsi nella posizione di accelerare un piano di riforma interna della sicurezza, sotto pressione anche da parte di partner internazionali, tra cui gli Stati Uniti. Secondo fonti diplomatiche, il presidente statunitense, Donald Trump, avrebbe incluso la stabilizzazione della Libia, insieme a quella della Siria, tra le priorità strategiche per la sicurezza del Mediterraneo.

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