Vietare ai bambini i social media

A seguito della tragica morte di una ragazza per via del bullismo online, Michael Carr-Gregg – uno dei più importanti psicologi infantili australiani – sostiene che i genitori debbano vietare ai figli di età inferiore ai dodici anni l’utilizzo dei social network. Una notizia che ha sconvolto milioni di australiani.

Ma per il dottor Carr-Gregg è un compito lungo: «Sarebbe molto semplice, ma andando nelle scuole di tutta l’Australia, i presidi stanno incontrando difficoltà poiché i genitori non stanno facendo rispettare questo divieto. Dal 60 al 70 per cento dei bambini delle scuole primarie ha Facebook, Twitter, Instangram e Snapchat, ma non hanno la maturità psicologica per gestire la loro identità digitale».

Lo psicologo ritiene importante trasmettere questo messaggio ai genitori, sebbene al momento non si stia facendo abbastanza. Inoltre ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia Everett, la cui figlia Emy si è suicidata il 3 gennaio per un atto di bullismo online. Nel 2010, Emy aveva partecipato a una campagna natalizia per Akubra, famoso produttore di capelli australiano, che in questi giorni ha rilasciato una dichiarazione per la morte della ragazza. Adesso, in Australia Emy è diventata il volto di una campagna contro il bullismo e i genitori hanno dato vita a una fondazione per sensibilizzare sul bullismo, l’ansia, la depressione e il suicidio giovanili.

Carr-Gregg ha rimarcato quanto l’essere vittimizzati costantemente, anche sui social, sia un fattore di rischio di suicidio nei ragazzi, soprattutto quando si entra nell’adolescenza: «Il picco del bullismo in Australia si verifica nel momento di passaggio, dalla scuola elementare a quella media, ed è noto che alcuni bambini non abbiano ben sviluppata l’empatia emotiva. Per cui la loro percezione di tolleranza alla differenza è molto bassa. E quindi se sono diversi saranno presi di mira».
Secondo l’esperto, la crisi del bullismo in Australia non sarà risolta facilmente, ma solo con l’aiuto di genitori preventivi e di un approccio scolastico più unitario nell’affrontare il problema.

 

Articolo in inglese: ‘Children Under 12 Should Not Be on Social Media, Says Child Psychologist

Traduzione di Massimiliano Russano

 
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