Zahi Hawass e l’antico Egitto, nuove rivelazioni e misteri irrisolti

Le recenti dichiarazioni del ministro delle Antichità egiziano Mahmoud el Damanti sull’elevata probabilità che l’interno della piramide di Tutankhamon possa celare la tomba della regina Nefertiti, hanno riportato l’attenzione del mondo intero sull’Antico Egitto e i suoi misteri ancora irrisolti.

Epoch Times ha chiesto l’opinione del famoso egittologo Zahi Hawass, intervistato in occasione di una sua conferenza ad Arezzo organizzata dall’associazione Atrapos per l’uscita del suo ultimo libro Magia delle Piramidi.

Famoso per il suo cappello alla Indiana Jones, e per le sue frequentazioni illustri, tra cui Clinton e Obama, che ha accompagnato in giro per le piramidi, Hawass è un uomo che ha negli occhi l’orgoglio di una vita dedicata allo studio della sua antica cultura e nelle parole l’impeto delle sue convinzioni.

È di pochi giorni la notizia che Scan Pyramids, un nuovo progetto di ricerca internazionale che utilizza varie tecniche di monitoraggio non invasive sulle piramidi, ha rilevato all’interno della piramide di Cheope e di Tutankhamon anomalie termiche che lasciano presupporre l’esistenza di passaggi ancora inesplorati. Che cosa ne pensa di questa scoperta e che ipotesi si possono azzardare sul’esistenza di tali passaggi? 

Sono andato a vedere e ho trovato che l’area che dicono abbia una diversa temperatura, è stata restaurata in tempi recenti. Il blocco verticale è nuovo ed è stato restaurato con cemento: è questo che causa l’alta temperatura.

[Hawass ha poi confermato questa versione anche nei giorni successivi alle dichiarazioni dell’attuale ministro delle antichità egiziano il quale, invece, si dice convinto al 90% che l’interno della piramide di Tutankhamon possa contenere scoperte archeologiche importanti, tra cui forse la tomba mai trovata della regina Nefertiti.

Hawass ha ribattuto via e-mail suggerendo cautela nel leggere i risultati delle analisi dei radar, e di aver scritto un esauriente articolo a riguardo – per la rivista Ahramgate weekly – nel quale dichiara:  «devo dare credito a Mahmoud el Damanti per essere stato capace di attirare l’attenzione internazionale sull’Egitto. Ma è necessario che fermi quest’uomo (l’egittologo inglese Nicholas Reeves, responsabile del progetto di monitoraggio radar) che usa la sua immaginazione per annunciare cose senza senso… », ndr].

Dopo tanti anni di ricerche che idea si è fatto degli antichi egizi? Chi erano e come vivevano? In quali valori credevano?

Gli antichi egizi erano un popolo unico, perché governarono il mondo secondo gli insegnamenti della dea Maat della giustizia, ed è per questo che riuscirono a portare giustizia nell’intero Paese. Un’altra cosa importante fu la loro idea di progetto nazionale, che li portò a erigere le piramidi e tutte le altre tombe. Ogni famiglia del Nord e del Sud Egitto partecipò alla costruzione delle tombe, e perciò io dico sempre che il processo di costruzione delle piramidi ha costruito l’Egitto. Affinché gli Egizi potessero costruire le piramidi, infatti, dovevano avere conoscenza di Arte, Architettura e Tecnologia.

Fin dal 1975, lei è stato ispettore di numerose e importanti spedizioni archeologiche. Qual è la scoperta che è stata per lei intimamente più significativa? 

La scoperta più importante, è stata quando abbiamo mandato un robot all’interno della Grande Piramide di Cheope e il robot è stato fermato di fronte a una porta con due ganci di rame. Abbiamo mandato poi un altro robot e abbiamo trovato una seconda porta e poi una terza e questo mi fa pensare che la tomba di Cheope sia ancora nascosta all’interno della piramide. Questa è stata la più grande scoperta per me.

Quindi Lei pensa che ci sia ancora spazio per delle grandi rivelazioni sull’antica civiltà egizia?

