Come le emozioni negative si trasformano in dolore. E cosa fare per risolverle

Di Lynn Jaffee

Esistono espressioni come «spina nel fianco» o «peso sulle spalle» e si pensa che siano solo figure retoriche per descrivere una persona o una situazione spiacevole. Tuttavia, stress, traumi e problemi emotivi possono trasformarsi realmente in dolori al fianco, alle spalle e in molti altri punti del corpo.

Ecco come succede: quando ci si sente frustrati o sopraffatti, i propri muscoli si irrigidiscono e, dopo un po’, gli strati di quei muscoli tesi iniziano ad «attaccarsi» agli strati di muscoli sopra e sotto di loro. Queste aderenze sono chiamate nodi, che si possono avvertire con il tatto: sembrano dei noduli nel muscolo sotto la superficie della pelle. Possono essere dolorosi, stretti e spesso difficili da eliminare.

Quando ci si rilassa, anche i nodi possono rilassarsi o risolversi completamente. Dopo un massaggio o dopo una vacanza, si nota a volte che i nodi sono spariti. Purtroppo, ci sono buone probabilità che essi ritornino quando si torna alla routine quotidiana. Tutto questo indica che quando ci si rilassa mentalmente, anche i muscoli si rilassano.

Se si soffre di una patologia o di un dolore cronico, le proprie emozioni e il modo in cui si pensa a quel dolore possono alleviare o aggravare i sintomi. I ricercatori sanno da tempo che il vincolarsi alle emozioni negative e preoccuparsi dei sintomi e l’ansia, può peggiorare il dolore. Questo perché il corpo e la mente sono interconnessi e lavorano insieme. Di conseguenza, pensieri, atteggiamenti e paure influenzano il modo in cui il corpo elabora il dolore.

La paura di provare dolore può anche far evitare le attività fisiche e sociali che una volta si gradiva. Nel tempo, questo può alimentare una spirale negativa di perdita di forza e funzionalità e perdita di relazioni sociali, tutti fattori che contribuiscono ulteriormente al dolore.

Allora si può fare qualcosa per il dolore causato dalle emozioni negative? La risposta è sì, ma ci sono un paio di passaggi coinvolti. Innanzitutto, bisogna pensare a come ci si sente realmente. È così facile dare la colpa allo stress, ma è molto più utile individuare esattamente cosa sta succedendo alle proprie emozioni.

Ad esempio, essere «stressati» potrebbe significare che si sta affrontando un trauma, che ci si sente ansiosi per un problema o un evento imminente, o si ha la sensazione di essere sopraffatti dalle circostanze della vita. Quando si comprende esattamente come ci si sente, ci si avvicina anche alla causa del proprio dolore.

È anche importante capire dove si prova dolore. Questo perché certe emozioni tendono ad essere espresse da diversi gruppi muscolari. Un po’ come l’uso dei muscoli del viso quando si è felici e si sorride, o quando si tende a sentirsi tesi nella parte superiore della schiena e nel collo quando si è frustrati, o quando si prova oppressione al petto quando si è ansiosi.

Anche i muscoli delle costole fanno parte dell’equazione emozione/dolore. Quando ci si sente felici, ispirati e ottimisti, i muscoli intorno alle costole aprono il petto e rendono più facile respirare più pienamente.

Tuttavia, quando si è depressi, si contrae un diverso insieme di muscoli delle costole, che tira il petto verso l’interno e rende più difficile respirare profondamente.

La soluzione ovvia è fare qualcosa per la situazione e per le emozioni che stanno causando il dolore. Sfortunatamente, spesso ciò non è possibile o realistico. A volte, non si ha altra scelta che convivere con un capo odioso, occuparsi di un bambino problematico o prendersi cura di un genitore anziano. Tuttavia, le ricerche ha dimostrato che per quanto riguarda i propri sentimenti, si può «agire come se», invece di soffermarsi sugli aspetti negativi della propria vita.

«Agire come se» significa che si può:

  • Sorridere. Coinvolgendo i muscoli del sorriso, si attivano effettivamente i neurotrasmettitori nel cervello che migliorano l’umore.
  • Coltivare il senso dell’umorismo e cercare motivi per ridere. Ridere attiva anche quelle sostanze chimiche del cervello che ci fanno sentire bene.
  • Aprire il petto e fare alcuni respiri profondi, soprattutto quando ci si sente sopraffatti. La respirazione profonda è spesso uno dei primi passi verso la meditazione perché aiuta a rilassarsi rapidamente.
  • Meditare. Aiuta a calmare il cervello e a rilasciare neurotrasmettitori antidolorifici.
  • Prestare attenzione alla postura, che fa un mondo di bene per aprire il petto e la gabbia toracica, tirare su i muscoli della schiena e permettere di respirare più pienamente.
  • Quando si sta lottando con le emozioni negative, provare a scegliere un pensiero che sia solo un passo più positivo di quello che si sta avendo in questo momento.
  • Impegnarsi nella cura di sé stessi, soprattutto quando si è ansiosi, frustrati o ci si sente sopraffatti. Una buona dieta, un sonno adeguato e il movimento del corpo, possono aiutare a prevenire che le emozioni negative si trasformino in dolore.

La realtà è che tutti lottano con la perdita di qualcuno o qualcosa, con circostanze difficili ed emozioni negative. Tuttavia, con un po’ di autocoscienza e un piccolo sforzo, quelle emozioni negative non potranno trasformarsi in dolore.

 

Lynn Jaffee è un agopuntrice autorizzata e autrice di «Simple Steps: The Chinese Way to Better Health». Questo articolo è stato originariamente pubblicato su AcupunctureTwinCities.com

Articolo in inglese: How Negative Emotions Turn Into Pain

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