Tensione per le vignette su Maometto, la Francia consiglia prudenza ai cittadini all’estero

Di Alexander Zhang

La Francia ha esortato i viaggiatori e i francesi residenti all’estero a prestare particolare attenzione alla propria sicurezza in questo periodo, con i musulmani di diversi Paesi che stanno manifestando la propria rabbia per la vicenda delle vignette su Maometto.

Martedì scorso il Ministero degli Esteri francese ha emesso un comunicato sulla sicurezza per i cittadini francesi che si trovano attualmente in Indonesia, Bangladesh, Iraq e Mauritania, esortandoli ad agire con cautela, a stare lontani dalle proteste e ad evitare i raduni pubblici: «Si raccomanda di esercitare la massima attenzione, soprattutto durante i viaggi e nei luoghi frequentati dai turisti o dalle comunità di espatriati».

Nel frattempo, la polizia nazionale francese ha richiesto un rafforzamento della sicurezza nei luoghi di culto in vista della festa di Tutti i Santi.

La minaccia terroristica rimane «molto alta», ha dichiarato martedì il ministro degli Interni Gerald Darmanin alla radio France-Inter, «perché abbiamo molti nemici sia all’interno che all’esterno del Paese».

L’ultima ondata di rabbia della comunità musulmana è stata scatenata dalle reazioni del presidente francese Emmanuel Macron alla decapitazione di un insegnante di storia francese – avvenuta il 16 ottobre – da parte di un diciottenne.

Il professore Samuel Paty è stato decapitato in pieno giorno fuori dalla sua scuola – in un sobborgo di Parigi – da un adolescente ceceno rifugiato in Francia. L’assassino voleva vendicarsi per l’utilizzo che la sua vittima aveva fatto di alcune vignette su Maometto durante una lezione sulla libertà di espressione. La tragedia si è conclusa in una sparatoria con la polizia francese che ha portato alla morte del giovanissimo terrorista.

La gente guarda i fiori posati in omaggio a Samuel Paty, il maestro di storia recentemente decapitato, fuori dalla scuola secondaria di Bois d’Aulne, a nord-ovest di Parigi, il 19 ottobre 2020. (Anne-Christine Poujoulat/AFP tramite Getty Images)

Il presidente Macron ha difeso con vigore le vignette in quanto manifestazione del diritto alla libertà di espressione. Durante la commemorazione dell’insegnante della scorsa settimana, Macron ha detto: «Non rinunceremo alle vignette». Mentre domenica ha scritto su Twitter sia in arabo che in inglese: «Non cederemo mai».

Il governo di Macron ha pianificato di affrontare il fenomeno che il presidente ha definito «separatismo islamista», riferendosi alla «società parallela» che prospera in alcuni quartieri della Francia, dove i musulmani radicali esercitano un certo controllo sulla popolazione locale e inculcano loro le proprie convinzioni.

Ma la presa di posizione di Macron ha scatenato la rabbia di alcuni Paesi islamici. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sostenuto che Macron avrebbe bisogno di cure mentali e ha lanciato una campagna per il boicottaggio delle merci francesi. Dal canto suo, la Francia ha risposto richiamando in patria il proprio ambasciatore in Turchia ed esortando i suoi cittadini nel Paese ad usare la massima cautela onde evitare di mettere a rischio la propria sicurezza personale.

Anche il primo ministro pakistano Imran Khan ha criticato Macron per aver «attaccato l’Islam» e ha chiesto a Facebook di bandire i contenuti «islamofobici».

Tuttavia, né Erdogan né Khan hanno condannato pubblicamente la brutale decapitazione dell’insegnante francese.

Dal canto suo, il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin ha replicato martedì che la Turchia e il Pakistan non dovrebbero immischiarsi negli affari interni della Francia. Mentre diversi gruppi terroristici islamici – come i talebani in Afghanistan e gli Hezbollah del Libano – hanno condannato la difesa di Macron delle vignette. Oltre alle proteste pubbliche, in diversi Paesi musulmani si sono moltiplicati gli appelli al boicottaggio dei prodotti francesi.

Di fatto, non è la prima volta che la pubblicazione o l’esposizione di immagini ironiche su Maometto, che i musulmani considerano blasfeme, scatena attacchi terroristici in Francia.

Uno dei casi più noti risale al 2015, quando un gruppo di uomini armati ha attaccato la redazione della rivista satirica francese Charlie Hebdo uccidendo 12 persone; in quell’occasione erano state alcune vignette su Maometto pubblicate dalla rivista a scatenare la rabbia dei terroristi islamici.

Il mese scorso, in occasione del processo a 14 presunti complici dell’attentato del 2015, la rivista ha ripubblicato le vignette per riaffermare il diritto alla libertà di espressione. Ma proprio a fine mese, il 25 settembre, un pakistano ha accoltellato due persone fuori dai vecchi uffici di Charlie Hebdo, a Parigi.

 

Articolo in inglese: France Warns Citizens to Be Cautious Amid Muslim Fury Over Cartoons

 

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