Tutte le vite contano

Di Ezequiel Toti

L’autore dell’articolo, Ezequiel Toti, è nato a Buenos Aires, Argentina. Editorialista per vari media europei ed americani, ha formazione in comunicazione di emergenza e comunicazione strategica. È vice presidente internazionale del Movimento Culturale Croce Reale – RnT e corrispondente della sua Agenzia di stampa in Argentina.

 

Mentre con apatia e senza molta agitazione il mondo ha contemplato come la Nuova Zelanda ha approvato l’aborto a nascita parziale (dove il bambino può essere ucciso durante lo stesso processo del parto) l’Argentina gioca la sua ultima carta nei settori pro-vita facendo appello all’incostituzionalità della legge.

La legge approvata dal Senato il 30 dicembre 2020, che consente l’aborto fino alla settimana 14, non avrebbe potuto essere raggiunta senza il supporto del presidente Fernandez e tra gli altri dall’organizzazione International Planned Parenthood, la multinazionale dell’aborto che ha ammesso pubblicamente pochi giorni fa il aver finanziato e promosso i referenti abortisti in situ negli ultimi quindici anni.

L’Argentina, parte vitale di quel Sudamerica pro-vita, entra ora a far parte dell’agenda mondiale che si rassegna a false soluzioni che comportano sempre la morte e non ci vorrà molto, se seguirà questa strada, per chiedere la legalizzazione dell’eutanasia.

Ciò, del resto, non sarebbe stato possibile senza la risposta generica, tiepida e fuori tempo di papa Francesco e dei suoi vescovi.

La lotta per la vita, che è un riflesso di una lotta globale con due diverse visioni del mondo, tuttavia, ha sostenitori come Donald Trump, non solo il primo presidente degli Stati Uniti a partecipare a una marcia per la difesa della vita, ma anche il primo presidente degli Usa, dal 1980, che non inizia una guerra nel suo primo mandato.

Questo è qualcosa che l’establishment mediatico non metterà in luce ma che indubbiamente valuterà il cittadino americano, colui che vuole una vita semplice e pacifica vivendo il sogno americano, lontano dalle luci di Hollywood.

Trump aveva tutti contro, eppure si è comportato in modo autenticamente pacifico, difendendo la libertà e la sacralità della vita innocente, a differenza del suo predecessore che con il silenzio mediatico è responsabile di seimila civili uccisi nel Medio Oriente e 8 milioni nel grembo materno (compreso il famoso scandalo della vendita di organi).

Riesca o meno a dimostrare la frode elettorale, Trump ha comunque la vittoria morale di essere andato contro la corrente del mondo moderno senza prestare attenzione alla tirannia del politicamente corretto, riaffermando ciò che gli altri leader non sono incoraggiati a dire o non vogliono dire, cioè che tutta la vita umana è sacra: tutte le vite contano.

 

Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista dell’autore e non riflettono necessariamente quello di Epoch Times.

 
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