Xi cementa il controllo sull’esercito. Ma i generali sono incompetenti

Di Venus Upadhayaya

Gli analisti sostengono che il mondo può aspettarsi una Cina militarmente più aggressiva dopo che Xi Jinping si è assicurato un terzo mandato senza precedenti al potere, consolidando il suo status di leader del Partito Comunista Cinese (Pcc) più potente dai tempi di Mao Zedong.

Il mandato di Xi per altri cinque anni, e forse più, lo mette anche nella posizione di guidare un esercito che, per la prima volta nella storia del Partito, rappresenta una vera minaccia per gli altri nella regione. Ma con i lealisti di nuova nomina nell’esercito che stanno invecchiando e non hanno esperienza di combattimento, Xi deve anche affrontare una profonda incertezza sul fatto che il braccio militare del Partito, l’Esercito Popolare di Liberazione (Pla), possa effettivamente vincere guerre contro eserciti avanzati.

La riconferma del leader a segretario generale del Partito è avvenuta dopo la chiusura del 20° Congresso Nazionale del Pcc il 23 ottobre, durante la quale è stata anche rivelata la composizione del Comitato Permanente del Politburo, l’organo decisionale di 7 membri al vertice del Pcc. I quattro nuovi membri del comitato erano tutti alleati di Xi.

Aparna Pande, ricercatore presso lo Hudson Institute, un think tank con sede a Washington, ha dicharato a Epoch Times che Xi è ora «più potente di molti dei suoi predecessori», incluso Deng Xiaoping, il leader supremo del Pcc dal 1978 al 1989, che doveva ancora vedersela con gli anziani del Partito.

Il consolidamento del potere da parte del leader è stato accompagnato da un ulteriore aumento della propaganda che dipinge Xi come il «nucleo» del Partito. Il Pcc ha modificato la sua costituzione il 22 ottobre, rafforzando ulteriormente le politiche e le ideologie di Xi. E nel 2017, lo statuto del Partito è stato modificato per incorporare il marchio di dogma di Xi, noto come «Pensiero di Xi Jinping».

La scorsa settimana, diversi servizi su Xi sull’app mobile dell’emittente statale cinese Cctv gli attribuivano il titolo di «leader del popolo».

Questo culto della personalità sotto la bandiera del «leader del popolo» segna la fine del periodo delle riforme economiche della Cina avviate sotto il regno di Deng negli anni ’80, secondo quanto ha affermato Frank Lehberger, sinologo ed esperto di politiche del Pcc. Lehberger fa del resto notare che Deng Xiaoping aveva persino proibito ai leader di instaurare dei culti della personalità.

Minaccia accresciuta

Sono molti i confronti fatti tra Xi e Mao, ma gli esperti fanno notare che mentre Xi, a differenza di Mao, non è un leader militare incallito, egli ha consolidato il controllo dell’esercito sradicando l’insubordinazione dall’Epl e nominando lealisti. Xi guida l’Epl come presidente della Commissione Militare Centrale, il massimo organismo militare del Partito.

Grant Newsham, ricercatore presso il Center for Security Policy e ricercatore presso il Japan Forum for Strategic Studies, ha dichiarato a Epoch Times che Xi è il primo leader cinese dopo Mao ad avere un potere politico sufficiente a portare realmente il regime comunista nella direzione che ha scelto. «Ma a differenza di Mao, Xi ha la capacità militare di affrontare gli Stati Uniti e di proiettare la sua forza nelle immediate vicinanze della Cina», e l’Epl sta gradualmente costruendo la capacità di esercitare il suo potere sia a livello regionale che globale.

Se necessario, Xi non esiterà ad usare la sua posizione consolidata e le sue forze armate sempre più forti per intimidire ulteriormente e attaccare Taiwan, l’isola autogovernata che il Pcc rivendica come propria.

Per Pande, un Xi incontrastato non è solo una preoccupazione per gli Stati Uniti, ma anche per i vicini della Cina in Asia, dal Giappone e la Corea del Sud all’India e al Vietnam. «È probabile che Xi continui le sue politiche nell’ultimo decennio che includono una Cina più aggressiva che cerca di spazzare via il secolo di umiliazioni, che rivendica il territorio attraverso il ‘taglio del salame’ e che usa la debolezza di alcuni poteri (Russia) e la distrazione di altri (Usa) per costruire la sua presenza in parti chiave del mondo».

