Wuhan chiude gli ospedali provvisori, i malati restano senza cure

Di Nicole Hao

Una signora con i sintomi del Covid-19 ha confessato a Epoch Times che subito dopo essere stata dimessa da un ospedale provvisorio le sue condizioni sono peggiorate.

La storia è quella della signora Fu, 60 anni, che vive con la sua famiglia nel quartiere Hanyang della città di Wuhan. Mesi fa aveva mostrato deboli sintomi del virus, ma il suo test era risultato negativo e così agli inizi di febbraio era stata messa in un centro di quarantena. L’11 febbraio, quando le sue condizioni sono peggiorate, è stata trasferita in un ospedale temporaneo presso il Wuhan International Expo Center, nel quartiere di Hanyang. In quell’area erano stipati più di 900 pazienti e i letti erano posizionati uno vicino all’altro senza barriere: 22 letti come se fosse uno solo.

«Un dottore si prende cura di otto unità, il che vuol dire 176 pazienti. Il medico ha solo rilevato le nostre temperature corporee e, quando non ci sentivamo bene, gli infermieri ci davano qualche medicina. Ma non ci hanno somministrato alcuna vera terapia». Il 28 febbraio, l’ospedale temporaneo ha dimesso la signora Fu, che è stata quindi mandata in un altro centro di quarantena, organizzato in un albergo, per ulteriori osservazioni; ha dovuto condividere la sua stanza con un altro paziente di trent’anni.

Dopo essere stata trasferita al centro di quarantena, la signora Fu si è sentita sempre peggio: «Mi sento soffocare. Per dire una sola frase devo prendere fiato almeno una volta nel mezzo!».

A partire dal 10 marzo, quando il leader cinese Xi Jinping ha visitato l’epicentro dell’epidemia nella città di Wuhan, le autorità locali hanno chiuso tutti gli ospedali temporanei affermando che le strutture non fossero più necessarie, data la diminuzione nel numero dei malati. Nel frattempo, il regime cinese ha sostenuto che la malattia avesse già superato il «picco» e che il Partito aveva contenuto con successo l’epidemia. In realtà, la signora Fu, la sua famiglia e molte altre persone sono ancora malate.

Il 10 marzo, un dottore ha fatto trasferire la Fu all’Ospedale Wuhan Puren, una struttura destinata al trattamento del nuovo coronavirus (noto anche come virus del Pcc) dove ha dovuto pagare di tasca propria per la radiografia e l’esame del sangue.

La diagnosi: aveva delle macchie su entrambi i polmoni, che potevano essere lesioni infettive; allo stesso tempo, le sue arterie, il fegato e la cistifellea erano danneggiati. Numerosi pazienti affetti dal virus del Pcc mostrano opacità nei polmoni; nonostante i suoi sintomi fossero proprio quelli, l’ospedale ha rifiutato di trattarla, dicendo che i suoi test diagnostici erano risultati negativi rispetto al virus.

Anche l’ospedale numero 9 di Wuhan, destinato ad ospitare i pazienti che arrivano dai centri di quarantena (come quello da cui veniva la signora Fu) ha rifiutato di ricoverarla.

Pazienti dimessi

La Fu afferma di non essere l’unica paziente che è stata dimessa pur non essendo guarita.

Dopo che la città ha annunciato che tutti gli ospedali temporanei sarebbero stati chiusi, l’Expo Center di Wuhan ha organizzato un autobus per trasferire i pazienti nei centri di quarantena, mentre quelli in condizioni gravi dovevano essere trasferiti negli ospedali. Quelli considerati sani, invece, sono stati rispediti a casa. La Fu ha detto di aver parlato con circa venti pazienti sul bus che avevano i suoi stessi problemi ai polmoni.

Stando a quello che la donna ha raccontato, un uomo di trentasei anni che era nell’ospedale temporaneo con lei è deceduto trentasei ore dopo essere stato dimesso e anche suo marito, il signor Fu, è ora infetto. Suo figlio ha lanciato un appello sui social media per garantirgli l’accesso in un ospedale e così è stato portato all’Ospedale del Popolo Xinzhou, in un sobborgo fuori Wuhan.

«Mio marito è più malato di me. Cosa dovrei fare?!», si dispera la signora, che purtroppo non sapeva ancora che il suo coniuge era già defunto. Il figlio della signora Fu l’aveva confidato a Epoch Times a febbraio. Il signor Fu era morto l’8 febbraio, ma la famiglia ha deciso di non dirlo alla signora Fu. Più tardi anche il nipote diciassettenne della donna è stato infettato dal virus ed è tuttora in cura presso il Wuhan Kangtai Hospital.

Sui social media girano anche testimonianze di altri cittadini di Wuhan che sono nelle stesse condizioni della signora Fu. Il 14 marzo, Yang Zhanqing, un attivista cinese che vive negli Stati Uniti, ha condiviso su Twitter una registrazione audio tra lui e un dottore di cognome Wei di Wuhan su Wechat.

Nel video Wei dichiara: «Qui usiamo una diagnosi politica e un trattamento anch’esso politico». Egli ha chiaramente affermato che ci sono pazienti ancora ammalati, ma che l’ospedale li ha ugualmente dimessi, per mostrare alle autorità che c’era un grande numero di persone che stavano guarendo. Come medico, Wei ha affermato che per lui non era etico dimettere queste persone, ma che non aveva modo di fermare la cosa: «Dato che gli specialisti hanno hanno già firmato i documenti per le dimissioni, devo lasciarli andare. Se non lo faccio io, lo faranno altri medici».

Yang ha sentito dai suoi contatti che negli ultimi giorni numerosi complessi residenziali del quartiere Hanyang hanno registrato infezioni di massa, in gran parte dovuti ai pazienti dimessi che sono tornati a casa e hanno diffuso il virus del Pcc ai loro familiari e vicini di casa.

La sera del 13 marzo, l’utente Zhang Yi di Wuhan ha trasmesso un video in diretta dove si vedono ambulanze che vanno a prendere le persone nelle loro abitazioni, ma, una volta arrivate agli ospedali, la strutture si sono rifiutate di accettarle per via della mancanza di posti.

Il nuovo coronavirus è ormai noto anche come il virus del Pcc, poiché si è diffuso nel mondo dalla città di Wuhan, dopo che le autorità del Partito Comunista Cinese (Pcc) lo hanno nascosto per circa due mesi agli occhi della comunità internazionale; questo ha consentito quindi il propagarsi del virus nel resto del mondo.

 

Articolo in inglese: After Wuhan Closes All Makeshift Hospitals, Ill Patient Is Denied Treatment

 
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