I recenti risultati finanziari di Alphabet, la controllante di Google e YouTube, hanno confermato la sua posizione di leadership nel panorama tecnologico internazionale, ma hanno anche messo in luce le complessità che il colosso di Mountain View deve affrontare in un contesto di crescenti pressioni legali e competizione nel settore dell’intelligenza artificiale.
Con un fatturato trimestrale di 90,23 miliardi di dollari, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente, e un utile netto schizzato del 46% a 34,54 miliardi, Alphabet ha superato le attese di Wall Street, dimostrando una resilienza che pochi altri possono vantare. I numeri, pubblicati il 24 aprile, riflettono il contributo decisivo della pubblicità su Google (66,89 miliardi), del settore Cloud (12,26 miliardi) e di YouTube (8,927 miliardi), tutti in crescita rispetto al primo trimestre del 2024.
L’amministratore delegato Sundar Pichai ha espresso soddisfazione per i risultati, sottolineando come la strategia integrata di Alphabet nell’intelligenza artificiale stia dando i suoi frutti. Il lancio di Gemini 2.5, definito il modello di intelligenza artificiale più avanzato dell’azienda, rappresenta un passo avanti significativo, destinato a consolidare il ruolo di Google come apripista nell’innovazione tecnologica. Parallelamente, l’annuncio di un aumento del dividendo del 5% e di un riacquisto di azioni per 70 miliardi di dollari segnala una fiducia nei confronti delle prospettive future, nonostante un calo del 17% del valore azionario dall’inizio dell’anno, in linea con le turbolenze del mercato.
Tuttavia, accanto al successo economico, Alphabet si trova al centro di molteplici contenziosi legali che potrebbero ridisegnare il suo modello di business. Negli Stati Uniti, un tribunale federale ha recentemente stabilito che l’unità di tecnologia pubblicitaria di Google opera come un monopolio illegale, aprendo la strada a possibili sanzioni che potrebbero comprendere la cessione di alcune attività.
Inoltre, nell’agosto 2024, un giudice ha accertato pratiche illecite per il mantenimento del monopolio del motore di ricerca, spingendo il ministero della Giustizia a proporre misure drastiche, come la vendita del browser Chrome o la separazione del sistema operativo Android. Alphabet ha contestato queste decisioni, annunciando ricorsi e avvertendo che tali interventi potrebbero compromettere l’innovazione e l’accesso degli utenti ai servizi preferiti. All’estero, un accordo da oltre 2 milioni di dollari ha chiuso un caso antitrust in India, dove Google era accusata di pratiche sleali nei confronti dei produttori di televisori.
Sul fronte dell’intelligenza artificiale, Alphabet deve confrontarsi con una concorrenza sempre più agguerrita, come quella di DeepSeek o di ChatGPT, che minaccia di erodere la sua supremazia nei motori di ricerca. Tuttavia, l’azienda sembra determinata a mantenere il passo. L’investimento di 75 miliardi di dollari previsto per il 2025, unito a nuove funzionalità per il chatbot Gemini, dimostra un impegno concreto per restare all’avanguardia. Anche Nvidia, colosso dei chip per l’intelligenza artificiale, ha lodato i progressi di Google, definendola un punto di riferimento nel calcolo computazionale.
In un momento di transizione per il settore tecnologico, Alphabet da un lato, continua a ispirare fiducia tra gli investitori con i suoi risultati economici e le sue innovazioni, con previsioni che indicano un potenziale rialzo del titolo superiore al 28% nei prossimi 12 mesi. Dall’altro, le sfide legali e la crescente competizione richiedono una capacità di adattamento che metterà alla prova la visione strategica dell’azienda. In questo scenario, il futuro di Alphabet non dipende solo dalla sua abilità di innovare, ma anche dalla sua capacità di navigare in un panorama competitivo sempre più complesso, mantenendo la fiducia di utenti e mercati.