Salvini: no all'esercito europeo perché sarebbe comandato da Francia e Germania
Stretta dalla Lega sulla cittadinanza, Tajani contrario Minacce di morte alla Meloni firmate Br
La Lega deposita alla Camera una proposta di legge che prevede nuovi e più stringenti criteri per chi vuole diventare cittadino italiano. Botta e risposta a distanza tra il vicepremier Tajani e l'omologo Salvini in due interviste al Corriere della Sera e alla Verità, scontro su un esercito comune europeo. Crosetto convoca una riunione internazionale fra i ministri della Difesa di Roma, Parigi, Berlino e Londra

Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini in conferenza stampa a palazzo Chigi, 17 ottobre 2025. Foto ANSA/MASSIMO PERCOSSI.
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Un periodo di residenza legale più lungo, l’obbligo di superare un esame di integrazione per ottenere la cittadinanza e nuove cause di revoca dello staus per condanne gravi. La Lega deposita alla Camera una proposta di legge che prevede nuovi e più stringenti criteri per chi vuole diventare cittadino italiano. Più volte annunciata negli ultimi mesi, soprattutto dopo il referendum di giugno in cui è stata bocciata l’idea di dimezzare a 5 anni la residenza legale per richiedere la cittadinanza, Matteo Salvini scrive sui social che «la cittadinanza è una cosa seria, e va trattata come tale!”, spiegando il testo prevede anche «norme ‘anti-maranza’ e una stretta sui ricongiungimenti».
Il testo di legge, il cui primo firmatario è Jacopo Morrone, insieme al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e i deputati Giorgia Andreuzza, Ingrid Bisa ed Elena Maccanti, propone che lo straniero nato nel nostro Paese, per diventare italiano a 18 anni, superi un esame (definito, nelle modalità, dal Viminale) sull’effettiva integrazione e in merito alla conoscenza delle regole sociali e giuridiche minime. Il richiedente, inoltre, non deve avere condanne o procedimenti penali per delitti non colposi. Si prevede poi la revoca in caso di condanna definitiva oltre i 5 anni o superiore a 3 per reati di violenza di genere, stupro, maltrattamenti contro familiari e conviventi, stalking, revenge porn; niente cittadinanza anche per chi si macchi di fattispecie di reato «culturalmente motivate», come la costrizione o induzione al matrimonio, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili o la tratta di esseri umani.
Il testo di legge, il cui primo firmatario è Jacopo Morrone, insieme al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e i deputati Giorgia Andreuzza, Ingrid Bisa ed Elena Maccanti, propone che lo straniero nato nel nostro Paese, per diventare italiano a 18 anni, superi un esame (definito, nelle modalità, dal Viminale) sull’effettiva integrazione e in merito alla conoscenza delle regole sociali e giuridiche minime. Il richiedente, inoltre, non deve avere condanne o procedimenti penali per delitti non colposi. Si prevede poi la revoca in caso di condanna definitiva oltre i 5 anni o superiore a 3 per reati di violenza di genere, stupro, maltrattamenti contro familiari e conviventi, stalking, revenge porn; niente cittadinanza anche per chi si macchi di fattispecie di reato «culturalmente motivate», come la costrizione o induzione al matrimonio, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili o la tratta di esseri umani.
Il Carroccio propone di raddoppiare da 2 a 4 anni il periodo di residenza legale in Italia per minori, figli o discendenti di secondo grado di italiani, nonché per chi abbia un genitore italiano per nascita, da 3 a 10 anni per stranieri nati in Italia, da 4 a 8 per cittadini europei, e da 5 a 10 per apolidi. Una stretta è prevista anche sui ricongiungimenti familiari, con l’esclusione di genitori a carico o over 65. Inoltre chiede di aumentare il reddito minimo annuo per richiedere il ricongiungimento. Infine la Lega punta a estendere a ogni familiare da ricongiungere l’obbligo di assicurazione sanitaria.
