Nonostante le turbolenze interne, il dollaro continua a dominare

Di Chadwick Hagan

Articolo d’opinione

L’ipotesi della morte del dollaro Usa è stata ampiamente sopravvalutata, soprattutto negli ultimi tempi. Anche se il Covid-19 e il calo delle spese registrato da Washington Dc non hanno fatto altro che alimentare innumerevoli voci sull’imminente rovina del dollaro Usa, è chiaro che il dollaro Usa è ancora di fatto la valuta di riserva mondiale.

A luglio, i dati di Swift, la rete di trasferimento fondi globale, riportavano «transazioni che coinvolgevano il dollaro al 46%», un massimo storico. In confronto, poco più del 3% è stato effettuato in yuan cinesi.

L’economia americana è incredibilmente diversificata. A livello internazionale ci sono i petrodollari, che sono dollari pagati agli esportatori di petrolio per le importazioni di petrolio. È improbabile che ciò cambi e aumenti la liquidità del dollaro Usa, per non parlare del fatto che consolida la narrazione del dollaro Usa come valuta di riserva globale incontrastata.

Gli oppositori possono attaccare quanto vogliono, ma i Paesi membri dell’Opec (Algeria, Angola, Guinea Equatoriale, Gabon, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Repubblica del Congo, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Venezuela) hanno bisogno di petrodollari. Gli Stati Uniti sono il più grande consumatore di petrolio al mondo e questi Paesi dell’Opec contano sulle esportazioni di petrolio verso gli Stati Uniti come principale fonte di entrate.

Si sentono molte voci sui cambiamenti in Arabia Saudita, ma con quasi il 15% delle riserve mondiali di petrolio e oltre l’85% dei ricavi derivanti dalla vendita di petrolio, al momento l’Arabia Saudita può solo sognarsi l’indipendenza dagli Stati Uniti e dal dollaro statunitense.

L’indebolimento del dollaro

Ma non sono solo il petrolio e i petrodollari a far salire il dollaro. Il dollaro americano è profondamente radicato nella finanza internazionale e qualsiasi interruzione dello status quo richiederebbe un significativo sconvolgimento dell’ordine internazionale. I depositi basati sul dollaro sono detenuti da quasi tutte le banche centrali del mondo e la maggior parte dei pagamenti internazionali sono regolati in dollari.

Chiaramente, ci sono dei rischi. Non aiuta il fatto che l’America sia sorprendentemente polarizzata. Non aiuta il fatto che metà dei politici in carica siano di sinistra anti-imprenditoriale, e non aiuta il fatto che ci siano enormi problemi all’interno dei confini (immigrazione illegale, tossicodipendenza, crisi dei senzatetto, aumento della criminalità). Eppure, sorprendentemente, nessuno di questi problemi ha allentato la presa del dollaro statunitense sull’economia globale.

I Bric, un’unione economica di Paesi tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – e potenzialmente Argentina, Iran, Arabia Saudita, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti – tengono regolarmente riunioni in cui discutono della diversificazione rispetto al dollaro Usa. Prima della guerra russo-ucraina, la speculazione su una valuta dominata dai Paesi Bric era dilagante, ma il rischio è calato, dalla guerra con la Russia.

Se il dollaro dovesse essere sostituito, chi lo sostituirebbe? Esiste un ampio ventaglio di validi sostituti valutari globali, di cui solo un membro appartiene ai Paesi Bric (lo yuan cinese).

L’euro, la sterlina britannica, lo yen giapponese, il franco svizzero e persino il dollaro canadese hanno un peso maggiore – in quanto valute fortemente scambiate – rispetto alle nazioni Bric.

A parte queste valute, la maggior parte della potenza economica mondiale si trova nei singoli Stati americani e nelle principali aree metropolitane: i singoli Pil di New York, Los Angeles, Chicago, San Francisco, Washington Dc, Dallas-Fort Worth, Greater Boston, dell’area metropolitana di Houston, l’area metropolitana di Filadelfia, Seattle e Atlanta sono tutti tra i primi 25 a livello mondiale.

Gli Stati Uniti hanno una delle economie più grandi e diversificate del mondo. In nessun altro posto c’è tanta speranza e fiducia in un futuro migliore, in nessun altro posto c’è tanta innovazione, stabilità percepita e crescita continua.

Se questo incuriosisce, si guardi a dove scorre il denaro durante i periodi di incertezza. Se si verifica un crollo del mercato o una correzione, il denaro si riversa sul dollaro Usa. È durante questi periodi di turbolenza che il dollaro americano sembra letteralmente l’unico gioco in città.

 

Chadwick Hagan è un finanziere, autore e editorialista. Ha gestito aziende e investimenti nei mercati globali per oltre due decenni. Il suo recente libro, «Global Family Office Investing», è stato pubblicato da Palgrave McMillan nel 2021, e il blog macroeconomico di Chad, Chaganomics.com, è stato archiviato dalla Biblioteca del Congresso nel 2019.

Articolo in inglese: Despite Domestic Turmoil, the Dollar Still Dominates

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