Twitter sospende oltre 70 mila account legati a QAnon

Di Ivan Pentchoukov

Twitter ha annunciato di aver rimosso più di 70 mila account che promuovevano contenuti legati alla teoria del complotto QAnon.

Il gigante dei social media in un post sul blog ha scritto: «Dati i violenti eventi avvenuti a Washington Dc e l’aumento del rischio di altri danni, venerdì pomeriggio abbiamo iniziato a sospendere definitivamente migliaia di account dedicati principalmente alla condivisione di contenuti QAnon. Questi erano impegnati nella condivisione di contenuti dannosi su larga scala e predisposti alla propagazione di questa teoria del complotto attraverso il nostro servizio». Twitter ha affermato che la rimozione ha comportato modifiche al conteggio dei follower per alcuni utenti, a volte nell’ordine di migliaia.

L’epurazione coordinata è iniziata lo stesso giorno in cui Twitter aveva annunciato di sospendere definitivamente l’account del presidente Donald Trump. Tale atto è stato però contestato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, mentre Trump ha affermato che Twitter si è coordinato con i Democratici per zittire lui e i 75 milioni di americani che lo hanno votato.

Il movimento QAnon segue gli indizi di messaggi criptici pubblicati su una bacheca anonima online. Uno dei temi principali della teoria sostiene che le élite globali facciano parte di una cerchia satanica di pedofilia.

L’epurazione sembra aver intrappolato importanti figure pro-Trump, tra cui l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, che ha abbracciato alcuni degli slogan e della terminologia di QAnon, e l’avvocato di Flynn, Sidney Powell. Anche Ron Watkins, l’ex capo della bacheca di 8kun che ospita i post di QAnon, è stato rimosso da Twitter.

Twitter spiega la rimozione accusando QAnon per le violenze a Washington e l’irruzione in Campidoglio degli Stati Uniti del ​​6 gennaio. Aveva dato la stessa motivazione per la sospensione dell’account del presidente, sostenendo che la sua retorica avesse incitato alla violenza e che rimuoverlo fosse necessario per prevenire ulteriori incidenti: «Siamo stati chiari sul fatto che intraprenderemo una forte azione di contrasto sui comportamenti che potrebbero potenzialmente portare a danni reali».

La rimozione degli account QAnon fa parte di una più ampia attività di censura che dal 6 gennaio è stata intrapresa anche da grandi aziende tecnologiche come Google, Apple e Amazon che hanno portato alla chiusura di Parler, una piattaforma per la libertà di parola; mentre Facebook ha bandito Trump almeno fino al 20 gennaio, per poi iniziare a cancellare tutti i contenuti che menzionavano lo slogan «Stop the Steal».

Di conseguenza, lunedi Parler ha intentato una causa contro Amazon, mentre le azioni di Twitter e Facebook hanno perso rispettivamente il 6,4 e il 4 per cento.

 

Articolo in inglese: Twitter Suspends Over 70,000 QAnon Accounts

 

 
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