L’iniziativa, contestata dall’opposizione, anche fra gli alleati non trova un favore univoco. Già la scorsa estate, infatti, c’erano state tensioni con Forza Italia, che invece sostiene la riforma dello Ius Scholae (che prevedeva il riconoscimento della cittadinanza per i minorenni nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni che vi avessero risieduto legalmente senza interruzioni frequentando regolarmente almeno 5 anni di studio, in uno o più cicli scolastici, ndr).
Ha un approccio più aperto sulla cittadinanza anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un’intervista del 7 dicembre a Avvenire dice: «Dobbiamo offrire a uomini e donne del mondo, che vogliono esserlo veramente, la possibilità di diventare cittadini italiani. Penso al percorso per una cittadinanza che dia forza all’Italia. Il mio obiettivo è dare forza a chi ha cura e rispetto per l’Italia».
L’iniziativa, contestata dall’opposizione, anche fra gli alleati non trova un favore univoco. Già la scorsa estate, infatti, c’erano state tensioni con Forza Italia, che invece sostiene la riforma dello Ius Scholae (che prevedeva il riconoscimento della cittadinanza per i minorenni nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni che vi avessero risieduto legalmente senza interruzioni frequentando regolarmente almeno 5 anni di studio, in uno o più cicli scolastici, ndr).
Ha un approccio più aperto sulla cittadinanza anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un’intervista del 7 dicembre a Avvenire dice: «Dobbiamo offrire a uomini e donne del mondo, che vogliono esserlo veramente, la possibilità di diventare cittadini italiani. Penso al percorso per una cittadinanza che dia forza all’Italia. Il mio obiettivo è dare forza a chi ha cura e rispetto per l’Italia».
TAJANI E SALVINI IN DISACCORDO (ANCHE) SULLA DIFESA COMUNE EUROPEA
Altre due interviste, oggi in edicola, fanno il punto sugli umori nella maggioranza dopo settimane di tensioni legate a questioni di politica estera, dall’invio di armi all’Ucraina all’affondo del presidente statunitense Donald Trump nei confronti dell’Unione europea. Il vicepremier Antonio Tajani affida il suo pensiero al Corriere della Sera, auspicando «un elettroshock indispensabile per salvare l’Europa dal tramonto, dal ridursi a gigante economico e nano politico, entità residuale nel nuovo scenario mondiale».
Le parole del ministro arrivano dopo la critica del recente Documento strategico nazionale diffuso dalla Casa Bianca, in cui l’amministrazione Trump definisce l’Europa come un continente in declino. Per Tajani è necessario un profondo cambiamento, perché «L’Europa così come è strutturata non può reggere al confronto con altre potenze. E non è questione di replicare a questa o quella dichiarazione — l’America resta necessariamente il nostro principale alleato — o di pensare di essere in guerra con la Russia. Serve pensare a come noi possiamo risollevarci, non ridurci ad azioni di piccolo sabotaggio». E per il ministro degli Esteri, un modo per risollevare le sorti dell’Ue è pensare a «esercito comune come punto d’arrivo, ma intanto è necessario un coordinamento per una difesa comune, anche attraverso una stretta collaborazione industriale con Usa e gli altri paesi della Nato e del G7».
Le parole del ministro arrivano dopo la critica del recente Documento strategico nazionale diffuso dalla Casa Bianca, in cui l’amministrazione Trump definisce l’Europa come un continente in declino. Per Tajani è necessario un profondo cambiamento, perché «L’Europa così come è strutturata non può reggere al confronto con altre potenze. E non è questione di replicare a questa o quella dichiarazione — l’America resta necessariamente il nostro principale alleato — o di pensare di essere in guerra con la Russia. Serve pensare a come noi possiamo risollevarci, non ridurci ad azioni di piccolo sabotaggio». E per il ministro degli Esteri, un modo per risollevare le sorti dell’Ue è pensare a «esercito comune come punto d’arrivo, ma intanto è necessario un coordinamento per una difesa comune, anche attraverso una stretta collaborazione industriale con Usa e gli altri paesi della Nato e del G7».
