Documenti desecretati Usa: pericolo violenza con gli obblighi vaccinali

di Redazione ETI/Zachary Stieber
27 Maggio 2025 16:40 Aggiornato: 27 Maggio 2025 16:40

L’amministrazione Biden era consapevole del rischio che gli obblighi vaccinali contro il Covid-19 potessero innescare episodi di violenza. È quanto emerge da un documento dell’intelligence desecretato il 23 maggio, che contiene un’analisi congiunta dell’Fbi, degli Interni e del Centro nazionale antiterrorismo, redatta il 31 dicembre 2021.

Secondo il documento, le misure imposte dal governo federale, come l’obbligo vaccinale per bambini e lavoratori, unite alla percezione di un trattamento iniquo verso i non vaccinati, avrebbero potuto incentivare la reazione violenta da parte di estremisti interni o di attori stranieri. Gli esperti dell’intelligence avevano previsto il rischio di attacchi contro operatori sanitari e funzionari pubblici incaricati dell’applicazione delle restrizioni, con la possibilità di episodi estremi come omicidi o rapimenti di personale governativo a livello federale, statale o locale.

Il documento cita complotti già emersi, sia negli Stati Uniti sia all’estero, tra cui il tentativo di rapimento del governatore del Michigan, Gretchen Whitmer. In quel caso, alcuni imputati sono stati assolti per stati provocati e “incastrati” da agenti sotto copertura. L’analisi sottolinea anche come la disponibilità dei vaccini per i minori potesse rafforzare il “complottismo” e alimentare la paura che le scuole procedessero alla vaccinazione dei bambini senza il consenso dei genitori. Un’ipotesi non solo temuta ma in alcuni casi verificatasi, come nel North Carolina, dove del personale sanitario ha somministrato il vaccino a minori nonostante l’opposizione dei familiari.

Nel documento si definisce «estremista violento interno» una persona residente negli Stati Uniti che, senza legami con organizzazioni terroristiche straniere persegue obiettivi politici o sociali attraverso atti illegali e potenzialmente letali. Tuttavia, l’intelligence specifica che le manifestazioni di dissenso contro i mandati Covid-19 rientrano nelle libertà tutelate dal Primo Emendamento, a meno che non siano coordinate con soggetti considerati pericolosi. La mera adesione a temi controversi, anche secondo questo rapporto, non deve essere automaticamente classificata come estremismo violento.

La decisione di rendere pubblico il documento è stata presa dal direttore dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard. In un’intervista a Fox News, la Gabbard ha sottolineato come il contenuto del dossier dimostri che alcune persone, spinte da precise ideologie, possano evolversi in estremisti, e come il comune denominatore in quel caso fosse il dissenso verso alcune politiche dell’amministrazione Biden, tra cui l’obbligo vaccinale, l’uso delle mascherine e la gestione delle vaccinazioni scolastiche.

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