Secondo Newsham, tali obiettivi indicano «l’aspetto messianico del comportamento di Xi», e che gli Stati Uniti e le altre nazioni libere dovrebbero essere preparate a combattere: «Aspettatevi che la guerra politica cinese, preliminare alla guerra cinetica, continui a livello globale». Per guerra politica, Newsham intende l’uso di una serie di misure, solitamente non violente, per indebolire, confondere, demoralizzare o addirittura sconfiggere un avversario.

Promozioni in base alla lealtà personale

Sebbene l’esercito del Pcc possa realmente rappresentare una minaccia maggiore per i Paesi nella regione asiatica e oltre, Lehberger avverte che la promozione di generali in base alla loro lealtà piuttosto che all’esperienza di combattimento, rappresenta un tallone d’Achille nelle decisioni di Xi.

Lehberger spiega che durante i suoi 10 anni di governo fino ad ora, Xi è stato estremamente sospettoso dei vertici dell’Epl e ne ha epurati molti mentre nominava intorno a lui fedelissimi in età da pensionamento. Xi ha anche riorganizzato l’intera struttura della difesa, in particolare durante le radicali riforme militari nel 2015.

Questa riorganizzazione è stata «progettata per impedire ai generali dell’Epl di unirsi contro [Xi, ndr] e di farlo cadere dal potere assoluto». Ma ironia della sorte, ha anche creato potenti nemici nel processo.

Per superare l’insubordinazione, il 24 ottobre Xi ha annunciato la promozione di alcuni generali di cui poteva fidarsi, come il generale 72enne Zhang Youxia, che Lehberger ha descritto come il «vicino di Xi e amico d’infanzia».

Zhang, che ha mantenuto la sua posizione di vicepresidente della Commissione militare centrale, è uno dei pochi generali dell’Epl che ha una reale esperienza di combattimento, ma risale a oltre quattro decenni fa in Vietnam: «È così vecchio che dovrebbe essere mandato in pensione secondo le regole del Pcc, ma Xi ha piegato le regole a suo favore e ora è stato elevato a primo vicepresidente del Comitato militare centrale, il secondo militare più potente dopo lo stesso Xi».

L’altro ruolo di vicepresidente è andato a He Weidong, che era comandante della 31a armata sulle coste opposte a Taiwan nella provincia del Fujian, e che ha ugualmente superato l’età della pensione. Il generale era precedentemente responsabile del Teatro di Comando Occidentale, con sede nella regione occidentale della Cina e incaricato di combattere l’India: «Durante gli ultimi anni, Xi ha apprezzato l’operato di [He’s, ndr] in Occidente e lo ha promosso su una corsia preferenziale per diventare il capo del Teatro di Comando Orientale, responsabile della prevista invasione di Taiwan. Ora è il secondo vicepresidente della Cmc dopo il generale Zhang».

La terza figura dell’Epl promossa alla Commissione militare centrale è stato l’ammiraglio Miao Hua, 66 anni, che Xi conosce da tre decenni. Lehberger ha descritto Miao come «un altro importante quadro politico (senza esperienza di combattimento e solo un apparatchik comunista nell’esercito) della 31a armata», che Xi conosce fin dai suoi giorni come funzionario del Partito nella provincia del Fujian dal 1985 al 2002.

Xi vuole annettere Taiwan e, per questo, ha bisogno di una solida esperienza nella guerra ad alta tecnologia, in particolare nella guerra aerea e marittima o navale. «Pertanto, Xi ha costruito la sua Marina fino a proporzioni impressionanti, che ora rivaleggiano in numero con gli americani», ma i suoi «ranghi e file, così come gli ufficiali, mancano tutti di esperienza professionale, rispetto ai migliori nella regione: la Marina giapponese e la Marina degli Stati Uniti».

Lehberger ha affermato che la scelta di Miao da parte di Xi rispecchia questo particolare dilemma e indica cosa potrebbe accadere a lungo termine. «Miao è solo un ufficiale politico, fondamentalmente un burocrate calcolatore, senza alcuna esperienza di combattimento navale. Quindi, con una persona del genere responsabile dell’invasione di Taiwan, questo può solo portare al disastro per lo stesso Xi. Ma a Xi non interessa la professionalità, solo la lealtà personale».

 

Articolo in inglese: Xi Cements Control Over CCP’s Military, But China’s Ability to Win Wars Still Questionable: Analysts

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