Usa, in arrivo indagini su 5 Big Tech per censura dei contenuti conservatori

Di Samuel Allegri

Il 7 aprile il procuratore generale dell’Indiana, Todd Rokita, ha dichiarato che condurrà indagini su cinque grandi aziende tecnologiche che potrebbero aver causato danni ai cittadini dell’Indiana attraverso pratiche «abusive, ingannevoli e/o sleali».

Le cinque società nominate da Rokita sono Amazon, Apple, Facebook, Google e Twitter.

L’allora deputato dell’Indiana Todd Rokita (R-Ind.) parla durante una conferenza stampa a Capitol Hill, a Washington, il 18 luglio 2017. (Aaron P. Bernstein / Reuters)

Il procuratore generale sta esaminando in particolare le procedure che potrebbero aver limitato l’accesso dei consumatori a contenuti specifici, riferendosi alla cancellazione o all’oscuramento di post conservatori. «In una società libera, poche cose sono più importanti per i consumatori dell’accesso alle informazioni e dell’opportunità di esprimere le proprie opinioni politiche in spazi appropriati. È potenzialmente dannoso e ingiusto per queste aziende manipolare i contenuti in modi di cui non discutono pubblicamente o che i consumatori non comprendono appieno», ha dichiarato Rokita.

L’ex parlamentare dell’Indiana sta anche indagando sulle accuse secondo cui l’avvocato Vanita Gupta avrebbe intrapreso azioni che hanno incoraggiato la censura delle voci conservatrici da parte delle società interessate.

La Gupta è la candidata indicata dal presidente Joe Biden per la carica di procuratore generale degli Stati Uniti, anche per questo a marzo i repubblicani hanno sollevato domande sulla sua partigianeria. Il senatore Chuck Grassley (R-Iowa) la ha accusata affermando che in un «suo post su Twitter ha dipinto i repubblicani con un ampio pennello, descrivendo la nostra convention nazionale dello scorso anno come tre notti di ‘razzismo, xenofobia e bugie oltraggiose’».

Ad ogni modo, Rokita aveva già criticato la censura sui social media. A febbraio aveva pubblicato un biglietto di San Valentino con l’immagine del presidente Trump e le parole «Mi hai rubato il cuore come [sono state rubate, ndt.] le elezioni del 2020». Twitter inizialmente ha reagito bloccando la possibilità di ritwittare o commentare il post, oltre ad aver aggiunto un tag in cui si diceva che informazioni false potevano portare alla violenza.

Il Senato del Texas approva la legge sui social media

Nel frattempo, il Senato del Texas ha approvato un disegno di legge che vieta alle aziende dei social media che hanno almeno 100 milioni di utenti al mese, di bloccare, vietare, demonetizzare o discriminare i loro utenti a causa delle loro opinioni politiche.

Il progetto della legge 12 del Senato, sponsorizzato dal senatore dello stato repubblicano, Bryan Hughes, è stato approvato il primo aprile e si applicherebbe a Twitter, YouTube, Facebook e altre piattaforme. «Penso che tutti dobbiamo riconoscere che queste società di social media sono la nuova piazza della città. E un piccolo gruppo di persone a San Francisco non può dettare la libertà di parola per il resto di noi. Deve essere uno scambio aperto di idee, e il Senate Bill 12 riporterà i texani online», ha spiegato Hughes sottolineando anche che il disegno di legge arriverà presto alla Camera che dovrebbe ricevere una buona considerazione, e quindi spera che il governatore possa firmarlo presto.

La misura richiederebbe alle aziende di rendere note le loro politiche di moderazione, pubblicare rapporti sui contenuti bloccati dalla piattaforma e creare un processo di ricorso per i contenuti rimossi.

 

Articolo in inglese: 5 Big Tech Companies to Be Investigated for Censorship of Conservative Content: Indiana AG



 
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