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Assistere a Shen Yun è un’esperienza unica

3 Giugno 2025

Il sipario si apre, l’eccitazione è palpabile, il fumo si alza e si dirada. Davanti agli occhi una scena paradisiaca: fate celesti danzano con grazia, figure divine sembrano muoversi all’unisono e in lontananza si scorgono palazzi celesti. E’ questa una delle prime scene che arrivano allo spettatore, durante una performance di Shen Yun.

Fondata a New York nel 2006 da esuli della Cina Continentale, la compagnia di danza classica cinese Shen Yun (l’espressione in cinese significa “la bellezza degli esseri divini che danzano”) porta avanti la missione di riportare in vita 5 mila anni di cultura tradizionale cinese. Il motto “La Cina prima del comunismo” esplica in maniera chiara la missione culturale di questo gruppo di artisti: far rivivere i valori e le tradizioni che il regime comunista cinese vuole annientare fin dai tempi di Mao Zedong.

Colpisce a un tempo la leggiadria dei ballerini ma anche la loro fisicità: acrobazie, volteggi e tecniche vengono eseguite senza che si senta il minimo rumore di passi o salti. Inoltre è presente un elemento legato alla recitazione e al portamento: nella danza classica cinese è la bellezza interiore dell’artista che emerge da ogni movimento, postura ed espressione (“Yun”).

Ogni spettacolo è composto da 2 tempi più un breve intervallo, per un totale di 2 ore e 15 minuti circa. Ogni tempo è suddiviso in diversi atti: miti e leggende tradizionali, danze etniche e popolari, vicende storiche realmente accadute. Ogni anno, la compagnia americana mette in scena uno spettacolo diverso da quello precedente, con un immane sforzo di produzione ogni stagione.

Sulla scena, alle spalle degli artisti, svetta lo sfondo digitale in cui viene di volta in volta proiettata l’ambientazione in cui si svolgono le storie: palazzi imperiali, regni celesti, contesti rurali oppure moderne città. Con un effetto quasi magico, gli artisti “entrano” nello sfondo animato e ne “escono” al momento opportuno, ampliando scena e interazione tra palcoscenico ed ambientazione.

Il pubblico si immerge in un’altra dimensione; il ritmo è veloce, l’ambientazione coinvolgente e le emozioni si susseguono senza pausa. Si passa da eleganti coreografie con costumi dai colori sgargianti, alle estroverse danze etiche Yi (una delle 55 minoranze della Cina) e tibetane, alle vicende storiche di grandi generali o delle 4 grandi bellezze dell’antichità.

Gli spettatori vivono un ampio ventaglio di emozioni: allegria e serenità, commozione, calma e ispirazione. Durante l’atto che mostra l’odierna Cina e la persecuzione del Falun Gong, un ritmo incalzante e coinvolgente conduce il pubblico ad assistere alla potenza della fede: anche nella più disperata delle condizioni, il Divino non abbandona mai l’essere umano.

L’orchestra sinfonica dal vivo accompagna dai primi momenti la danza: i due elementi si accompagnano per mano per tutta la durata dello spettacolo, mettendo in risalto i diversi momenti e scene che si susseguono senza sosta. Il risultato è sorprendente e l’insieme è magnifico, sono presenti sonorità atipiche per un pubblico occidentale ma immersive, grazie all’erhu (un violino a due corde), il pipa (liuto cinese), il gong e altri strumenti.

Degno di nota la presenza di cantanti solisti, tenori e soprano che, accompagnati dal pianoforte, utilizzano la tecnica del “Bel Canto” italiano per cantare in cinese; i testi appaiono sullo schermo tradotti in italiano.

Non abbiamo timore ad affermare che chiunque assista a Shen Yun ne uscirà probabilmente affascinato, e cambierà l’idea che ha sulla Cina.

Gabriele Esposito