Twitter censura dissidenti cinesi poco prima dell’anniversario di Tiananmen

Secondo Twitter si sarebbe trattato di un errore e una coincidenza, ma i dubbi permangono

A pochi giorni di distanza da una delle ricorrenze più delicate della moderna Cina comunista, Twitter ha sospeso una serie di account cinesi, identificati in buona parte come ‘anti-Pcc’ (Partito Comunista Cinese). Tuttavia, l’azienda americana sostiene che sia stato un semplice incidente.

Le sospensioni, che secondo alcuni avrebbero colpito oltre mille account, si sono verificate tra la notte del 31 maggio e il primo giugno. E hanno spinto gli esperti delle questioni cinesi a criticare pesantemente la piattaforma; molti hanno asserito che date le tempistiche delle sospensioni, tre giorni prima della 30esima ricorrenza dal massacro di piazza Tiananmen, non si può certo trattare di una coincidenza.

Il 31 maggio molti dissidenti cinesi, avvocati, attivisti, studenti universitari e utenti comuni hanno segnalato di non avere più accesso ai propri account Twitter. Infatti, sebbene Twitter sia bandito in Cina, molti utenti aggirano regolarmente il blocco di internet per usare la piattaforma.

Un utente cinese di Twitter, il cui account si chiama ‘709 Inciter’, ha dichiarato che il 31 maggio ha improvvisamente notato che il suo account Twitter era stato bloccato: «Non posso rispondere, ritwittare, commentare, twittare, mettere like o inviare messaggi privati. Posso vedere i miei tweet. Tuttavia, tutti i miei follower e following sono spariti. I miei amici non riescono a trovarmi neanche cercando il mio username».

Tang Baiqiao, uno dei leader degli studenti durante le proteste del 1989, nonché presidente dell’Accademia Democratica della Cina, ha scritto tramite il suo account Facebook: «Il mio account Twitter è stato attaccato! In questo momento non posso entrare. Quasi tutti i materiali (sul mio account) sono scomparsi. Non solo il mio, ma quasi tutti gli account Twitter dei membri della nostra organizzazione sono stati attaccati e i loro contenuti cancellati».

Tra gli altri Sasha Gong, un’ex giornalista di Voice of America, ha condannato l’operato di Twitter in un comunicato relativo alla sospensione del suo proprio account: «Finora tutti gli account sospesi che ho rintracciato avevano un atteggiamento critico nei confronti del governo cinese […] L’azione di Twitter sembra essere coerente con quelle delle autorità cinesi, che hanno iniziato a reprimere con forza ogni sorta di critica alla vigilia della grande ricorrenza. Non c’è da stupirsi che molti cinesi lo abbiano soprannominato ‘il massacro di Twitter’».

Il primo giugno, a fronte dell’aumento delle segnalazioni, anche il senatore statunitense Marco Rubio ha manifestato il proprio disappunto, scrivendo: «Twitter è diventato uno strumento di censura del governo cinese».

Tuttavia, in un comunicato del primo giugno, il social media ha dichiarato che le sospensioni sono state il risultato imprevisto delle regolari attività volte a limitare lo spam e i comportamenti ‘non autentici’: «Abbiamo sospeso una serie di account questa settimana. Sebbene alcuni fossero coinvolti in commenti sulla Cina, non ci sono stati segnalati in blocco dalle autorità cinesi. È stata un’operazione di routine svolta di nostra iniziativa. A volte le nostre operazioni di routine danno risultati positivi, altre volte facciamo errori. Ci scusiamo. Oggi stiamo lavorando per assicurarci di risolvere gli errori, ma rimarremo attenti nell’applicare le nostre regole».

Alcuni utenti, tuttavia, non sono convinti dalla spiegazione di Twitter. Un utente, chiamato Jack Blum, ha commentato: «Ed è successo giusto prima della ricorrenza di piazza Tiananmen?».

Altri utenti, in reazione, hanno postato un’immagine dell’uccello simbolo di Twitter con falce e martello al posto degli occhi, su uno sfondo rosso.

Tiananmen

Quest’anno si celebra il 30esimo anniversario del massacro degli studenti che hanno protestato pacificamente in Piazza Tiananmen nel 1989, un evento storico che continua a essere tabù in Cina. E nei giorni che precedono questa ricorrenza, i censori cinesi hanno fatto gli straordinari, nel tentativo di rimuovere dal web tutti i contenuti relativi ala tragedia.

Contemporaneamente, molti utenti che usano le Vpn per aggirare il ‘grande Firewall’ del regime, che impedisce di accedere a siti e social stranieri, hanno scritto su Twitter che è diventato più difficile per loro «saltare il grande firewall».

In realtà è dallo scorso agosto che il regime cinese ha intensificato i suoi sforzi per sopprimere le attività degli utenti cinesi sui social stranieri. Molti dissidenti e analisti cinesi sono stati costretti dalle autorità a chiudere i propri account, mentre altri sono stati posti in stato di fermo e arrestati.

A dicembre, Liu Hongbo, un utente di Twitter della città di Yangzhou nella provincia di Jiangsu, è stato condannato a 6 mesi di carcere per aver postato oltre 400 tweet che secondo l’accusa avrebbero «diffamato i leader del Partito Comunista Cinese».

A ottobre, l’analista indipendente Wang Yajun è stato posto in stato di arresto per 10 giorni a causa della sua attività su Twitter. Quando è stato rilasciato ha scritto: «Twitter, è arrivato il momento di salutarci!».

 

Articolo in inglese: Twitter Suspends Accounts Critical of Chinese Regime Days Before Tiananmen Anniversary

 

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