Statistiche ufficiali della Cina dipingono pessimo quadro economico

Poche persone prendono per buone le statistiche provenienti dalla Cina. Il regime cinese e i governi locali hanno una lunga esperienza nel manipolare o addirittura fabbricare completamente i dati economici.

Tuttavia, se dati più affidabili non sono disponibili, i dati pubblicati dal Dipartimneto nazionale di statistica della Cina restano gli unici utilizzabili per l’analisi. Non importa quanto siano inaffidabili, questi dati possono comunque fornire la possibilità di sbirciare nella realtà dell’economia cinese.

PIL

Secondo i numeri del Dipartimento, la crescita del Pil è rallentata drasticamente nel 2012, almeno rispetto agli ultimi anni. Il tasso di crescita del 7,8 per cento del 2012 è il più basso degli ultimi 13 anni.
Prendendo per buono il 7,8 per cento, rimane la questione se la Cina possa tornare alla crescita a due cifre in futuro. Credo che sia molto improbabile che il tasso di crescita economica della Cina sia in grado di recuperare i livelli dello scorso decennio.

Questo perché altre statistiche mostrano chiaramente che il rallentamento della crescita economica della Cina nel 2012 è tanto diffuso quanto sfaccettato. Non riguarda solo gli investimenti; altri settori, come le esportazioni e gli immobili, stanno tutti mostrando una crescita molto più lenta. Inoltre, la struttura demografica generale del Paese è cambiata sostanzialmente. La continua espansione della forza lavoro ha alimentato la crescita negli ultimi decenni. Questa tendenza ora si è invertita: la popolazione in età lavorativa in Cina adesso è in calo.

Prendendo in considerazione ogni aspetto del mix di crescita, si può vedere che un ritorno alla crescita a due cifre è quasi impossibile.

ESPORTAZIONI

Innanzi tutto diamo uno sguardo alle esportazioni. Le esportazioni cinesi nel 2012 sono cresciute del 7,9 per cento, al di sotto del 25 e 31 per cento di crescita nel 2011 e 2010, rispettivamente. Nel corso degli ultimi 20 anni, le esportazioni cinesi hanno goduto di un tasso di crescita superiore al 20 per cento annuo. In realtà, il boom economico cinese è in gran parte dovuto alla rapida crescita delle esportazioni.

Ci sono diversi motivi che hanno rallentato la crescita delle esportazioni. Un fattore è certamente il crollo dell’economia globale. L’aumento del costo di produzione ha ridotto la competitività della Cina. Mentre la popolazione in età lavorativa si è stabilizzata, il costo del lavoro è aumentato rapidamente negli ultimi anni.

Inoltre, mantenendo lo yuan ancorato al dollaro ad un tasso artificialmente basso, la Cina soffre anche l’inflazione dei prezzi delle materie prime, dato che il prezzo del dollaro aumenta. Dal momento che la Cina non ha grandi quantità delle più comuni materie prime disponibili – con notevole eccezione per carbone e terre rare – ha bisogno di importare e pagare il prezzo. Uno yuan più forte renderebbe le materie prime meno costose, ma allo stesso tempo renderebbe i prodotti cinesi più costosi sul mercato mondiale, un circolo vizioso.

MERCATO DEL LAVORO

L’inflazione dei salari è in parte dovuta alla contrazione di forza lavoro. Nel 2012 per la prima volta la forza lavoro in età compresa tra i 15 e i 59 anni è scesa di tre milioni 450 mila, pari allo 0,4 per cento in meno rispetto a quella del 2011. Se la velocità di declino rimane la stessa, avrà un enorme impatto sui salari e sulla futura crescita economica.

Nel corso degli ultimi tre decenni, le esportazioni della Cina hanno beneficiato molto dalla sua manodopera a basso costo, grazie alla abbondante offerta di lavoratori affamati cinesi che si muovevano dalla campagna verso le città in espansione. Tuttavia, il cambiamento demografico è uno dei fattori principali che ha aumentato il costo del lavoro.

In altre parole, la politica del figlio unico, che ha generato un cosiddetto “dividendo demografico” e permesso la crescita del Pil della Cina nel passato, ora ha un influsso negativo. Ora, la forza lavoro è in calo e la tendenza durerà per molti decenni, prima di un dietrofront, ipotizzando che un dietrofront sia ancora possibile.

