Washington Post: definire l’ipotesi della fuga dal laboratorio «teoria del complotto» è stato un errore

Di Zachary Stieber

Anche il Washington Post ha silenziosamente e tardivamente riconosciuto di aver sbagliato: l’ipotesi secondo cui il nuovo coronavirus sarebbe fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan non è mai stata una «teoria del complotto»

Nel febbraio 2020 il giornale aveva pubblicato un articolo che indicava l’ipotesi della fuoriuscita come una «teoria del complotto» ormai «sfatata». L’articolo attaccava il senatore repubblicano Tom Cotton, che richiedeva un’indagine sulle origini del Sars-Cov-2, anche noto come virus del Pcc (Partito Comunista Cinese). «Non sappiamo da dove abbia avuto origine e dobbiamo andare a fondo – aveva dichiarato Cotton durante un’apparizione su Fox News – Sappiamo anche che a poche miglia di distanza da quel mercato alimentare si trova l’unico super laboratorio cinese di biosicurezza di livello quattro che fa ricerche sulle malattie infettive umane».

Tuttavia, il Washington Post aveva affermato che la teoria del coinvolgimento del laboratorio era stata smentita, citando le dichiarazioni di un professore di scienze politiche e di un altro di biologia chimica. «Non c’è assolutamente nulla nella sequenza del genoma di questo virus che indichi che il virus è stato progettato», affermava Richard Ebright, professore di biologia chimica alla Rutgers University. «La possibilità che si tratti di un’arma biologica rilasciata deliberatamente può essere fermamente esclusa».

Nei giorni scorsi il titolo dell’articolo, pubblicato oltre un anno fa, è stato modificato in «Tom Cotton continua a sostenere una teoria marginale sul coronavirus che gli scienziati hanno contestato», dall’originale «Tom Cotton continua a sostenere una teoria del complotto sul coronavirus ormai sfatata».

Inoltre, il Post ha aggiunto una postilla al suo articolo: «Le versioni precedenti di questa notizia, e il suo titolo, hanno caratterizzato in modo impreciso i commenti del senatore Tom Cotton (R-Ark.) sulle origini del coronavirus. Il termine ‘sfatato’ e l’uso da parte del Post dell’espressione ‘teoria della cospirazione’ sono stati rimossi perché, allora come oggi, non c’era alcuna certezza sulle origini del virus».

Un portavoce del Post ha dichiarato a Epoch Times via e-mail che non avevano nulla da aggiungere oltre alla rettifica. Né il giornale né la giornalista Paulina Milla Firozi sono apparsi pubblicamente per avvisare i lettori dell’aggiornamento. Il tweet originale che promuoveva l’articolo è ancora attivo, senza una nota che indichi le drastiche modifiche ormai apportate all’articolo.

Dal canto suo, il professor Ebright ha spiegato al giornalista Michael Tracey che durante l’intervista con il Post aveva parlato della teoria della fuga dal laboratorio, ma che quei commenti non erano poi stati inclusi nell’articolo. «Avevo discusso di nuovo sia della sequenza del genoma, sia dell’ipotesi dell’incidente di laboratorio, entrambe registrate, con il Washington Post. Sono rimasto sorpreso dal fatto che l’articolo del 17 febbraio 2020 sul Washington Post citasse solo i miei commenti sulla sequenza del genoma e non quelli sull’ipotesi dell’incidente di laboratorio».

Micrografia elettronica a trasmissione di particelle del virus del Pcc, o Sars-CoV-2, isolate da un paziente. (Niaid)

 

La scorsa settimana, nel mezzo dell’ondata di rettifiche e aggiornamenti degli articoli sulla teoria della fuoriuscita dal laboratorio, il senatore Cotton ha dichiarato a Fox News: «lo scorso anno i media stavano cantando una melodia molto diversa. Io stavo sottolineando che il buon senso dice che questo virus è probabilmente arrivato da quei laboratori. Voglio dire, ha avuto origine a pochi isolati da loro, in una città più grande di New York non esattamente conosciuta per la sua grande popolazione di pipistrelli. Ma poiché alla stampa non piace la mia politica, e poiché il presidente Trump affermava la stessa cosa, i media hanno mentito, compiuto giravolte, e hanno di fatto coperto il Partito Comunista Cinese. Ci deve essere una responsabilità per tutti gli articoli della scorsa primavera che hanno negato questa realtà ora che quasi tutti i principali media stanno riconoscendo che non solo è possibile, ma è molto probabile che provenga da un laboratorio a Wuhan».

Di fatto, alcuni giornalisti hanno confessato di aver ignorato la teoria della fuga dal laboratorio perché era un’idea promossa in gran parte dai repubblicani.

Nel frattempo, anche altri media hanno corretto o aggiornato silenziosamente i loro articoli, tra cui Vox e Politifact, mentre Facebook ha smesso di vietare i post che suggeriscono che il virus sia stato creato dall’uomo.

Ad ogni modo, i funzionari dell’intelligence statunitense non sono sicuri di dove, come o quando sia nato il virus del Pcc.

 

Articolo in inglese: Washington Post: Labeling Lab Leak as ‘Debunked Conspiracy Theory’ Was Wrong



 
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