Il Congresso certifica Biden presidente, nonostante le proteste

Di Mimi Nguyen Ly

Al termine di una lunga e tumultuosa seduta, il Congresso degli Stati Uniti ha rifiutato le contestazioni e contato i voti depositati dal Collegio Elettorale, certificando così Joe Biden come vincitore delle elezioni del 3 novembre 2020 e presidente-eletto degli Stati Uniti d’America. L’inaugurazione effettiva è fissata per il 20 gennaio.

La delibera è stata annunciata difronte al Congresso dal vicepresidente Mike Pence, alle 9.40 ora italiana del 7 gennaio 2021, con 306 grandi elettori per Biden-Harris e 232 per Trump-Pence. Durante la sessione sono state sollevate contestazioni formali per quanto riguarda i risultati delle elezioni in Arizona e Pennsylvania, entrambe però sono state respinte sia dalla Camera che dal Senato.

La reazione di Trump

Subito dopo la conferma di Joe Biden al Congresso, Trump ha comunicato: «Anche se sono in completo disaccordo con il risultato dell’elezione, e i fatti mi sostengono, ci sarà comunque una transizione regolare il 20 gennaio. Ho sempre detto che avremmo continuato la nostra lotta per assicurare che venissero contati solo i voti legali. Anche se questo rappresenta la fine del più grande primo mandato della storia presidenziale, è solo l’inizio della nostra lotta per rendere l’America di nuovo grande!»

L’interruzione della sessione

Circa dieci ore prima, la Camera e il Senato degli Stati Uniti avevano temporaneamente sospeso la sessione del Congresso a causa dell’irruzione dei manifestanti nell’edificio del Campidoglio, interrompendo così i dibattiti in corso nelle due Camere: i parlamentari stavano per l’appunto deliberando in merito alla contestazione della lista dei grandi elettori per lo Stato dell’Arizona.

Prima di riprendere la sessione, il vicepresidente Mike Pence ha condannato le violenze: «Condanniamo con la massima fermezza le violenze che sono avvenute qui. Piangiamo la perdita di vite umane in queste sacre stanze, e [diciamo, ndt] a coloro che oggi hanno devastato il nostro Campidoglio: non avete vinto. La violenza non vince mai. La libertà vince. E questa è ancora la casa del popolo».

Pence, che ha presieduto la sessione, è stato evacuato dal Senato nel pomeriggio, quando un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel Campidoglio degli Stati Uniti. La polizia ha evacuato la camera alle 14.30 (20.30 ora italiana), scortando i senatori in luoghi non rivelati.

I membri del Congresso evacuano la Camera mentre un gruppo di manifestanti tenta di fare incursione durante una sessione congiunta del Congresso a Washington, il 6 gennaio 2021. (Drew Angererer/Getty Image)
Un gruppo di manifestanti fa incursione nel Campidoglio degli Stati Uniti a Washington, il 6 gennaio 2021. (Saul Loeb/AFP tramite Getty Images)

I funzionari hanno dichiarato «sicuro» il complesso del Campidoglio degli Stati Uniti dopo aver disperso i manifestanti che si erano radunati fuori dall’edificio per protestare contro il modo in cui sono state gestite le elezioni.

I video mostrano persone vestite di nero con cappelli rossi Maga [Make America Great Again, ndt] che usano degli estintori all’interno del Campidoglio. Non è ancora chiaro chi abbia istigato la rivolta.

Una donna è stata colpita da un proiettile all’interno del Campidoglio e il Dipartimento di Polizia Metropolitana ha in seguito confermato la sua morte. Un portavoce della polizia si è rifiutato di fornire maggiori dettagli sulla sua identità o su quanto accaduto.

Un video dell’incidente mostra l’esplosione di un colpo di pistola mentre la donna si arrampicava verso la stanza del presidente della Camera appena fuori dalla Camera dei Rappresentanti. Un altro video mostra invece le conseguenze della sparatoria. Mentre un testimone ha raccontato ai microfoni di Wusa: «Avevamo fatto irruzione all’interno delle Camere, e c’era una giovane donna che si è introdotta dalle finestre. Un certo numero di poliziotti e di agenti dei servizi segreti dicevano: “State indietro, scendete, toglietevi di mezzo”. Non ha ascoltato la richiesta e mentre noi tentavamo di afferrare le persone e tirarle indietro, le hanno sparato al collo».

Dal canto suo, il leader repubblicano del Senato Mitch McConnell ha definito l’invasione una «insurrezione fallita» e ha dichiarato: «Non ci piegheremo all’illegalità o all’intimidazione. […] Siamo tornati alle nostre postazioni. Faremo il nostro dovere secondo la Costituzione e per la nostra nazione. E lo faremo stasera».

Ad ogni modo, Pence aveva dichiarato a inizio giornata che non riteneva di avere «l’autorità unilaterale» per decidere tra liste di grandi elettori in competizione, e ha descritto il suo ruolo di presidente come «in gran parte cerimoniale». Pur specificando: «Date le irregolarità di voto che hanno avuto luogo nelle nostre elezioni di novembre e il mancato rispetto degli statuti elettorali statali da parte di alcuni funzionari, accolgo con favore gli sforzi dei membri del Senato e della Camera che si sono fatti avanti per usare la loro autorità secondo la legge per sollevare obiezioni e presentare prove».

Pence non ha quindi invocato i poteri che, secondo alcune interpretazioni costituzionali, avrebbe il vicepresidente.

 

Articolo in inglese: Congress Reconvenes, Pence Denounces Violence

 
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