Un «criminale» rappresenta la Corea del Nord alle Olimpiadi

La Corea del Nord ha annunciato l’invio di una delegazione di otto persone alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali, il 25 febbraio. Sarà guidata da un uomo ritenuto responsabile di numerosi attacchi contro la Corea del Sud, che hanno portato alla morte di decine di persone.

Kim Yong Chol è il vice presidente del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori di Corea, che è a capo del Paese, e il direttore del dipartimento del partito incaricato di trattare con il Sud. In precedenza, è stato a capo dell’agenzia di spionaggio del regime che si occupa delle operazioni di intelligence in Paesi stranieri e della guerra informatica.

Il Sud accusa Kim Yong Chol, tra le varie cose, di aver affondato nel 2010 la nave da guerra Cheonan, uccidendo 46 marinai, e di aver bombardato l’isola di Yeonpyeong nello stesso anno, portando alla morte di due soldati e di due civili, ferendo una ventina di persone. Kim avrebbe anche fatto piazzare delle mine nella zona demilitarizzata tra il Nord e il Sud, che hanno reso invalidi due soldati sudcoreani ad agosto 2015.
Inoltre, i servizi segreti nordcoreani sono accusati anche dell’attacco hacker che ha colpito la Sony Pictures nel 2014.

L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha definito Kim Yong Chol un «estremista», la cui inclusione nella delegazione olimpica «probabilmente creerà polemiche, dato che è inserito nella lista nera delle sanzioni unilaterali di Washington e Seoul».
Il ministro sudcoreano per l’Unificazione, Cho Myoung-gyon, ha affermato che le sanzioni comprendono un congelamento dei beni e non un divieto di viaggio in Corea del Sud. Quindi non impediranno la venuta di Kim: «Il governo – ha affermato il ministro – ritiene che l’invio della delegazione nordcoreana aiuterà a migliorare le relazioni tra le Coree e a portare la pace nella penisola coreana e la denuclearizzazione del Nord. In quest’ottica, Seoul accetterà la loro visita».

L’opposizione, però, non la pensa così. Jun Hee-kyung, una portavoce del partito ‘Libertà Corea’ ha infatti dichiarato: «L’unica ragione per cui Kim Yong Chol, il principale colpevole dell’affondamento della Cheonan e di altre provocazioni contro il Sud, dovrebbe mettere piede nel Sud, è di confessare i propri crimini e inginocchiarsi», chiedendo scusa alle vittime.

 
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