Vettori: «Il volley? Mai avuto grande passione»

Di giocatori, pallavolisti soprattutto nell’ultimo periodo, ne abbiamo intervistati tanti, ma un personaggio ‘anomalo’ (in senso positivo) come Luca Vettori ancora ci mancava. Un ragazzo come tanti, normale, che vive la sua carriera da sportivo professionista con incredibile lucidità, senza avere una particolare passione per questo sport… Sembra strano, eppure è ciò che ci ha detto.

Da dove deriva la tua passione per la pallavolo?

«Non ho mai avuto particolare passione per la pallavolo, né per lo sport in generale. Ho imparato ad apprezzarne i valori, le situazioni, le atmosfere. Tutt’oggi costruisco il modo di vedere questo mio lavoro, che considero una meravigliosa occasione, e ne apprendo con entusiasmo luci ed ombre».

Nonostante tu abbia solo 23 anni hai già collezionato importanti medaglie a livello internazionale. Tra queste troviamo anche il premio come miglior schiacciatore agli Europei 2013. Cosa rappresenta per te quel premio?

«È stato un piccolo traguardo individuale che ha concluso una escalation molto stramba ed inaspettata: durante l’annata 2012-2013 sono timidamente sbucato fuori e mi son trovato curioso e stupito a giocare ai massimi livelli prima per la Copra Elior Piacenza e poi per la Nazionale Italiana».

Dopo l’esperienza piacentina questa stagione difendi i colori di Modena. Il campionato è iniziato da poche settimane ma avete già fatto vedere di che pasta siete fatti. Cosa ti aspetti da questo campionato? Quali sono i vostri obiettivi?

«Il campionato è cominciato con il passo ed il ritmo giusto. Nonostante molti di noi non avessero giocato prima d’ora insieme ci siamo trovati subito a nostro agio grazie alla professionalità di Angelo Lorenzetti ed al talento di Bruno. Credo che, da sfidanti, curiosi e coscienti, dovremo e potremo confrontarci con un campionato ostico nel finale di stagione; sarà necessario, quindi, costruire il gruppo in questa prima fase di campionato e poi trovare ritmo, fiducia e forza corale per giocare al meglio le partire importanti».

Ci sono differenze tra il Luca giocatore e il Luca fuori dal campo?

«Tento di rimanere me stesso in ogni situazione che vivo, piuttosto quieto, attento. Se capita di cogliere differenze nel mio essere atleta è perché il gioco necessita concentrazione ed entusiasmo. Difficile rispondere io stesso a questa domanda, sono le persone che mi conoscono davvero che hanno chiaro questo raffronto».

Cosa ti ha spinto a scrivere il Piccolo Manifesto (un testo scritto da Vettori comparso sulle pagine di iVolley Magazine)? Puoi dirci cos’è e cosa rappresenta per te?

«Il mio tentativo è stato ed è tuttora quello di rendere la pallavolo uno sport accessibile e connesso ad altre situazioni che ogni persona (adulto e bambino) merita di conoscere. Credo che l’atleta, con volontà e umiltà, possa farsi carico della propria risonanza mediatica e decidere verso dove orientare la propria voce».

Col mondiale femminile si è riusciti a portare un po’ più di pallavolo in televisione. Pensi che questo sia un momento passeggero o rappresenta davvero un momento di svolta per tutto il movimento pallavolistico?

«Difficile dirlo ora. Credo che le ragazze abbiano meritato questa attenzione, ma sarebbe un peccato che tutto affievolisse e si riducesse ad una comparsa estemporanea. Il movimento pallavolistico ne risentirà senza dubbio in modo positivo dal punto di vista dell’audience, del consenso. Ben lontano credo sia l’obiettivo di renderlo sport lodevole e intriso di valori, a prescindere da queste apparizioni televisive».

Se non avessi giocato a pallavolo, oggi….

«Talvolta provo a immaginarmi e mi rispondo non poi così diverso dal me atleta: un ragazzo normale, probabilmente universitario, con la propria quotidianità: studio – amici – facoltà, con sogni, ambizioni e curiosità»

Leggi l’articolo originale da www.Intervistasportiva.com

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