La Cina comunista sta «usando il clima per sovvertire gli Stati Uniti»

Di Dorothy Li e Jan Jekielek

Il regime comunista cinese ha delineato la strategia per conquistare gli Stati Uniti come potenza dominante nel mondo entro il 2049.

Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno minando la propria sicurezza nazionale rendendosi volontariamente più dipendenti dall’«energia verde» dominata dalla Cina.

In una recente intervista su American Thought Leaders di Epoch Tv, Steve Malloy (esperto legale presso l’Energy and Environment Legal Institute) ha spiegato che «la Cina sta usando il clima per sovvertire gli Stati Uniti».

«La Cina ha reso gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, e in realtà tutti i Paesi sviluppati, dipendenti dalla tecnologia verde». Al centro di questa energia alternativa ci sono tecnologie tra cui turbine eoliche, pannelli solari e veicoli elettrici, che dipendono da alcune fondamentali materie prime, come la grafite e gli elementi delle terre rare. Per molti di questi materiali, la Cina, il principale avversario degli Stati Uniti, è il principale fornitore e trasformatore del mondo: «Penso che la loro strategia sia quella di rendere il mondo occidentale dipendente dalla Cina per la tecnologia. È un combattere senza combattere».

Monopolio cinese

Malloy ha citato un esempio di terre rare, un gruppo di 17 elementi su cui la Cina ha un monopolio quasi globale. «E tutte queste terre rare finiscono nella tecnologia eolica e solare, nei veicoli elettrici, così come nei nostri telefoni cellulari e computer. Il mondo intero dipende davvero dalla Cina per questo».

I minerali che rientrano sotto questa etichetta in realtà non sono così rari. In effetti, lo United States Geological Survey (Usgs) ha descritto le terre rare come «relativamente abbondanti. È solo che sono presenti nel terreno a concentrazioni molto basse».

Secondo Malloy, una delle ragioni per cui l’Occidente ha smesso di estrarre terre rare, è la pressione ambientale, poiché tali pratiche sono notoriamente inquinanti: «Ma si può fare l’estrazione a cielo aperto in Cina. Non hanno normative ambientali. Quindi la Cina si è offerta volontaria per farlo».

Ora, secondo i dati compilati dall’Usgs, la Cina rappresenta il 70% della produzione globale di terre rare. Secondo uno studio del 2019 condotto dalla società di consulenza Adamas Intelligence, all’epoca la Cina rappresentava l’85% della capacità globale di trasformare questi minerali estratti in forme utilizzabili per i produttori.

Gli Stati Uniti importano la maggior parte delle terre rare dalla Cina, anche se negli ultimi anni questa dipendenza esclusiva si è attenuata. Dal 2018 al 2021, la Cina è stata responsabile del 74% delle terre rare importate negli Stati Uniti, in calo rispetto all’80% tra il 2014 e il 2017, come mostrano i dati Usgs.

Il regime cinese ha ventilato l’idea di tagliare le forniture di questi materiali cruciali per l’economia statunitense.  Nel 2019, nel pieno della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la potente agenzia statale di pianificazione cinese ha minacciato di limitare la vendita di terre rare agli Stati Uniti, dopo che il presidente Donald Trump ha inserito nella lista nera Huawei, un colosso cinese delle telecomunicazioni con stretti legami con l’esercito del regime.

Non era la prima volta che il regime utilizzava il suo monopolio sui metalli critici per ottenere influenza. Nel 2010, il regime cinese ha bloccato temporaneamente l’esportazione di terre rare verso il Giappone mentre le tensioni tra le due potenze asiatiche aumentavano sulle isole contese in seguito all’arresto di un capitano cinese.

Crescente dipendenza degli Stati Uniti

Malloy ha espresso preoccupazione per la spinta dell’amministrazione Biden per una transizione verso fonti energetiche dominate dalla Cina.

Il presidente Joe Biden ha svelato le norme federali volte a porre fine all’acquisto di veicoli a gas entro il 2035. La California sta vietando le auto leggere a gas, mentre altri Stati degli Usa, come Virginia e New Jersey, si stanno muovendo in quella direzione: «È estremamente frustrante vedere i nostri politici con questi obblighi sull’energia eolica, solare e sui veicoli elettrici. Da dove arriveranno i veicoli elettrici? Come li produrremo se non abbiamo buoni rapporti con la Cina?».

Il rischio di fare affidamento su un regime comunista per questi elementi chiave è stato nuovamente messo a fuoco quando Pechino ha annunciato controlli sulle esportazioni di grafite, essenziale per alimentare i veicoli elettronici.

La Cina controlla oltre il 65% della fornitura mondiale di grafite. La restrizione vieterà agli esportatori cinesi di spedire grafite naturale e artificiale e i loro prodotti a partire dal 1° dicembre, a meno che le aziende non ottengano le licenze. L’ordine del regime è arrivato appena tre giorni dopo che Washington ha svelato nuovi limiti alle esportazioni di semiconduttori verso Pechino.

Il Ministero del Commercio cinese ha affermato che il suo ordine era quello di «salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali», ma i legislatori statunitensi hanno definito la restrizione l’ultima prova dell’uso del commercio come arma da parte del Partito Comunista Cinese (Pcc).

«La Cina è l’unico produttore della grafite raffinata contenuta in ogni batteria dei veicoli elettrici», ha sottolineato Malloy. «Quindi se la Cina, in questo momento, smettesse di esportare grafite raffinata, non verrebbero prodotte batterie per veicoli elettrici».

A proposito delle aziende e governi occidentali che hanno cercato di entrare nel mercato della grafite, Malloy ha indicato che ci vogliono anni per costruire un settore in cui la Cina ha già un vantaggio decennale.

Il modo in cui il Pcc si avvicina al mondo è «completamente diverso» da quello degli occidentali, secondo Malloy, ma tanti a Capital Hill non comprendono la strategia del regime, soprattutto nel settore delle tecnologie verdi: «L’obiettivo dichiarato della Cina è quello di diventare l’unica superpotenza globale entro il 2049», mentre gli Stati Uniti stanno accelerando la transizione della nazione verso la tecnologia energetica verde e mirano a raggiungere la «neutralità del carbonio» entro il 2050. «In realtà stiamo lavorando nella stessa direzione» del Pcc. «Abbiamo questo rivale geopolitico là fuori, se non un nemico mortale, chiamato Cina. Ci stiamo rendendo sempre più dipendenti economicamente da loro».

«La Cina ci possiederà molto presto, se non lo fa già. E noi saremo impotenti».

 

Articolo in inglese: Communist China Is ‘Using Climate to Subvert the United States:’ Analyst

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