INVESTIMENTI

L’investimento nelle infrastrutture e la produzione di capitale è stato usato per essere il principale motore della crescita del Pil della Cina. Tuttavia, il tasso di crescita degli investimenti dello scorso anno è diminuito dal 24-25 per cento al 20 per cento. Il calo è stato particolarmente evidente nel settore immobiliare: è sceso dal 27-28 per cento al 16 per cento. Questi sono tutti fattori chiave che influenzano la crescita del Pil della Cina e non possono invertirsi facilmente.

Credo che in Cina il modello di crescita guidato dagli investimenti, che è stato in esecuzione per un lungo periodo di tempo, ha bisogno di cambiare. Negli ultimi dieci anni, basandosi su enormi investimenti per spingere il Pil, ha provocato un grave inquinamento ambientale. Senza il controllo della qualità degli investimenti e il miglioramento dell’ambiente naturale ci sarà un notevole impatto negativo sulla società, sull’equilibrio ecologico, sull’economia cinese e sulla qualità della vita delle persone.

CONSUMO

Per quanto riguarda il consumo, il suo contributo percentuale al Pil è in calo di anno in anno. È sceso dal 50 per cento nel 1960 e 1970 al 30 per cento adesso. La ragione della diminuzione, credo, è la distribuzione ineguale della ricchezza.

La disuguaglianza si dimostra con il coefficiente di Gini della Cina. Un coefficiente di Gini pari a 0,4 significa che il reddito è distribuito ingiustamente. Se è superiore a 0,4, presenta un ampio divario nei livelli di reddito e un’elevata probabilità di disordini sociali.

Il coefficiente della Cina di pubblicato ufficialmente è 0,47, già piuttosto elevato. Tuttavia, secondo l’Università sudoccidentale di economia e finanza, avrebbe già raggiunto 0,61 nel 2010. Ciò significa che la maggior parte dei cinesi non hanno tratto beneficio della crescita economica.

L’aumento della popolazione generale nel reddito reale, al netto dell’inflazione, è minimo. Gli insostenibili prezzi degli immobili significano che per acquistare una casa è necessaria una grossa percentuale del reddito delle persone, che devono anche pagare per l’assicurazione medica e l’istruzione. Dal momento che il reddito disponibile reale non è in crescita, la percentuale di consumo nel Pil sta diminuendo di anno in anno.

Ironia della sorte, i salari nominali sono ancora in crescita, facendo aumentare i costi in molte aziende. Tuttavia, la gente comune non ne trae beneficio, dato che gli aumenti salariali vengono mangiati dall’inflazione dei prodotti alimentari, del settore immobiliare e dei servizi essenziali.

REDDITO

Guardando più da vicino le statistiche 2012 sul reddito della Cina, l’aumento del reddito medio per le aree rurali e urbane è di circa il 10 per cento, che è impressionante. Tuttavia, un sondaggio condotto dalla Cina Youth Daily mostra un quadro completamente diverso.

Il 70 per cento delle persone nel sondaggio ha detto che il suo reddito non è aumentato nel 2012. Da un lato, le statistiche nazionali dicono che il reddito medio è aumentato del 10 per cento o più, d’altra parte il 70 per cento delle persone dicono che il loro reddito non è aumentato affatto, una contraddizione molto forte.

In realtà, non vi è alcuna contraddizione, dato che i numeri ufficiali rappresentano solo il reddito «medio». Solo un numero molto limitato di persone con forti aumenti di reddito ha incrementato il numero medio. Un motivetto popolare in Cina spiega vividamente questo processo: «C’è un ricco nel nostro paese che possiede decine di milioni; ci sono anche nove ragazzi squattrinati che non hanno nulla. Se calcoliamo la media, tutti sono milionari».

L’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza in Cina è causata dal distorto modello di sviluppo economico e dai problemi radicati nel sistema sociale della Cina – corruzione, nepotismo, repressione finanziaria, potere monopolistico e prezzi da usura per i prestiti. I problemi si sono aggravati nel corso degli anni, e l’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza diventa sempre più grave.

L’ingiustizia sociale è un tema caldo che interessa le persone di tutti i livelli sociali, sia all’esterno che all’interno del cerchio politico. Molte proteste e manifestazioni sono ad essa collegate, e i conflitti sociali si stanno intensificando. Il regime cinese deve affrontare tutti questi problemi, se vuole tornare alla crescita a due cifre.

Tianlun Jian, Ph.D., scrive regolarmente di economia cinese e consiglia The Epoch Times per l’economia. Il suo blog è Chineseeconomictrend.blogspot.com.

Articolo in inglese: China’s Official Statistics Paint Grim Economic Picture
 
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