Università americana ammette: forse illegale il contratto con il Laboratorio di Wuhan

Un importante laboratorio di biosicurezza degli Stati Uniti si è assunto la responsabilità per aver firmato degli accordi «mal scritti» con tre laboratori di biosicurezza di alto livello in Cina che, per loro stessa ammissione, potrebbero aver infranto la legge.

I tre contratti, di cui uno con l’Istituto di Virologia di Wuhan, conferivano ai laboratori cinesi il potere di distruggere «file segreti» in qualsiasi fase della loro collaborazione.

«La parte ha il diritto di chiedere all’altra di distruggere e/o restituire i file, i materiali e le attrezzature segreti senza alcun backup», afferma il memorandum d’intesa (Mou) del 2017, che l’Università del Texas Medical Branch (Utmb) ha firmato con il laboratorio di Wuhan. Il tutto è venuto alla luce per la prima volta ad aprile.

L’ampio obbligo di riservatezza, rinnovabile ogni cinque anni, si applicava a «tutta la cooperazione e lo scambio di documenti, dati, dettagli e materiali», afferma il documento.

Situato nella prima città in cui il Covid-19 ha iniziato a diffondersi, l’Istituto di Virologia di Wuhan, che per anni ha condotto ricerche sul coronavirus con finanziamenti statunitensi, ha attirato l’attenzione globale come possibile fonte del virus. Gli accordi di riservatezza, insieme alla tendenza di Pechino a sopprimere le discussioni sull’origine della pandemia, hanno sollevato dubbi sul fatto che i dati cruciali possano essere stati cancellati e nascosti all’opinione pubblica.

Ebbene, l’università medica del Texas ha recentemente ammesso che questi termini di riservatezza potrebbero aver violato le leggi statali.

Una «svista»

L’università ha recentemente rivelato di aver firmato contratti con identiche disposizioni di riservatezza con altri due laboratori di biosicurezza di alto livello in Cina (l’Istituto di Ricerca Veterinaria di Harbin nell’Heilongjiang, e l’Istituto di Biologia Medica di Kunming nello Yunnan). I documenti sono stati ottenuti per la prima volta dal gruppo di ricerca investigativa Us Right to Know. Le due strutture, insieme al Laboratorio di Wuhan, ospitano gli unici tre laboratori cinesi certificati con i più alti livelli di biosicurezza.

L’università ha attribuito l’inclusione della disposizione «mal redatta» a una propria «svista».

«L’Università del Texas Medical Branch (Utmb) si assume la responsabilità di avere avuto una svista nel consentire ai memorandum d’intesa (Mou) di includere una disposizione sulla riservatezza mal redatta in potenziale conflitto con le leggi statali applicabili», ha dichiarato a Epoch Times un portavoce dell’università.

L’università ha aggiunto di avere «immediatamente terminato qualsiasi Memorandum d’Intesa contenente un linguaggio in conflitto con la legge e i regolamenti» dopo aver appreso dell’errore. «È in corso una revisione dei processi e delle pratiche presso l’Utmb e vengono implementati nuovi livelli di supervisione delle procedure».

Fiale di campioni di COVID-19 in un laboratorio di test a Houston, in Texas, il 13 agosto 2021. (Brandon Bell/Getty Images)

L’Utmb non ha specificato quando ha scoperto quello che definisce un errore, né quando ha posto fine ai Memorandum d’Intesa. I documenti, tuttavia, affermavano che i termini di riservatezza sarebbero rimasti in vigore anche «dopo che [il contratto, ndr] sarà stato risolto».

Il Galveston National Laboratory dell’Utmb, uno dei due laboratori nazionali di biocontenimento costruiti con sovvenzioni federali statunitensi, ha collaborato per anni con le tre strutture cinesi, fornendo agli scienziati cinesi formazione sulla biosicurezza e conducendo progetti di ricerca congiunti. Con il Laboratorio di Wuhan ha iniziato a collaborare nel 2013.

