Praticante del Falun Gong italo-cinese: aiutatemi a fermare la persecuzione dei miei familiari

Già perseguitata in Cina per la sua fede, Lili Zhao, una italo-cinese che pratica la Falun Dafa, ha di recente appreso che un altro membro della sua famiglia è stato imprigionato illegalmente dalle autorità cinesi per via della sua fede, in quanto anche lui è un praticante della Falun Dafa.

La Falun Dafa (nota anche come Falun Gong) è una pratica di meditazione di scuola buddista, fondata sui principi  di verità, compassione e tolleranza. Nei primi anni dopo la sua diffusione pubblica nel 1992, era sostenuta dalle autorità cinesi, per i benefici che era stato riscontrato portasse alla salute e alla moralità nella società.

Infatti, secondo degli studi del Ministero dello Sport cinese condotti nel 1998, quasi la totalità dei praticanti del Falun Gong aveva riscontrato benefici a livello di mente e corpo grazie agli insegnamenti della disciplina e ai suoi cinque esercizi meditativi.

Tuttavia nel 1999 la grande popolarità della pratica ha suscitato le ire e l’insicurezza di Jiang Zemin, allora a capo del Partito, che ha lanciato la persecuzione il 20 luglio dello stesso anno.

In quel momento, la disciplina spirituale aveva raggiunto un numero compreso tra 70 e 100 milioni di aderenti, tutti diventati bersaglio della persecuzione. E questo senza contare familiari, amici e persone collegate.

Sebbene i praticanti, nel corso degli anni, abbiano sempre chiesto al governo cinese – anche scrivendo direttamente ai membri dell’elité amministrativa (incluso il capo in carica) – di fermare la persecuzione, questa è continuata. 

In Cina dal 1999 a oggi (quasi 25 anni), milioni di praticanti vivono questa situazione. 

La recente persecuzione contro la famiglia di Lili

Il 9 maggio uno dei fratelli – il minore – della famiglia di Lili ha appreso, tramite una telefonata della polizia, che il loro fratello maggiore, Zhao Lizhuan era stato arrestato, secondo quanto afferma Lili nella sua lettera aperta.

I due fratelli, continua Lili, avevano fatto ritorno in Cina a seguito della mancata rintracciabilità della loro sorella, Zhao Lihong, la quale era stata arrestata illegalmente, per aver informato sulla verità del Falun Gong (in Cina il regime usa propaganda e mezzi di vario tipo, inclusi mediatici, per diffamare e giustificare la persecuzione). 

Il poliziotto Wang Bing, responsabile dell’arresto illegale, ha informato il figlio della signora Lihong, che vive in Australia, di questo. 

Gli eventi

Il 17 aprile 2022, Zhao Lihong, della città di Yantai, provincia dello Shandong, stava facendo informazione sulla persecuzione del Falun Gong nel parco Kaifaqu Fulaishan, con un’altra praticante di nome Chen Yawen. Sono state segnalate da qualcuno e in seguito sono state arrestate illegalmente dagli agenti della stazione di Fulai, secondo quanto denuncia Lili tramite la sua lettera.

Successivamente Zhao Lihong è stata rilasciata su cauzione per un anno, racconta Lili. L’8 giugno 2022, prosegue nella sua lettera, la stazione di polizia ha presentato il suo fascicolo al procuratore. Ad agosto il suo caso è stato portato in tribunale, come si apprende dalla lettera di Lili. Il 28 gennaio di quest’anno un cancelliere del tribunale ha notificato alla signora Zhao che il processo era previsto per il 6 febbraio, afferma Lili. 

Il pubblico ministero e il giudice che si occupa del caso sono rispettivamente Zhang Desong e Wang Aiyun, secondo quanto riporta Lili nella sua lettera.

Il 6 febbraio 2023 Zhao Lihong è stata processata illegalmente e condannata a tre anni di reclusione, come si legge nella lettera aperta.

Successivamente la signora Zhao ha tentato di parlare con i funzionari chiarendo la verità sul Falun Gong, senza però ottenere alcun effetto. Allora ha dovuto continuare a rimanere senza una dimora stabile, per sfuggire alla persecuzione.

Il 19 settembre 2023 Zhao Lihong è stata nuovamente rintracciata e arrestata.

Tentativo di contatto e arresti

La signora Lili Zhao, nella sua lettera, dichiara che dopo l’arresto illegale di sua sorella, non è stato possibile reperire informazioni su di lei, nemmeno sul se fosse ancora in vita.

Lo scorso aprile – racconta Lili – il fratello minore è andato in Cina. Il 7 maggio, i due fratelli (tra cui il maggiore, praticante della Falun Dafa) hanno appreso che loro sorella era incarcerata nella prigione femminile di Jinan.   

Il giorno seguente, i fratelli sono andati alla prigione femminile, con l’intento di incontrarla. Tuttavia, le autorità hanno chiesto loro un certificato di identificazione per poterla vedere. 

Quindi – spiega Lili nella lettera – il fratello minore è andato nella città di Qiqihar per richiedere un certificato, mentre il fratello maggiore è tornato a casa a Yantai.

La sera del 9 maggio, appena il fratello minore è arrivato alla stazione ferroviaria di Qiqihar, ha ricevuto una telefonata dalla stazione di polizia numero 97 di Xingfu Road, distretto di Zhifu, città di Yantai e gli hanno comunicato che il il fratello maggiore era stato portato alla stazione di polizia. 

Perfino la cognata della signora Lili è stata arrestata, come riportato nella lettera aperta. Infatti la signora Bai Mei è una praticante della Falun Dafa. 

Attualmente il fratello maggiore è incarcerato illegalmente nel centro di detenzione di Zhifu a Yantai, provincia di Shandong. Mentre la cognata è imprigionata illegalmente nel centro di detenzione femminile di Yantai, provincia di Shandong. 

Il fratello maggiore, Zhao Lizhuan, era stato già perseguitato. Prima di questo arresto – continua a spiegare Lili nella sua lettera aperta – era stato già imprigionato per 5 anni. Quando è uscito aveva perso la vista e tutti i denti a causa delle torture e dei maltrattamenti. 

L’appello di Lili

Nella lettera Lili scrive: «Mia sorella, mio fratello e mia cognata sono stati arrestati illegalmente solo perché praticano il Falun Gong e raccontano alle persone che il Falun Gong è una pratica buona, che insegna alle persone ad essere migliori seguendo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, e che perseguitare tali persone è un’azione sbagliata. Chiedo il vostro aiuto per contattare le organizzazioni e/o gli enti governativi, che possono fare da tramite, per chiedere al governo cinese di fermare la persecuzione contro i praticanti del Falun Gong e di liberare i miei familiari».

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