Il Diluvio Universale e l’Imperatore Yao

Quarto appuntamento del viaggio nel mondo della cultura tradizionale cinese: una serie di articoli di Epoch Times che racconta la leggendaria fondazione della civiltà cinese e le figure chiave nella creazione di questa straordinaria cultura di ispirazione divina. 

Quella che segue è la storia del Diluvio universale nella leggenda cinese.

Negli ultimi anni del regno dell’imperatore Yao, le leggende cinesi descrivono un mondo colpito da violente tempeste e inondazioni che lo sommersero completamente, in modo simile ai racconti mitologici del resto del mondo.

Il Classico dei Monti e dei Mari, una serie di racconti leggendari compilati durante il Periodo degli Stati combattenti, circa 2500 anni fa, descrive li Grande Diluvio come una tremenda catastrofe di onde e pioggia. Un grande mare occidentale scavalcò le montagne della Mongolia e le acque si riversarono lungo il corso del fiume Giallo e nella zona centrale della Cina; campi e abitazioni furono sommersi e distrutti e una moltitudine di persone e animali trovarono la morte nella pancia dei pesci.

LEGGENDE DEL DILUVIO UNIVERSALE IN TUTTO IL MONDO

Descrizioni del Diluvio Universale si ritrovano in varie leggende e miti di tutto il mondo e hanno molti punti in comune: un tema che ricorre in tutti è che il disastro fu imposto all’umanità come punizione divina per la degenerazione morale dell’uomo e che solo un piccolo numero di persone oneste e buone sopravvissero. Il danno causato alla civiltà fu enorme: le leggende occidentali descrivono l‘annientamento della cultura esistente, mentre i racconti cinesi contenuti ne Il Libro dei Documenti, tradizionalmente attribuito a Confucio, considerano il Diluvio la linea di demarcazione tra la preistoria e la storia.

Il Diluvio Universale è un affresco di Michelangelo Buonarroti, databile al 1508-1510 circa, fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina. (Wikimedia)

Nella Genesi della Bibbia è scritto: «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre […]. Il Signore disse: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo”» (Genesi 6, 6-8).

Prima di Cristo, gli antichi greci raccontavano di come Zeus avesse deciso di cancellare l’umanità attraverso una grande inondazione, dopo averla vista diventare crudele e incapace di rispettare il decoro e la giustizia che si confano all’essere umano.

Nella storia della creazione del popolo Vuh dei Maya è scritto che gli uomini furono creati dagli Dei all’inizio del mondo, ma successivamente essi si dimenticarono dei loro creatori, fino al punto di osare disprezzarli. Questa fu la causa del Diluvio.

Nel libro Memorie del Grande Diluvio, un poema epico dell’etnia minoritaria Yi del sud della Cina, si narra una storia simile sulla creazione, sulla degenerazione morale e sulla distruzione degli esseri viventi da parte degli Dei; solo una piccola parte di persone degne rimase, per ricostruire la civiltà.

I racconti popolari della Corea parlano di due fratelli (maschio e femmina) che riuscirono a salvarsi dall’inondazione salendo sul picco del monte Paektu (oggi al confine tra Cina e Corea).

Una piccola etnia minoritaria della Cina, i Lhoba, che vive nella regione del Tibet alla quota di 3000 metri sopra il livello del mare, non ha nessun racconto del Diluvio, nella propria tradizione culturale.

YAO AFFRONTA IL GRANDE DILUVIO

Al tempo di Yao la Cina era divisa in nove stati; intorno al suo territorio vi erano i ‘quattro mari’ e le ‘otto desolazioni’, narrano gli annali del dodicesimo secolo, che ricordano anche che la capitale era nello stato di Ji.

Per fronteggiare il disastro che stava per devastare il suo Paese, Yao cercò delle persone che fossero capaci di controllore il problema delle enormi quantità d’acqua che lo stavano invadendo. Huan Do, un ministro spregiudicato che era già presente prima che Yao ascendesse al trono, raccomandò il ministro del lavoro Kong Ren. Tuttavia l’imperatore non era convinto di questa persona e affermò: «Kong Ren è un uomo dalle parole untuose. Si mostra accondiscendente in superficie, ma di nascosto è molto ostinato. Sembra apparentemente rispettoso e cauto, ma negli atti è in opposizione alla Via e manca di rispetto agli Dei. Non può essergli assegnato l’incarico del controllo delle acque».

Sfortunatamente, a eccezione del ministro dell’agricoltura Hou Ji non c’era nessun altro con le capacità adatte, perciò Yao fu costretto ad assegnare l’incarico a Kong. Più tardi il sovrano mandò Hou Ji a fare visita al monte Kunlun dove risiedevano gli esseri divini. Lì egli incontro la ‘Regina Madre dell’Occidente’ che lo informò del fatto che il Grande Diluvio era la volontà degli dei.

A depiction of the Queen Mother of the West from Edo-era Japan. (Kimbell Art Museum/Public Domain)
Dipinto della ‘Regina Madre dellOccidente’ dell’era Edo giapponese (Kimbell Art Museum/Dominio pubblico)

La Divinità spiegò che la questione della salvezza degli uomini era nelle mani divine e che nell’arco di venti anni sarebbe tornata per assistere personalmente il sovrano nel far cessare il disastro.

Alcune persone osservano la piena del Fiume Giallo il 23 luglio 2013 (STR/AFP/Getty Images)

IL MONTE FLUTTUANTE DI YAO

Nelle leggende popolari sul Diluvio, si dice che le acque arrivarono fino al passo di Mengmen (nell’attuale regione di Ji, provincia dello Shanxi) e che le correnti del fiume Huai e dello Yangtze erano diventate una cosa sola. Solo una montagna che svettava sopra le acque rimase asciutta; questo monte che l’imperatore usò per sfuggire all’inondazione, prese il nome di Monte Yao; oggi esiste ancora nella regione di Fushan, nella provincia montuosa dello Shanxi, nel nordest della Cina.

HOU JI AFFRONTA LA RIVOLTA DEI SAN MIAO

La gente del popolo di San Miao che risiede nel territorio tra i grandi laghi della Cina centrale, discende da Chi You, un terribile capo tribale antico; sono predecessori dei moderni ‘Hmong’, popolo del sud della Cina e del sudest dell’Asia.

Arte primitiva cinese: la battaglia contro Chi You. Il capo tribale è rappresentato dalla seconda figura a partire da destra. (Public Domain)

A governare la regione erano Huan e suo figlio: entrambi uomini violenti e privi di benevolenza, che con il loro comportamento avevano rovinato i costumi tradizionali. Avevano complottato a lungo di guidare un’insurrezione e l’inondazione, che aveva portato la Cina nel caos, aveva dato loro l’opportunità; Huan Dou guidò i San Miao alla ribellione, portando i rivoltosi ad attaccare i vicini e, una volta conquistati, si divisero le loro terre.

Hou Ji fu mandato ad affrontare Huan Dou e i San Miao; egli ingaggiò la battaglia decisiva a Danshui, dove li sconfisse. Dopo la capitolazione dei ribelli, Huan Dou fu esiliato sul monte Chong. La tirannia e le torture furono abolite nella regione dei San Miao e le vittime dell’insurrezione riebbero le loro terre.

Articolo in inglese: http://www.theepochtimes.com/n3/2086090-legendary-foundations-of-chinese-civilization-emperor-yao-and-the-great-flood/

 
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