L’università ha affermato che gli accordi hanno avuto conseguenze reali minime: «L’Utmb conferma che nessun documento o informazione riservata è stato distrutto, né è mai stata richiesta la distruzione di alcun documento», ha affermato il portavoce. «Non c’è stato alcun impegno finanziario con nessuna delle istituzioni cinesi in questione, né collaborazione con scienziati cinesi in merito alla ricerca sul coronavirus».

Edward Hammond, un attivista per la biosicurezza che ha chiesto una maggiore trasparenza nel laboratorio di Galveston, non era convinto della posizione dell’università.

«È sconcertante per me che questo possa essere successo», ha dichiarato a Epoch Times. «È sciatteria, come suggerisce l’Utmb, o sta succedendo qualcos’altro?»

Veduta aerea mostra il laboratorio P4 (C) nel campus dell’Istituto di Virologia di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, il 27 maggio 2020. (Hector Retamal/AFP tramite Getty Images)

LeDuc

James LeDuc, allora direttore del laboratorio di Galveston, è colui che ha firmato tutti e tre i contratti.

Secondo le e-mail recentemente pubblicate, nei mesi successivi allo scoppio dell’epidemia di Covid-19, LeDuc aveva contattato eminenti scienziati del Laboratorio di Wuhan che supervisionavano i progetti sul coronavirus dei pipistrelli, nel tentativo di aiutarli ad affrontare l’attenzione critica che stavano ricevendo sul ruolo delle strutture nella pandemia.

Nell’aprile 2020 LeDuc ha scritto un’e-mail al virologo Shi Zhengli, vicedirettore del laboratorio P4 di Wuhan, condividendo un documento che aveva preparato per la Sottocommissione degli Affari Esteri per la Vigilanza e le Indagini allo scopo di discutere l’ipotesi di fuga dal laboratorio. «Si prega di esaminare attentamente e apportare le modifiche desiderate. Voglio che questo sia il più accurato possibile e di certo non voglio travisare nessuno dei tuoi preziosi contributi», ha detto a Shi, che in seguito ha inviato via email un documento con le sue modifiche.

‘Memory Hole’

La collaborazione dell’Utmb con il laboratorio cinese ha attirato l’attenzione del Congresso.

A luglio, il rappresentante Chip Roy (R-Texas) ha scritto a LeDuc lanciando un allarme sul contratto dell’Utmb.

«Sebbene l’Utmb possa non essere solo, solleva serie preoccupazioni che un importante destinatario di denaro di contribuenti federali stipuli un accordo con qualsiasi ente straniera, ma soprattutto con un avversario, con una disposizione così eclatante di ‘memory hole’ che autorizza a distruggere su richiesta materiali e file di ricerca», ha affermato nella lettera.

Il rappresentante Chip Roy (R-Texas) testimonia in un’audizione alla Camera davanti al Committee on Oversight and Reform, a Washington il 12 luglio 2019. (Charlotte Cuthbertson/The Epoch Times)

«Apparentemente, questo sembra violare le leggi sulla conservazione dei documenti e i requisiti per i beneficiari di sovvenzioni presso il Nih [National Institutes of Health, ndr]».

Il legislatore ha affermato di voler «andare a fondo sulle origini del Covid-19 e al coinvolgimento americano nella ricerca estremamente pericolosa della Cina comunista».

«Gli accordi di condivisione dei dati tra il Pcc e gli enti statunitensi, inclusa la Facoltà di Medicina dell’Università del Texas, sono profondamente preoccupanti», ha dichiarato a Epoch Times. «Tali accordi sono particolarmente allarmanti data la dimostrata volontà del Pcc di distorcere e sovvertire la ricerca scientifica per adattarla alla sua agenda politica ostile».

 

Articolo in inglese: US University Concedes It May Have Broken Law in Contract With Wuhan Lab

 
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