Tutti pazzi per il bitcoin

Gli investitori del bitcoin vivono una vita pericolosa, infatti quest’anno è successo che la moneta virtuale arrivasse a un massimo di 1.350 dollari di valore e a un minimo di 975 dollari tutto in un solo giorno, il 9 marzo, per poi chiudere a 1.117 dollari, e il premio per la loro pazienza è stato il record di sempre per il bitcoin: 1.760 dollari in valore il 9 maggio, con giornate quasi del tutto prive di cadute, dopo il calo del 24 marzo (891 dollari).

Ma cosa guida questa tendenza? Dopo che la Security and Exchange Commission (Sec, l’equivalente della Consob italiana) degli Usa ha rifiutato la richiesta di lanciare un exchange-traded fund (Etf) bitcoin, molti hanno pensato che il mercato al rialzo del 2017 fosse storia conclusa, ma, diversamente dal 2014, quando il bitcoin ha perso il 90 percento del suo valore ed è rimasto in crisi per più di un anno, questa volta la criptovaluta sembra aver ignorato la decisione della Sec e anche gli ostacoli posti dalle autorità cinesi: ha semplicemente continuato a salire.

Una delle ragioni è che la Sec ha annunciato che avrebbe riconsiderato l’opzione exchange-traded fund (Etf) e quindi avrebbe preso una decisione prima del 15 maggio. Un Etf bitcoin aprirebbe questo asset opaco e volatile alle migliaia di miliardi di dollari istituzionali, provenienti da fondi pensionistici, compagnie assicurative e altro. Stando al 9 maggio, tutti i 16 milioni e 300 mila bitcoin ammontano a un valore di soli 28 miliardi di dollari, ovvero il 3 percento della capitalizzazione di mercato della Apple.

ANCORA PIÙ IN ALTO

Questo mercato decentralizzato, che registra le transazioni sulla cosiddetta blockchain, raggiunge le proprie decisioni con il consenso generale e quindi non può essere manipolato da un singolo attore privato o da un singolo governo, e nonostante gli scambi siano sempre più normati, il mercato è comunque relativamente poco regolamentato rispetto alle azioni e ad altre security, ed è anche meno manipolato rispetto ai mercati azionari e dell’oro, in cui le banche centrali e gli attori privati distorcono i prezzi.

Quindi in un certo senso, le criptovalute come il bitcoin costituiscono la classe di asset con il mercato più libero, cosa che è allettante per gli investitori frustrati dalla manipolazione del mercato.

Ma, a conti fatti, il bitcoin è pur sempre una moneta, e quindi deve competere con le altre forme di pagamento: secondo la teoria della liquidità, il bitcoin è un efficiente mezzo di scambio perché offre transazioni convenienti e veloci, oltre che riconoscibilità e divisibilità, e queste caratteristiche formano il concetto di liquidità spaziale, una proprietà importante per ogni valuta efficace.

Inoltre non può essere ricreato a volontà (il numero totale di bitcoin è infatti limitato), cosa che dovrebbe preservare il suo valore nel tempo, e anche questa è un’importante caratteristica di una buona moneta.

Articolo originale di Valentin Schmid: Bitcoin Climbs a Wall of Worry

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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