Mentre Xi chiede di prepararsi alla guerra, le città cinesi ordinano ai residenti di fare provviste

Per gli esperti Pechino sta solo mostrando i muscoli, ma non è detto che non possa passare all'azione nel giro di pochi anni

Di Nicole Hao

Preparare un’ampia varietà di provviste d’emergenza, come cibo e acqua a sufficienza per 72 ore e coperte ignifughe. Questo l’ordine della città meridionale di Shenzhen a tutti i suoi residenti, arrivato il 13 ottobre.

Il Ministero cinese per la gestione delle emergenze e altri diversi governi municipali, come quello di Pechino e Tianjin, avevano emesso ordini simili il mese scorso, ma la notizia allora non ha ricevuto grande attenzione.

Shenzhen ha fatto il suo annuncio lo stesso giorno in cui il leader cinese Xi Jinping ha chiesto alle truppe di concentrarsi sui preparativi di guerra, alimentando la preoccupazione che Pechino si stesse preparando per un conflitto.

Il leader cinese Xi Jinping ha visitato le truppe della Marina di stanza nella città di Chaozhou, a circa 350 chilometri da Shenzhen, e ha ordinato loro di concentrare «tutta l’attenzione e le energie nei preparativi di guerra, e mantenere un alto stato di prontezza».

Shenzhen e Chaozhou si trovano entrambe sulla costa orientale della Cina, a ovest di Taiwan.

Inoltre, il 18 ottobre, il quotidiano South China Morning Post di Hong Kong ha citato una fonte militare con sede a Pechino secondo cui l’Epl (Esercito popolare di liberazione, il nome ufficiale dell’esercito cinese) aveva schierato il suo missile più avanzato, il DF-17, sulla costa sudorientale del Paese, in preparazione di una possibile invasione di Taiwan.

Il regime cinese considera Taiwan una parte del suo territorio, nonostante l’isola sia di fatto uno Stato nazionale con un proprio governo democraticamente eletto, un proprio esercito e una propria moneta. E Pechino ha in più occasioni minacciato di usare la forza militare per portare l’isola sotto il suo dominio.

Shenzhen

Il 13 ottobre il governo della città di Shenzhen ha pubblicato le liste delle provviste che i cittadini devono possedere in vista di possibili calamità naturali: una per le «necessità primarie» e una per «ogni genere di necessità».

La prima lista contiene oggetti divisi in 14 categorie, tra cui una torcia elettrica con un generatore manuale a manovella, che può essere usato anche per ricaricare i telefoni cellulari; una maschera di respirazione; una scala di emergenza antincendio; cibo e acqua a sufficienza per 72 ore; kit di pronto soccorso, medicinali, un impermeabile utilizzabile anche come tenda; forbici multifunzione, e così via.

La seconda lista comprende invece 72 categorie, che comprendono una più ampia gamma di oggetti, come carta d’identità, passaporto, licenza di proprietà, contanti e una carta Sos redatta in inglese, nel caso in cui si debba chiedere aiuto agli stranieri.

La polizia paramilitare cinese durante una sfilata di ‘dimostrazione di forza’ a Urumqi, nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang, in Cina, il 29 giugno 2013. (Mark Ralston/AFP tramite Getty Images)

Retorica militare

L’esperto di affari cinesi Tang Jingyuan, con sede negli Stati Uniti, ha spiegato che l’annuncio di Shenzhen fa probabilmente parte di una strategia di propaganda per intimidire Taiwan: «Fa parte della strategia propagandistica di Xi Jinping per “unificare Taiwan con la forza”».

L’esperto ha anche aggiunto che è improbabile che Pechino inizi veramente un conflitto, dato che il regime cinese sta affrontando grandi sfide politiche: «Politicamente, Xi sta affrontando grandi sfide da parte di diverse fazioni all’interno del Partito Comunista Cinese. L’economia cinese è in pessime condizioni. Taiwan ha il sostegno degli Stati Uniti, del Giappone e di diversi altri Paesi sviluppati, quindi la Cina non avrebbe una forza militare più forte di quella di Taiwan e dei suoi alleati».

Dal canto suo, il ricercatore e attivista per la democrazia Wang Juntao, con sede negli Stati Uniti, ha dichiarato durante un’intervista con l’edizione in lingua cinese di Epoch Times di ritenere che Xi Jinping non darà il via a un conflitto nello Stretto di Taiwan nel prossimo futuro, ma che potrebbe farlo prima del 2027.

Il padre di Wang era un importante Generale dell’Università della difesa nazionale cinese. E anche per questo motivo, Wang dispone di fonti interne all’esercito.

«Circa la metà dei comandanti di alto rango dell’Epl sono stati promossi nelle loro attuali posizioni negli ultimi anni da reparti non combattenti, quindi non sono in grado di comandare una vera guerra in questo momento – siega Wang – In secondo luogo, un gran numero di armi dell’Epl sono state sviluppate di recente, come i caccia J-20. I soldati hanno bisogno di tempo per essere addestrati a utilizzare queste armi».

 

Articolo in inglese: As Xi Calls on Troops to Prepare for War, Chinese City Orders Residents to Prepare Emergency Supplies

 
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