Quello che abbiamo trovato finora è soltanto il 30%; il 70% è ancora nascosto sotto la sabbia. Nella Valle dei Re ci sono molte tombe che devono essere scoperte, e ci sono ancora molti segreti nascosti sotto la sabbia.

Considerata l’attuale situazione politica nel mondo, in Egitto e nel Medio Oriente in generale, ritiene che le opere d’arte e architettoniche siano al sicuro e ben conservate?

No, i siti archeologici non sono al sicuro. In Siria, in Libia e in Iraq perché ci sono i cosiddetti terroristi. L’Isis sta distruggendo tutto, e il mondo non sta facendo niente. Per questo propongo un’azione immediata dell’Unesco che insegni agli archeologici di questi siti a nascondere le opere d’arte dai terroristi. E anche il mondo deve cooperare per proteggere questi monumenti.

Qual è il messaggio più importante, secondo lei, che la civiltà egizia ci ha lasciato?

L’idea di governare il mondo con giustizia. Questa idea di giustizia ha permesso a questa civiltà di raggiungere l’apice del potere migliaia di anni fa. Al mondo oggi manca la giustizia. Se imparassero dai faraoni il mondo intero vivrebbe in pace.

La datazione della sfinge è ancora oggi oggetto di dispute tra geologi e scienziati. Se la versione ufficiale la data attorno al 2500 a.C., geologi come Robert Schoch la datano per esempio almeno attorno al 10.000 a.C. Ma ci sono ipotesi ancora più avanzate: nel 2008 due scienziati ucraini, Manichev e Parkhomenko, hanno pubblicato uno studio che daterebbe la Sfinge addirittura a 800.000 anni prima di Cristo. Secondo loro, la tipologia di erosione del corpo della sfinge può essere geologicamente riconducibile solo all’azione di onde d’acqua e non di piogge, sabbia o condensa notturna come ufficialmente accreditato. La presenza di tali masse d’acqua e inondazioni nella zona della Valle del Nilo storicamente è riconducibile all’era del Pleistocene, e questo fa dunque presupporre che la sfinge fosse già li a quell’epoca e che sia stata costruita da una qualche civiltà preistorica umana antecedente alla nostra. Cosa pensa di tutto questo?

Conosco tutte queste teorie e non sono vere. Ci sono alcuni che dicono che c’è qualcosa nascosto al di sotto della Sfinge. Ho fatto 32 fori sotto la Sfinge per una profondità di 20 metri e non ho trovato niente. C’è solo roccia solida… E pochi mesi fa abbiamo trovato un papiro che spiega come Cheope abbia regnato per 32 anni, l’architettura della piramide, come sono state tagliate le pietre eccetera. Tutto questo ci dice che la data della piramide e la data di esistenza di Cheope risalgono a 4500 anni fa. E come fanno queste persone a mettere in giro queste teorie? Quali sono le prove che portano a pensare che le piramidi siano datate decine di migliaia di anni fa? Come è stato possibile? Quale tipo di civiltà era quella allora? Se fosse vero, dove sono le prove di quella cultura a livello archeologico?

Ci sono state molte storie di civilizzazioni che si sono evolute, poi sono crollate per poi iniziare di nuovo in modo primitivo per poi evolvere di nuovo e collassare ancora e così via. Può questo tipo di situazione essersi verificata anche nell’Antico Egitto? 

Questo è normale. Ogni civilizzazione evolve e poi collassa. Se si legge la Storia, questa è la Storia. C’è una ragione per ogni civilizzazione per evolvere e c’è una ragione per ogni civilizzazione per crollare.

La domanda era in effetti più vasta, e non si riferiva alla nostra sola civilizzazione: la nostra società iniziata con l’Homo Sapiens è stata la prima civilizzazione ad emergere? O ce ne sono state altre prima di noi che sono emerse e poi sono state distrutte e poi emerse di nuovo milioni di anni fa? Questa idea avrebbe delle ripercussioni a molte delle domande su come è nata la civiltà egizia? 

La civiltà egizia è nata grazie all’idea del progetto nazionale. Poi l’Egitto fu invaso dai Persiani, dai Greci e dai Romani per 300 anni, e questa idea del progetto nazionale iniziò a sfaldarsi. Per questo è crollata la civiltà egizia.

 

 
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