Il Regno Unito convoca l’ambasciatore cinese per un «pattern» di attività ostili regolari

Di Lily Zhou

Martedì il Ministero degli Esteri del Regno Unito ha convocato l’ambasciatore cinese Zheng Zeguang per un «pattern» di attività ostili del regime cinese.

Ciò avviene il giorno dopo che tre persone sono state accusate di spionaggio a favore di Hong Kong.

«Oggi, su istruzione del Ministro degli Esteri [Lord Cameron, ndr], l’ambasciatore cinese è stato convocato presso l’Ufficio Esteri, Commonwealth e Sviluppo (Fcdo)», ha comunicato un portavoce.

«La convocazione ha fatto seguito all’annuncio di lunedì secondo cui tre persone sono state accusate di reati ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale nell’ambito di un’indagine condotta da agenti del comando antiterrorismo della polizia metropolitana. Il servizio di intelligence straniero a cui si riferiscono le accuse è quello della Regione amministrativa speciale di Hong Kong».

Lunedì, tre uomini, Matthew Trickett, 37 anni, Chi Leung Wai, 38 anni, e Chung Biu Yuen, 63 anni, sono comparsi in tribunale accusati di aver accettato di «intraprendere raccolta di informazioni, sorveglianza e atti di inganno che è probabile avrebbero aiutato materialmente un servizio di intelligence straniero», vale a dire di Hong Kong, e di aver forzato l’ingresso in un indirizzo residenziale del Regno Unito il 1° maggio.

Gli imputati non hanno ancora presentato memorie e il loro processo quasi certamente non avrà luogo prima della primavera del 2025.

Il Fcdo ha affermato di essere «inequivocabile nel definire che il recente pattern di comportamento diretto dalla Cina contro il Regno Unito, che include attacchi informatici, segnalazioni di collegamenti di spionaggio e emissione di taglie, non è accettabile».

Da quando la legislatura di Pechino ha imposto una legge draconiana sulla sicurezza nazionale a Hong Kong nel 2020, il magnate dei media pro-democrazia Jimmy Lai, cittadino britannico, è stato perseguito ai sensi della legge. Le autorità di Hong Kong hanno emesso mandati di arresto contro 13 attivisti democratici in esilio, tra cui residenti nel Regno Unito, con una taglia di 1 milione di dollari di Hong Kong (circa 117.600 euro) su ciascuno di loro.

Gli individui sono stati accusati di reati tra cui incitamento alla secessione e alla sovversione e collusione con Paesi stranieri o forze esterne.

Uno degli attivisti braccati che vive nel Regno Unito, Fin Lau, fondatore di Hong Kong Liberty, aveva precedentemente affermato di essere stato picchiato fino a perdere i sensi a Londra nel 2020 da una banda di tre persone, che sospettava agissero per conto del Partito Comunista Cinese.

Anche Simon Cheng e Nathan Law, due residenti britannici ricercati dalla polizia di Hong Kong, sono stati oggetto di post online che offrivano premi in cambio dei loro indirizzi.

Attacchi di hacker

La convocazione dell’ambasciatore cinese è avvenuta anche dopo il sospetto attacco hacker al sistema di pagamento del Ministero della Difesa da parte di un «attore maligno», che i media hanno affermato essere la Cina, e dopo che il governo ha accusato Pechino di attacchi informatici alla Commissione elettorale e al Parlamento.

Alicia Kearns, presidente della Commissione per gli affari esteri, ha accolto con favore la convocazione dell’ambasciatore cinese, affermando che è «un sollievo ascoltarlo e atteso da tempo». «L’interferenza ostile sul suolo del Regno Unito è una questione seria per la quale dovremmo avere tolleranza assolutamente zero», ha scritto sulla piattaforma di social media X. «Dobbiamo essere risoluti su questo punto con tutti i Paesi».

L’ambasciata cinese ha accusato il governo britannico di «manovre politiche anti-cinesi».

L’ambasciata ha affermato che il signor Zheng ha presentato «ulteriori rimostranze serie alla parte britannica» e «ha esortato la parte britannica a correggere immediatamente le sue malefatte».

Sempre martedì, nel suo  primo discorso importante come capo dell’agenzia di intelligence, sicurezza e informatica, Anne Keast-Butler, direttrice del Gchq, ha affermato che «la Cina rappresenta un rischio informatico reale e crescente per il Regno Unito».

Intervenendo al Cyberuk 2024, l’evento di punta sulla sicurezza informatica del governo a Birmingham, la Keast-Butler ha affermato che il regime cinese ha «costruito una serie avanzata di capacità informatiche e sta sfruttando un ecosistema commerciale in crescita di mezzi di hacking e intermediari di dati a sua disposizione.»

Ha anche affermato che la massima priorità del Gchq è rispondere alla portata e alla complessità delle sfide poste dal regime cinese, e che l’agenzia sta dedicando «più risorse alla Cina rispetto a qualsiasi altra singola missione».

Lunedì, separatamente, Amnesty International ha pubblicato un rapporto in cui afferma che gli studenti cinesi e di Hong Kong in otto Paesi, incluso il Regno Unito, sono stati costretti ad autocensurarsi per paura di ripercussioni da parte del regime cinese.

Una studentessa, chiamata con lo pseudonimo di «Rowan», ha raccontato ad Amnesty International che poche ore dopo aver partecipato a una commemorazione del massacro di piazza Tiananmen del 1989, ha sentito parlare di suo padre in Cina, al quale gli agenti della sicurezza avevano detto di «educare sua figlia [a, ndr] […] non partecipare ad alcun evento che possa danneggiare la reputazione della Cina». Lo stesso accadde un anno dopo.

Rowan è rimasta scioccata dal momento che non ha usato il suo nome o pubblicato online riguardo al suo coinvolgimento nella protesta.

 

Versione in inglese: UK Summons Chinese Ambassador Over ‘Pattern’ of Hostile Activities

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