La pensa in tutt’altro modo il collega Matteo Salvini, che alla Verità mette nero su bianco la sua contrarietà a un esercito europeo, perché «se esistesse saremmo agli ordini di Parigi o Berlino e i nostri figli sarebbero già in guerra». Per il leader leghista, piuttosto, è «doveroso rafforzare la sicurezza interna italiana con l’assunzione di forze dell’ordine per proteggere le nostre città e i nostri confini, minacciati dall’immigrazione clandestina da Sud e non certo da cingolati o sommergibili sovietici. La guerra quotidiana ce l’abbiamo nelle nostre città: quella che trafficanti di esseri umani e mafie ci hanno dichiarato usando l’immigrazione clandestina, specie di matrice islamica».
CROSETTO CONVOCA UN VERTICE INTERNAZIONALE SULLA DIFESA
Si parlerà di Difesa di nuovo questo mercoledì in occasione del vertice fra i ministri della Difesa di Roma, Parigi, Berlino e Londra, confronto a cui si aggiungeranno il Commissario europeo alla Difesa, il polacco Andrius Kubilius, e l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’unione europea, l’estone Kaja Kallas.
La riunione, che si svolgerà in videoconferenza, è stata proposta dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e vuole essere una prima risposta, o un primo confronto, dopo la pubblicazione della nuova Strategia internazionale degli Stati Uniti. Nel documento emerge l’intenzione statunitense di riorientare l’impegno militare sull’emisfero occidentale con l’auspicio che l’Europa impari a «reggersi sulle proprie gambe» e che sia in grado di «assumersi la responsabilità della propria difesa».
È proprio il ministro Crosetto, nell’intervista a Avvenire, a riflettere su una «nuova Nato più inclusiva, globale, che guardi ben molto oltre l’Atlantico». Il titolare della Difesa ribadisce la necessità di una trasformazione profonda e veloce della Nato, affinché diventi una struttura capace di garantire un’alleanza per la pace nel mondo, un “braccio” armato ma democratico, di una Onu rinnovata, uscendo dal ruolo di organizzazione di difesa del solo Occidente “atlantico”».
La riunione, che si svolgerà in videoconferenza, è stata proposta dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e vuole essere una prima risposta, o un primo confronto, dopo la pubblicazione della nuova Strategia internazionale degli Stati Uniti. Nel documento emerge l’intenzione statunitense di riorientare l’impegno militare sull’emisfero occidentale con l’auspicio che l’Europa impari a «reggersi sulle proprie gambe» e che sia in grado di «assumersi la responsabilità della propria difesa».
È proprio il ministro Crosetto, nell’intervista a Avvenire, a riflettere su una «nuova Nato più inclusiva, globale, che guardi ben molto oltre l’Atlantico». Il titolare della Difesa ribadisce la necessità di una trasformazione profonda e veloce della Nato, affinché diventi una struttura capace di garantire un’alleanza per la pace nel mondo, un “braccio” armato ma democratico, di una Onu rinnovata, uscendo dal ruolo di organizzazione di difesa del solo Occidente “atlantico”».
LA SCRITTA CONTRO LA PRESIDENTE MELONI FIRMATA BRIGATE ROSSE
Proprio a poche ore dalla pubblicazione su Avvenire dell’intervista a Guido Crosetto, in cui il ministro ha evocato con preoccupazione il clima «degli anni Settanta, degli anni della violenza e del terrorismo», su un anonimo muro di Marina di Pietrasanta (piccolo comune della Versiliana) è apparsa la scritta “Spara a Giorgia” e una firma “Br” accanto a una stella a 5 punte. Al quotidiano della Cei, Crosetto ha parlato del rischio «che all’improvviso ci si trovi a fare i conti con delle Brigate Rosse 4.0». È scattata subito la solidarietà «piena e compatta» di Fratelli d’Italia, seguita da quella di Lega, Forza Italia, Noi Moderati, e altri esponenti del governo, oltre allo stesso Crosetto.
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